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Microsoft Giappone

Microsoft si allea con gli editori in Europa contro Google e Facebook

Microsoft si unisce agli editori europei per chiedere l'introduzione di un meccanismo in "stile Australia" per costringere le Big Tech (Google e Facebook) a pagare per i contenuti delle notizie condivise sulle loro piattaforme

 

Scontro tra titani nella partita dei compensi all’editoria per le notizie condivise sulle piattaforme.

Microsoft ha annunciato di voler lavorare insieme agli editori europei a una proposta che garantisca il pagamento da parte delle grandi piattaforme online per l’uso dei contenuti pubblicati sotto forma di link.

Al centro del progetto lo sviluppo di un sistema di arbitrato in stile australiano per l’Ue che costringerebbe Big Tech (come Google e Facebook) a pagare per le notizie.

Dopo che l’Australia ha aperto la via nei giorni scorsi presentando una legge sul tema, l’Unione europea e gli Stati Uniti devono far fronte a crescenti pressioni per adottare misure simili.

Il modello australiano ha spinto Google a lanciare una raffica di accordi di licenza. All’inizio Facebook ha interrotto la condivisione di notizie australiane sul suo servizio per poi ritrattare la sua decisione.

Microsoft ha offerto un sostegno pubblico esplicito alle riforme australiane. Non solo, il colosso di Redmond ha anche esortato altri governi a seguire l’esempio. Come sottolinea il Ft, Microsoft spera di sfruttare le difficoltà dei suoi rivali promuovere il proprio motore di ricerca Bing come alternativa per le notizie rispettosa del copyright.

Tutti i dettagli.

COSA FARANNO MICROSOFT E GLI EDITORI EUROPEI

Ieri le quattro principali associazioni degli editori europei (Emma, Enpa, Epc, Nme) e Microsoft hanno concordato di lavorare insieme a una soluzione per garantire all’industria editoriale una remunerazione equa dei contenuti delle notizie.

I giganti del web come Google e Facebook utilizzano link e anteprime delle notizie sulle loro piattaforme accrescendo il proprio traffico e gli introiti pubblicitari.

IL MECCANISMO DI ARBITRATO

Il colosso fondato da Bill Gates e gli editori hanno dichiarato che sosterranno una forma di arbitrato e che esamineranno attentamente il modello sviluppato in Australia.

Il meccanismo di arbitrato europeo dovrebbe “considerare il modello stabilito dalla legge australiana”. Questo consente a un collegio arbitrale di stabilire un prezzo equo” per l’uso dei contenuti “sulla base di una valutazione dei benefici derivati da ciascuna parte”. Nonché “i costi di produzione del contenuto e qualsiasi onere indebito” che imporrebbe un ulteriore costo, si legge in una nota degli editori.

MECCANISMO DA INSERIRE NEI PROSSIMI DIGITAL MARKETS ACT E DIGITAL SERVICES ACT

Le nuove leggi sul copyright in Europa richiedono già ai motori di ricerca e alle piattaforme di social media di condividere le entrate con gli editori.

Ma gli editori europei e Microsoft vogliono che Bruxelles adotti “misure normative aggiuntive” per garantire che gli editori abbiano il potere di negoziare. Per questo l’industria dell’informazione europea chiede che nei prossimi Digital Markets Act e il Digital Services Act si adottino leggi più severe sulle piattaforme.

Come ha scritto MilanoFinanza oggi, “da un lato l’Ue dovrebbe costringere i colossi tecnologici ad avvertire gli editori in caso di modifiche agli algoritmi per la classificazione dei contenuti, misura che potrebbe rientrare nel Digital Services Act. Dall’altro, Bruxelles potrebbe inserire nel Digital Markets Act una forma di arbitrato in stile australiano”.

COSA STANNO FACENDO GOOGLE E FACEBOOK

Google e Facebook criticano entrambi fortemente le riforme australiane come impraticabili e ingiuste.

Il colosso di Mountain View è passato dalla minaccia di ritirare il suo motore di ricerca alla stipula di accordi con alcune delle principali media company australiane. Come l’ultima stretta con News Corp di Rupert Murdoch, per pagare per i link indicizzati nella sezione “News”.

Anche Facebook ha fatto dietrofront. Prima il gruppo di Menlo Park ha annunciato che avrebbe limitato agli editori e alle persone in Australia la condivisione di contenuti di notizie.

Tuttavia, ieri Facebook ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con i legislatori australiani per pagare gli editori locali.

IL COMMENTO DI BIG G

Nel frattempo, Facebook non ha però ancora commentato la mossa di Microsoft di allearsi con gli editori europei.

Alla notizia della presa di posizione di Microsoft Google ha invece dichiarato: “Abbiamo già centinaia di partnership con editori di notizie grandi e piccoli in tutta Europa, rendendoci uno dei maggiori finanziatori del giornalismo”.

COSA SPERA MICROSOFT AIUTANDO GLI EDITORI EUROPEI

Ma ricordiamo che Microsoft è proprietaria del motore di ricerca Bing. Il colosso tecnologico ha espresso il suo sostegno alla legislazione australiana fin da subito. Di sicuro spera nella possibilità di rubare quote di mercato al rivale Google.

“È stata un’opportunità per combinare buoni affari con una buona causa”. Si legge in un post sul blog del presidente Brad Smith all’inizio di questo mese.

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