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Che cosa combinerà Meta con la pubblicità su WhatsApp?

Si torna a parlare di Adv nelle chat della popolarissima app di messaggistica. Per il FT Meta starebbe già testando una versione di WhatsApp con pubblicità nelle conversazioni. Ma il gruppo smentisce la ricostruzione del quotidiano

 

Che su WhatsApp prima o poi sarebbe arrivata la pubblicità era chiaro a tutti, soprattutto dopo che la popolare app di messaggistica è stata inglobata da Meta, la big tech americana di Mark Zuckerberg. Dovrebbe infatti essere ormai noto, specie dopo lo scandalo Cambridge Analytica, che il trentanovenne ha fondato il proprio impero sulla profilazione per Adv mirati. E dato che a Mr. Facebook l’app di messaggistica non è certo costata poco (ben 19 miliardi di dollari nel 2014), appariva scontato che l’obiettivo fosse trarne profitto. Questo nonostante il co-fondatore dell’app Brian Action amasse ripetere “No ads! Niente giochi! Niente espedienti!”

META CERCA SOLDI FUORI DA FB E IG

Il problema, per il buon Mark, è che non tutti hanno Facebook, anzi, i più giovani ormai non entrano nemmeno più su Instagram, preferendo TikTok, mentre tutti, o quasi, hanno invece WhatsApp e compulsano quotidianamente sul touch screen del proprio smartphone per inviare emoticon, saluti, immagini, video ma anche messaggi e documenti di lavoro. Insomma, WhatsApp è, a dispetto dei social, una piazza affollatissima che non conosce declino. Pensate allora cosa vorrebbe dire, per Mark, piazzarci strategicamente la pubblicità.

LA VECCHIA IPOTESI DEGLI SPOT NELLE STORIES

Ci ha pensato anche lui. Anzi, ci pensa da tempo. Secondo quanto era stato annunciato dalla compagnia stessa, sarebbe dovuta arrivare nel 2019, con annunci sandwitch tra una storia e l’altra, esattamente come succede già oggi su Instagram. Ma a quanto pare non tutti sarebbero stati d’accordo e infatti non se ne fece nulla.

WHATSAPP, PUBBLICITÀ Sì O NO?

Adesso, secondo il Financial Times, l’argomento non solo sarebbe stato ripreso e spolverato, ma si sarebbe già concretizzato in una fase di testing per mostrare per la prima volta annunci pubblicitari nell’app. E nuovamente sarebbero iniziati i dissidi interni, perché non tutti sono dell’idea di attuare interventi particolarmente invasivi, come per esempio tappezzare l’interno delle chat di WhatsApp con pubblicità e non va nemmeno a genio la proposta di inserire banner nelle rubriche dei propri contatti.

Del resto, tra la fine del 2020 e l’inizio dell’anno successivo bastò che Meta annunciasse cambiamenti sulla privacy nel contratto con gli utenti a spingere milioni di persone a disinstallarlo, con una emorragia che favorì i rivali Telegram e Signal, dimostrando a Mark che in quel mercato la concorrenza si sta facendo sempre più agguerrita. Chi se la sente, ora, di sfidare nuovamente la sorte e, per rincorrere qualche dollaro facile, rischiare di provocare un nuovo esodo?

WHATSAPP CON E SENZA PUBBLICITÀ

Per questo, nonostante le numerose discussioni, anche animate, sull’argomento secondo le fonti sentite dal Financial Times non sarebbe stata presa ancora alcuna decisione definitiva.

Ma Meta non sembrerebbe troppo dell’idea di lasciare l’app totalmente gratis e starebbe anche valutando se addebitare un canone di abbonamento per utilizzare una versione di WhatsApp senza pubblicità.

Quel che è certo è che, visti i precedenti del Gruppo, se l’app di chat dovesse realmente aprirsi agli Adv le autorità, soprattutto qui in Europa, presteranno molta attenzione a eventuali attività di profilazione per spot mirati sugli interessi degli utenti.

LA NETTA SMENTITA DI META

A stretto giro è arrivata, via X, la smentita di Will Cathcart, Responsabile di WhatsApp, che rubrica la ricostruzione del Financial Times semplicemente come “falsa”. “Noi – si limita ad aggiungere – non stiamo facendo nulla di tutto ciò”.

 

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