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OpenAI sfida Google (e Microsoft) nel mercato dei motori di ricerca con SearchGpt

È vero che, tra i motori di ricerca, Google non ha rivali ma l'entrata in scena di OpenAI, che con SearchGpt dota la ricerca di intelligenza artificiale, pone la società guidata da Sam Altman in una posizione scomoda rispetto al suo maggiore finanziatore: Microsoft. Tutti i dettagli

 

Gli annunci di OpenAI non finiscono mai. La casa madre di ChatGpt, dopo il recente lancio di un modello di intelligenza artificiale mini, ha ora in programma di avventurarsi in un nuovo territorio: quello dei motori di ricerca, da sempre dominato da Google (con grande rammarico – e forse anche rancore – da parte di Microsoft).

MOTORE DI RICERCA + IA = SEARCHGPT

Si vociferava già di un simile progetto ma ora è arrivato l’annuncio ufficiale. La software house guidata da Sam Altman ha parlato sul suo blog di SearchGpt, un motore di ricerca alimentato dall’intelligenza artificiale con accesso in tempo reale alle informazioni di Internet. Secondo quanto riferito dall’azienda, fornirà risultati di ricerca sintetici con link alle fonti in risposta alle domande degli utenti, i quali potranno anche porre domande di approfondimento e ricevere risposte contestuali.

OpenAI ha inoltre dichiarato di aver aperto le iscrizioni al nuovo strumento, che attualmente è in fase di prototipo e viene testato con un piccolo gruppo di utenti ed editori, che riceveranno l’accesso agli strumenti per gestire la visualizzazione dei loro contenuti nei risultati di SearchGpt e potranno scegliere di non far utilizzare i loro contenuti per addestrare i modelli di OpenAI e di farli apparire comunque nelle ricerche.

L’azienda, infine, prevede di integrare le migliori caratteristiche dello strumento di ricerca in ChatGpt in futuro.

E LA PARTNERSHIP CON MICROSOFT?

Questa mossa mette OpenAI in una posizione scomoda, oltre che di concorrenza, nei confronti del suo più grande finanziatore, ovvero Microsoft, il cui motore di ricerca Bing non è mai veramente decollato, nemmeno con l’integrazione di ChatGpt. Un altro competitor è poi Perplexity, l’azienda di chatbot di IA focalizzata sulla ricerca, sostenuta dal fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e dal gigante dei semiconduttori Nvidia.

“Gli strumenti di ricerca basati sull’intelligenza artificiale di OpenAI e Perplexity riaffermano la ricerca come modello di coinvolgimento dei contenuti, ma spingono Google a fare meglio il proprio gioco”, ha dichiarato Kingsley Crane, analista di Canaccord Genuity.

LE RICADUTE SU GOOGLE

Nonostante Google resti il numero uno tra i motori di ricerca – con una quota di mercato pari al 91,1% a giugno, secondo la società di analisi web Statcounter -, le azioni della sua società madre Alphabet, stando a quanto riferito da Reuters, ieri sono scese del 3% dopo l’annuncio di OpenAI.

Per The Verge “è l’inizio di quella che potrebbe diventare una minaccia significativa per Google”, che si è affrettata a inserire funzioni di intelligenza artificiale nel suo motore di ricerca, nel timore che gli utenti si riversino su prodotti concorrenti che offrono prima questi strumenti.

Inoltre, sempre The Verge, già a maggio, riferiva che OpenAI “stava cercando di attirare in modo aggressivo i dipendenti di Google per creare un team di ricerca”.

OPENAI CONTINUA IL CORTEGGIAMENTO DEGLI EDITORI

SearchGpt, osserva Reuters, “segna una collaborazione più stretta tra editori e OpenAI, dopo gli accordi di licenza di contenuti con importanti organizzazioni come Associated Press, News Corp e Axel Springer”. Tra l’altro, News Corp e The Atlantic sono tra i partner editoriali del progetto.

Assicurarsi buoni rapporti con gli editori è fondamentale perché, come ricorda Crane, “i nuovi fornitori di ricerca alimentati dall’intelligenza artificiale potrebbero trovarsi di fronte a sfide proprie, con Perplexity che per esempio sta già affrontando azioni legali pendenti da parte di editori come Wired e Forbes, e Condé Nast”.

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