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Nvidia

Il crollo di Nvidia costa caro a Jensen Huang

Il calo di Nvidia in borsa è costato 9,8 miliardi di dollari a Jensen Huang, l'amministratore delegato. Tutte le cause del crollo del gigante dei chip per l'intelligenza artificiale.

Nonostante la pubblicazione di risultati economici soddisfacenti e anzi superiori alle aspettative, le azioni di Nvidia – la più grande azienda di semiconduttori al mondo, e la più importante nel settore dei microchip per l’intelligenza artificiale – sono in declino. Martedì scorso, in particolare, il titolo è calato del 9,5 per cento, cancellando 279 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato: si è trattato della più grossa perdita giornaliera di sempre per una società statunitense.

JENSEN HUANG PERDE QUASI 10 MILIARDI

A rimetterci è stato anche l’amministratore delegato Jensen Huang, che pare abbia perso 9,8 miliardi di dollari: il suo patrimonio netto, scrive Bloomberg, ammonta adesso a 94,9 miliardi. Huang rimane comunque la diciottesima persona più ricca al mondo e il suo patrimonio è cresciuto di 51 miliardi nel giro di un anno; quanto a Nvidia, dall’inizio del 2024 il titolo ha guadagnato all’incirca il 125 per cento e la società è la terza a maggiore capitalizzazione.

I PROBLEMI DI NVIDIA

Sono tre le cause principali del calo di Nvidia in borsa.

La prima: l’insoddisfazione degli investitori. Nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2025 la società ha riportato entrate per 30 miliardi di dollari (+122 su base annua e +15 per cento su base trimestrale), ma il mercato si è concentrato sulle previsioni per il terzo trimestre: Nvidia prevede entrate di circa 32,5 miliardi, un valore superiore al valore medio stimato dagli analisti (31,9 miliardi) ma al di sotto di quello massimo (37,9 miliardi).

La seconda causa: il crescente scetticismo sull’intelligenza artificiale. Nvidia sta riscontrando dei problemi nella produzione dei microchip di nuova generazione (chiamati Blackwell), la cui commercializzazione potrebbe quindi subire dei ritardi. Il mercato teme che un’offerta insufficiente di questi nuovi processori possa ritardare i progressi nell’intelligenza artificiale. Inoltre, serpeggia un certo scetticismo sull’intelligenza artificiale: gli investitori, cioè, hanno cominciato a domandarsi se e quando i grossi investimenti delle compagnie tecnologiche in questo campo restituiranno i profitti attesi.

Terza e ultima causa del calo delle azioni: i problemi con le autorità regolatorie negli Stati Uniti. Il dipartimento di Giustizia sospetta infatti che Nvidia abbia violato le leggi antitrust, abusando della sua posizione dominante nel mercato dei chip per l’intelligenza artificiale, penalizzando i clienti che utilizzano anche componenti terzi o rendendo difficile il passaggio ad altri fornitori.

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