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Che succederà ai lavoratori di Microsoft in Cina?

Le tensioni politiche sull'intelligenza artificiale crescono e così Microsoft ha chiesto a centinaia di dipendenti cinesi di valutare il trasferimento all'estero, anche negli Stati Uniti. Tutti i dettagli.

Microsoft ha chiesto a centinaia di dipendenti in Cina di valutare la possibilità di trasferirsi altrove per via della crescente competizione sull’intelligenza artificiale tra i governi cinese e americano.

COSA STA FACENDO MICROSOFT

Come riportato dal Wall Street Journal, l’opzione di trasferimento è stata presentata a circa settecento-ottocento lavoratori – perlopiù ingegneri di nazionalità cinese – della società tecnologica, il cui quartier generale si trova a Redmond, nello stato di Washington. Tra le destinazioni offerte compaiono l’Australia e l’Irlanda, oltre agli Stati Uniti.

I dipendenti cinesi di Microsoft potranno scegliere di restare in Cina, ma l’azienda – stando a quanto pubblicato dal South China Morning Post – ha sospeso le assunzioni nel paese.

IL RISCHIO PER LA CINA

I giornali statali cinesi hanno voluto sottolineare che le voci di un “trasferimento collettivo negli Stati Uniti” dei lavoratori cinesi “erano esagerate e inesatte”. Tuttavia, il Wall Street Journal  fa notare che la possibilità che gli ingegneri cinesi specializzati in machine learning e in cloud computing si trasferiscano all’estero e vi rimangano rappresenta un “rischio indiretto per le aspirazioni della Cina sull’intelligenza artificiale”: c’è infatti una carenza globale di talenti in questo settore, che li ha resi “uno dei gruppi più geopoliticamente importanti al mondo”, come ha scritto il New York Times.

I RICERCATORI SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA CINA E STATI UNITI

Uno studio del think tank MacroPolo, citato da Semafor, ha stabilito che la Cina forma più talenti nell’intelligenza artificiale rispetto agli Stati Uniti; tuttavia, gran parte di questi si trasferisce poi negli Stati Uniti per studiare all’università e gli Stati Uniti restano la meta più ambita dove lavorare. Allo stesso tempo, rispetto al 2019 un numero maggiore di ricercatori cinesi rimane in patria.

LE TENSIONI POLITICHE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il centro studi cinese Ambound pensa che l’offerta di Microsoft ai suoi dipendenti cinesi sia la dimostrazione di come le tensioni politiche tra Washington e Pechino stiano venendo trasmesse dal livello governativo a quello aziendale.

Gli Stati Uniti vogliono impedire alla Cina di raggiungere una posizione dominante nelle nuove tecnologie critiche, come appunto l’intelligenza artificiale – considerata una tecnologia sensibile per via del suo impatto trasformativo sull’economia e per il suo utilizzo in guerra – e i semiconduttori avanzati che la alimentano, le cui esportazioni sono infatti sottoposte a restrizioni.

Il governo americano sta valutando l’imposizione di nuove regole sui fornitori di servizi cloud (come Microsoft) per bloccare i trasferimenti di dati sensibili in Cina per ragioni di sicurezza nazionale.

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