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Movyon

Autostrade, ecco i piani tech di Movyon

Autostrade Tech è evoluta in un nuovo brand, Movyon, con l’obiettivo di offrire servizi per la mobilità smart e sostenibile.

Movyon iinvestirà 100 milioni di euro in innovazione tecnologica e raddoppierà il numero dei propri dipendenti nei prossimi tre anni. Sotto il profilo finanziario l’obiettivo è raddoppiare il fatturato a 200 milioni al 2024.

E’ quanto è emerso durante l’evento di presentazione del nuovo piano di sviluppo dello “spin-off tecnologico” di Autostrade per l’Italia, società che gestisce circa 3000 chilometri della rete autostradale italiana.

Ecco i dettagli.

LE PAROLE DI ROSSI

“Intorno a noi la mobilità sta cambiando” in un senso più tecnologico e sostenibile, ha sottolineato l’amministratore delegato di Autostrade Tech, Lorenzo Rossi. Per “innovare a partire da noi stessi”, come detto Rossi, Autostrade Tech è evoluta in un nuovo brand – Movyon –, con l’obiettivo di offrire agli utenti e ai territori servizi per la mobilità smart e sostenibile.

COSA HA DETTO TOMASI

L’evento è stato introdotto da Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, che ha collocato la trasformazione di Autostrade Tech all’interno della trasformazione dell’intero gruppo in un senso “industriale”: a gennaio Autostrade per l’Italia ha presentato a questo proposito un piano da 21 miliardi di euro.

Entro il 2023 Autostrade dedicherà 200 milioni di euro ad investimenti nella digitalizzazione.

Tomasi ha detto che il gruppo vuole gestire la mobilità “anche al di fuori dell’asse autostradale”. Mobilità che, inoltre, “deve essere proiettata nella sostenibilità”, sia per quanto riguarda “gli strumenti: la trazione elettrica e i green fuels”, ma anche per quanto riguarda le modalità di spostamento, attraverso sistemi di previsione (“la gestione dei big data”) che consentano di rendere il viaggio il meno inquinante possibile.

“Tutto questo”, ha ricordato Tomasi, “può avvenire se il sistema ha dinamicità, se è veloce ad implementare le attività”, dicendosi fiducioso per le misure che metterà in atto il governo.

GLI OBIETTIVI DI MOVYON

L’Italia ha bisogno di innovare; la crisi pandemica “lo impone”, ha detto l’amministratore delegato di Autostrade Tech, Lorenzo Rossi, sottolineando il legame tra l’innovazione della mobilità e la tutela dell’ambiente.

Rossi ha detto che nel 2025 ci saranno 39,1 miliardi di oggetti connessi nel mondo, che genereranno 57 zettabyte di dati. Solo in Italia, nel 2023, ci saranno 12,7 milioni di veicoli connessi. Entro il 2030 i punti di ricarica per le automobili elettriche arriveranno a tre milioni e – per la stessa data – in Europa circoleranno 80mila mezzi pesanti alimentati ad idrogeno.

Autostrade Tech è nata nel 2009, ha un fatturato di 100 milioni di euro e conta 150 dipendenti dall’età media “molto bassa”, ha detto Rossi: quarant’anni, fatto che garantisce velocità e flessibilità.

Da Autostrade Tech è nata Movyon, che per Rossi è il segno della trasformazione dell’azienda “da laboratorio tecnologico di Autostrade per l’Italia a nuovo player”, che “esce dal casello ed entra nelle aree urbane”.

Tra gli obiettivi anticipati dal dirigente ci sono la crescita dell’organico a 200 persone nel 2021 e il raddoppio del fatturato a 200 milioni di euro al 2024, puntando ad un mercato “extra captive urbano e globale”. Per il 2024 Movyon destinerà 25 milioni di euro in ricerca e sviluppo, puntando in particolare sulla “open innovation” attraverso partnership industriali, legami con startup e università. Le soluzioni intelligenti saranno end-to-end, “dalla sperimentazione all’implementazione”.

TRA SMART ROAD E SMART CITY

Rossi ha presentato sei esempi dell’innovazione di Movyon. La scansione dei viadotti attraverso droni equipaggiati con tecnologie Lidar e camere ad alta definizione, ad esempio, che permetterà la creazione di copie digitali delle infrastrutture permettendone ispezioni da remoto e l’ottimizzate.

Ha parlato poi di sistemi di tracciamento delle merci pericolose per la sicurezza dei tratti stradali; di monitoraggio dei livelli di sollecitazione delle infrastrutture stradali; di sistemi di traffic management in ambito urbano ed extraurbano; di tariffazione dinamica, che misurerà il ritardo subito dall’utente in autostrada a causa di cantieri e calcolerà un rimborso adeguato.

Rossi si è poi concentrato sulle smart road, insistendo sulla necessità di un “dialogo” tra l’infrastruttura stradale e i veicoli a guida autonoma tramite dispositivi vehicle-to-infrastructure. E infine sulle smart city, “massima espressione” delle varie realtà tecnologiche: ha parlato di sistemi per il monitoraggio delle infrastrutture urbane e per la rilevazione dei flussi di traffico, che consentiranno – tra le altre cose – anche di regolamentare l’accesso dei veicoli commerciali alle aree urbane.

(Articolo pubblicato su Energia Oltre)

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