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Microchip, tutti i piani di Microtest con ipTest

Microtest ha annunciato il perfezionamento dell'acquisizione di ipTest, società britannica specializzata nel testing di semiconduttori: è la quarta operazione di questo tipo in poco più di un anno. Fatti, obiettivi e numeri.

Dopo aver ottenuto l’autorizzazione delle autorità italiane e britanniche, mercoledì Microtest – azienda italiana specializzata nel collaudo di microchip – ha fatto sapere di aver perfezionato l’acquisizione della società britannica ipTest, che si occupa di sviluppare e produrre sistemi di testing di semiconduttori.

COSA FA IPTEST

IpTest ha sede nel Regno Unito (a Guildford) e in Malaysia (a Ipoh) ed è specializzata nel collaudo di semiconduttori al carburo di silicio e al nitruro di gallio. Nel 2023 il suo fatturato è stato di 22 milioni di euro.

L’OBIETTIVO DI MICROTEST

L’acquisizione di ipTest rientra nella strategia di Microtest per rafforzare la propria presenza nella filiera dei microchip, in particolare nella fase di testing, quella finale. In poco più di un anno, infatti, il gruppo ha acquisito altre tre società: l’italiana Gedec e le olandesi Test Inspire e RoodMicrotec.

Nella nota diffusa alla stampa, Microtest spiega che attraverso ipTest potrà acquisire delle competenze rilevanti nella realizzazione di dispositivi innovativi di testing, come il generatore DS5. Considerato l’expertise di ipTest nel collaudo dei semiconduttori al carburo di silicio, Microtest migliora la sua posizione come fornitrice di servizi ad aziende come Infineon o l’italo-francese StMicroelectronics (che costruirà a Catania un nuovo impianto dedicato, per l’appunto, ai chip al carburo di silicio).

“L’ingresso di ipTest permette a Microtest di rafforzarsi in un mercato straordinariamente interessante in cui sono attivi solo sei players al mondo”, ha dichiarato Franco Prestigiacomo, presidente di Microtest. “Volevamo portare il campione italiano del settore a competere da leader in ambito europeo, e ci siamo riusciti”.

SOCI E RISULTATI ECONOMICI

Il socio di maggioranza di Microtest è il fondo di private equity lussemburghese Xenon Private Equity, attraverso Seven Holding 3. Tra i soci – tutti con proprietà pegno – figurano anche la società olandese Lotan e le italiane Future Seeds e Neway, più Andrea Novaro e Giuseppe Medulla (ciascuno con una quota di 34.910 altre categorie di azioni).

Il consiglio di amministrazione è presieduto da Franco Prestigiacomo (è anche amministratore delegato di Xenon) e composto da Moreno Lupi, Giuseppe Amelio (l’amministratore delegato di Microtest), Luca Civita e Stefano Calabrò.

Nel bilancio chiuso il 31 dicembre 2022 Microtest ha riportato un valore totale della produzione di 30.932.287 euro, contro i 21.016.927 dell’euro dell’anno precedente. I costi della produzione sono ammontati a 28.160.083 euro, contro i 14.668.354 euro del 2021. L’utile dell’esercizio è stato di 839.738 euro, contro i 4.738.090 euro del 2021.

Dopo l’acquisizione di ipTest, Microtest ha fatto sapere di aver raggiunto un fatturato di oltre 80 milioni di euro a livello di gruppo, superando i quattrocento dipendenti.

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