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Meta e Siae litigano ma non rompono (di nuovo): proroga dell’accordo provvisorio

La scadenza dell'accordo transitorio che ha fatto tornare la musica italiana su Facebook e Instagram è stata prorogata in limine al 31 gennaio 2024 e Siae attacca: "Meta continua a rifiutarsi di fornire ogni informazione utile per assicurare la corretta remunerazione del diritto d’autore"

In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio diceva Giuseppe Prezzolini (1882-1992) creando senza saperlo uno di quegli aforismi con cui amiamo commiserarci. Valeva agli albori del nostro Stato, vale a quanto sembra nell’era del metaverso, se pensiamo che è stato prorogato l’accordo transitorio stipulato tra mille difficoltà tra la nostrana Siae e l’americana Meta per l’uso della musica italiana sulle piattaforme social che hanno decretato l’ascesa di Mark Zuckerberg.

L’INTERVENTO DECISIVO DELL’ANTITRUST PER L’ACCORDO TRANSITORIO

Era dovuta scendere in campo l’Autorità Antitrust italiana che aveva deliberato di adottare misure cautelari per un presunto abuso di dipendenza economica da parte del gruppo statunitense che era stato anche obbligato a fornire tutte le informazioni necessarie nell’ambito della ripresa delle trattative. E i contenuti musicali sarebbero perciò dovuti tornare nuovamente disponibili sulla libreria dalla quale gli utenti possono attingere.

Questo aveva portato Meta e Siae a siglare un accordo transitorio per il ritorno della musica italiana, che in massima parte è gestita dalla Società autori ed editori, sulle stories e di Instagram e i reels di Facebook. «A seguito di un accordo transitorio firmato tra le parti, sulle piattaforme social di Meta si tornerà ad ascoltare la musica tutelata da Siae», facevano sapere in maggio dalla Società autori ed editori.

LA SCADENZA PROROGATA SPIA DI UN ACCORDO LONTANO?

La scadenza di tale accordo era stata inizialmente fissata al 6 ottobre, quindi domani, ma è stata prorogata al 31 gennaio 2024. “Abbiamo concordato una nuova estensione dell’accordo di licenza con Siae. Utenti e creator continueranno ad accedere al catalogo Siae mentre portiamo avanti le negoziazioni per un accordo a lungo termine”, ha spiegato un portavoce di Meta, citato da Ansa.

Quel che è certo è che una proroga di un accordo transitorio non è mai un buon segno ed è spesso spia delle difficoltà carsiche di addivenire alla sua versione definitiva. Lo conferma Siae secondo la quale “la proroga dell’accordo raggiunto grazie all’intervento dell’Autorità Antitrust è temporaneo ed esclusivamente volto a tutelare l’industria creativa nazionale e, segnatamente, gli autori”. La Siae, citata sempre da Ansa, ha chiarito inoltre che “Meta continua a rifiutarsi di fornire ogni informazione utile per assicurare la corretta remunerazione del diritto d’autore ai sensi del provvedimento dell’Autorità e della normativa Ue”.

LO STRAPPO (ANCHE CON SOUNDREEF)

Lo strappo consumato a marzo quando, nello stallo delle trattative, quando secondo fonti italiane Meta avrebbe improvvisamente lasciato il tavolo, tanto che il numero 1 di Siae, Salvo Nastasi, ascoltato dalla Commissione cultura della Camera, aveva persino evocato comportamenti degni di Kim Jong-un raccontando come il colosso Usa avesse fatto sapere che avrebbe tolto tutti i repertori di Siae dai propri social semplicemente schiacciando un bottone, «come fa il dittatore coreano». Il bottone come ben sappiamo infatti era stato premuto, anche se i risultati non erano stati chirurgici visto che, nella fretta di procedere, Meta aveva travolto anche le musiche sotto l’ombrello di Soundreef. Ma questa è un’altra canzone e l’abbiamo già sentita.

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