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Starlink Gaza

Musk propone Starlink a Gaza, ma potrebbe funzionare?

Elon Musk ha annunciato di voler fornire l'accesso alla sua rete satellitare Starlink a organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale presenti a Gaza, dopo il blocco delle comunicazioni nella Striscia. Immediata la reazione di Israele: pronti a rivedere i rapporti con Musk 

 

Ancora una volta finiscono al centro di un conflitto i terminali Starlink, il servizio di Internet satellitare che fornisce connettività in zone remote della Terra di proprietà di SpaceX (la società aerospaziale di Elon Musk).

Nel fine settimana il magnate americano è rimasto coinvolto in una diatriba via social con il governo israeliano dopo essersi offerto di fornire Internet via satellite a Gaza, colpita da una vasta offensiva dalle forze israeliane in risposta agli attacchi condotti da Hamas lo scorso 7 ottobre.

La mossa di Elon Musk è arrivata dopo che la connettività cellulare e Internet sono state interrotte venerdì nel territorio palestinese, lasciando la maggior parte della popolazione tagliata fuori dal mondo – e creando un vuoto di informazioni durante il più pesante bombardamento aereo di Gaza dall’inizio della guerra tre settimane fa.

Il 28 ottobre, sulla piattaforma di social media X (ex Twitter) Musk ha annunciato che avrebbe consentito alla sua rete satellitare SpaceX Starlink di supportare le comunicazioni a Gaza per “organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale”.

Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha replicato ha Musk che Hamas utilizzerà l’accesso alla rete satellitare per “scopi terroristici”.

Non è la prima volta che Musk si trova al centro di un dibattito per fornire i servizi di connettività di Starlink a paesi in guerra. Fino ad oggi oltre 1.300 terminali per l’Internet satellitare Starlink donati da SpaceX all’Ucraina all’inizio del conflitto con la Russia hanno aiutato le forze armate di Kiev a mantenere le comunicazioni e il coordinamento sul campo di battaglia.

Inoltre, anche in caso di accesso a Starlink a Gaza, rimangono dubbi su come sarà installato il servizio nel territorio, evidenziava ieri Al Jazeera.

Tutti i dettagli.

LO STATO DELLA CONNETTIVITÀ A GAZA

L’impegno di Musk è arrivato quando Gaza ha subito un totale blackout di Internet. Come spiegato dal Wall Street Journal, la Striscia di Gaza ha perso il suo già debole accesso all’internet globale venerdì scorso, secondo l’operatore di telefonia mobile nazionale del territorio e secondo osservatori esterni dei flussi di dati globali. L’operatore di rete palestinese Jawwal ha affermato che l’enclave ha subito una “completa interruzione di tutte le telecomunicazioni e dei servizi Internet”.

“L’intenso bombardamento dell’ultima ora ha distrutto tutte le rimanenti rotte internazionali che collegano Gaza al mondo esterno”, ha dichiarato Jawwal in un post in arabo su X.

Le agenzie umanitarie internazionali hanno affermato di non essere in grado di comunicare con il personale sul campo nell’enclave e che i soccorritori non sono stati in grado di connettersi alle reti mobili, ostacolando gli sforzi di recupero dei civili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha affermato che il blackout ha reso impossibile per le ambulanze localizzare i feriti. La maggior parte della rete ha ripreso a funzionare domenica, segnala il Financial Times.

LA PROPOSTA DI MUSK DI FORNIRE STARLINK A GAZA

Nel frattempo, sabato Musk ha proposto l’accesso a Starlink per supportare la connettività per le organizzazioni umanitarie a Gaza.

Il patron di SpaceX è intervenuto dopo che una dottoressa, Anastasia Maria Loupis, si è rivolta a lui direttamente su X scrivendo: “Gaza è sotto bombardamento, Internet e le telecomunicazioni sono state interrotte. Hanno bisogno di Starlink immediatamente”. Anche la deputata statunitense Dem, Alexandria Ocasio-Cortez ha invocato l’intervento di Elon Musk sulla piattaforma social: “Tagliare tutte le comunicazioni a una popolazione di 2,2 milioni di persone è inaccettabile. Giornalisti, professionisti medici, sforzi umanitari e innocenti sono tutti in pericolo. Non so come si possa difendere un atto del genere. Gli Stati Uniti hanno sempre nella storia denunciato questa pratica”.

Musk ha risposto che nessun terminale da Gaza ha tentato di comunicare con la costellazione di SpaceX, ma ha aggiunto: “SpaceX supporterà i collegamenti di comunicazione con organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale”.

LA POSIZIONE ISRAELIANA

Ma la mossa dell’imprenditore americano ha suscitato l’immediata reazione del governo israeliano.

Israele taglierà ogni rapporto con Elon Musk e la sua costellazione internet satellitare Starlink, se il magnate favorirà la connessione Internet nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il 28 ottobre il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, a seguito della decisione di Musk di mettere i terminali Starlink a disposizione delle “organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale” a Gaza.

Karhi ha reagito attraverso un messaggio su X spiegando che “Israele utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per combattere questa situazione”. “Hamas (il movimento islamista palestinese) li utilizzerà per attività terroristiche. Non ci sono dubbi, lo sappiamo, e Musk lo sa. Hamas è lo Stato islamico”, ha osservato il ministro israeliano.

https://twitter.com/shlomo_karhi/status/1718309963666211328

LA REPLICA DI MUSK

Da parte sua Musk ha risposto al post sulla piattaforma X replicando che “Non siamo così ingenui. Secondo il mio post, nessun terminale Starlink ha tentato di connettersi da Gaza”.

Inoltre, il miliardario americano ha precisato che “saranno adottate tutte le misure necessarie a garantire che il sistema sia utilizzato esclusivamente dalle organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale, e solo dopo aver consultato le autorità statunitensi e israeliane”.

IL RUOLO “MILITARE” DI STARLINK

Mentre i servizi di telecomunicazione sono ripristinati a Gaza, non è chiaro se i terminali di Starlink sono attivi.

Nel frattempo, nonostante le rassicurazioni di SpaceX sui provvedimenti presi per impedire all’esercito ucraino di utilizzare il servizio internet satellitare a scopi bellici, è innegabile che la connessione garantita dalla costellazione satellitare Starlink abbia giocato un ruolo anche militare in questi mesi di conflitto in Ucraina.

Come ricorda la Cnn, le truppe ucraine hanno ampiamente elogiato Starlink come una tecnologia satellitare rivoluzionaria che non solo ha permesso loro di mantenere le comunicazioni, ma anche di colpire meglio le forze russe con artiglieria e droni.

L’Ucraina ha fatto un uso efficace di velivoli senza pilota per individuare le posizioni nemiche, prendere di mira gli incendi a lungo raggio e sganciare bombe, ha riportato anche Reuters. Tuttavia, Musk e la compagnia SpaceX hanno da sempre sottolineato che la tecnologia Starlink “non è mai stata pensata per essere utilizzata come arma”.

MA È POSSIBILE L’UTILIZZO DI STARLINK A GAZA?

Infine, se continuano le richieste per l’accesso a Starlink a Gaza, Al Jazeera si domande se i terminali di SpaceX potrebbero davvero funzionare nel territorio.

Marc Owen Jones, professore associato di studi sul Medio Oriente presso l’Università Hamad Bin Khalifa con sede a Doha, non è sicuro infatti che il servizio di Internet satellitare di Musk possa funzionare a Gaza.

“Abbiamo visto 500.000 post su X in cui si afferma che Starlink dovrebbe alimentare Gaza. Ma la gente in realtà non si rende conto che “Starlink for Gaza” è impossibile”, ha spiegato Jones ad Al Jazeera. “I terminali o le antenne paraboliche Starlink a Gaza sarebbero difficili da introdurre di nascosto e distribuire su larga scala. È improbabile che il governo israeliano ne permetta l’importazione legale”, ha aggiunto Owen Jones. “Ma supponiamo che Starlink sia entrato. Come sarà alimentato? Non c’è carburante a Gaza in questo momento”.

Come spiega la testata mediorientale,”Israele controlla lo spazio aereo e le acque territoriali di Gaza e regola tutti i beni e i servizi che entrano ed escono attraverso due dei tre valichi di frontiera di Gaza. Il terzo passaggio è controllato dall’Egitto”. Ad Al Jazeera, Owen Jones ha anche osservato che la rete Starlink si basa su stazioni di terra che avrebbero bisogno di approvazione all’interno di Gaza, cosa che secondo lui difficilmente riuscirà a ottenere nella situazione attuale.

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