skip to Main Content

Ipcei

Microchip, ecco cosa si muove tra Italia e Ue

Il ministro Urso ha annunciato il via libera della Commissione agli aiuti di stato per l'Ipcei Me/Ct sui microprocessori. L'Italia parteciperà con quattro aziende e sussidi per 1 miliardo. Ma Francia e Germania stanziano risorse ben maggiori

 

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha espresso “grande soddisfazione” per il via libera della Commissione europea, ieri, al progetto IPCEI ME/CT sui microprocessori. Ne fanno parte quattordici paesi membri dell’Unione europea: Italia, Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Spagna.

Il progetto, come ha spiegato Urso, “riguarda ricerca e sviluppo su soluzioni innovative relative ai progetti di microelettronica e tecnologia su tutta la catena del valore”.

“SIAMO SULLA STRADA GIUSTA”, DICE URSO

“Siamo sulla strada giusta per creare una piena connettività del Paese sulla economia del futuro”, ha aggiunto il ministro. I semiconduttori sono infatti la principale tecnologia abilitante soprattutto della transizione digitale (si utilizzano nei dispositivi elettronici e nei sistemi di intelligenza artificiale, ad esempio), ma anche di quella ecologica (sono presenti in grande numero nei veicoli elettrici).

IL “CHIPS ACT” ITALIANO

Urso ha inoltre anticipato che il governo è al lavoro su un “piano nazionale della microelettronica” che verrà inserito all’interno di un più ampio “Chips Act italiano” e presentato al Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. Si tratta della declinazione italiana del Chips Act, il piano dell’Unione europea per lo stimolo del settore dei semiconduttori, dal valore di 43 miliardi di euro. Bruxelles vuole ridurre la dipendenza europea dall’Asia orientale per i microchip attraverso il raddoppio della quota manifatturiera, portandola dal 9 al 20 per cento del totale mondiale entro il 2030.

LE AZIENDE COINVOLTE E GLI AIUTI

L’Italia partecipa al progetto ME/CT con quattro aziende: STMicroelectronics (italo-francese, partecipata dal ministero dell’Economia), MEMC (parte del gruppo taiwanese GlobalWafers), Menarini Silicon Biosystems (dell’omonimo gruppo fiorentino) e SIAE Microelettronica.

Ieri la Commissione europea ha autorizzato l’Italia a erogare aiuti di stato alle quattro imprese per quasi 1 miliardo di euro, per un investimento totale nel paese superiore ai 2,5 miliardi.

INTANTO, FRANCIA E GERMANIA…

In Francia STMicroelectronics riceverà un sussidio di 2,9 miliardi per la costruzione di una fabbrica di semiconduttori da 18 nanometri a Crolles; verranno creati all’incirca mille nuovi posti di lavoro. Il piano francese per i chip vale 5,5 miliardi.

Il governo della Germania sosterrà un investimento da 17 miliardi di Intel, statunitense, per una fabbrica di microchip con sussidio di 6,8 miliardi, che potrebbe venire portato a 10.

TUTTI I NUMERI DELL’IPCEI ME/CT

IPCEI sta per “Importante progetto di comune interesse europeo”. ME/CT coinvolge quattordici stati membri, cinquantasei aziende (anche piccole) e sessantotto progetti. Riceverà in tutto finanziamenti pubblici per 8,1 miliardi, che dovrebbero favorire 13,7 miliardi di investimenti privati.

Come ha spiegato Thierry Breton, commissario per il Mercato interno dell’Unione europea, l’IPCEI ME/CT vuole coprire ogni anello della catena del valore dei semiconduttori: strumenti (anche automatizzati) per la progettazione; macchinari per la produzione; materiali (come i wafer); tecnologie di manifattura, confezionamento e collaudo dei dispositivi.

I primi microprocessi sviluppati e realizzati nell’ambito dell’IPCEI ME/CT dovrebbero essere disponibili per il 2025, ma il completamento del progetto è previsto per il 2032. I posti di lavoro diretti creati dovrebbero essere più di 8500.

Back To Top