Splashdown della navicella Orion nell’Oceano Pacifico: si conclude con successo per la missione inaugurale del programma lunare Artemis della Nasa.
La capsula Orion senza equipaggio della Nasa è ammarata nell’oceano Pacifico durante l’ultima tratta di ritorno del suo viaggio intorno alla Luna. Lo riferisce in una nota l’agenzia spaziale statunitense, precisando che la capsula, che trasportava un finto equipaggio formato da tre manichini cablati con sensori, è caduto nell’oceano all’alba dell’11 dicembre al largo della penisola messicana della Baja California.
Orion ha completato la sua missione di 25 giorni circa due settimane dopo aver raggiunto il suo punto più lontano nello spazio, a circa 434.500 chilometri dalla Terra. La Nasa aveva lanciato Orion sul gigantesco razzo Space Launch System (Sls) lo scorso 16 novembre dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida.
Cinquant’anni dopo l’ultima volta che gli astronauti hanno messo piede sulla Luna, termina la missione Artemis 1 e si apre così la strada alla missione Artemis 2 nel 2024 quando la Nasa invierà un gruppo di astronauti attorno alla Luna.
Era l’11 dicembre 1972 quando due astronauti a bordo dell’Apollo 17 – Eugene Cernan e Harrison Schmitt – divennero gli ultimi di 12 “moonwalker”.
Tutti i dettagli.
COSA SUCCEDE DOPO IL RIENTRO SULLA TERRA DI ORION
Ora che Orion è tornato a terra, l’agenzia spaziale inizierà a catturare i dati dai manichini dotati di sensori a bordo in modo che possa prepararsi per le future missioni che coinvolgono gli esseri umani. “Dal lancio del razzo più potente del mondo all’eccezionale viaggio intorno alla Luna e ritorno sulla Terra, questo test di volo è un importante passo avanti nella generazione Artemis dell’esplorazione lunare”, ha dichiarato l’amministratore della Nasa Bill Nelson. “Oggi è una grande vittoria per la Nasa, gli Stati Uniti, i nostri partner internazionali e tutta l’umanità”.
SUCCESSO ANCHE PER L’ESA E IL NOSTRO PAESE
Tutto ha funzionato come previsto, compreso il Modulo di servizio costruito dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) con un’importante partecipazione dell’Italia, con Agenzia Spaziale Italiana e industria. (Qui l’approfondimento di Startmag su Artemis, ecco cosa faranno Leonardo, Thales Alenia Space e Argotec per la prima missione sulla Luna della Nasa).
“L’Esa è un partner forte per la Nasa, che si è affidata al Modulo di servizio europeo per rimandare gli astronauti sulla Luna”, ha twittato il direttore generale dell’Esa, Josef Aschbacher. L’Europa continuerà a fornire ulteriori moduli di servizio per le future missioni Orion come mezzo per garantire posti per i propri astronauti insieme ai loro colleghi americani.
LA TABELLA DI MARCIA DEL PROGRAMMA ARTEMIS
Il successo di questa prima missione inaugura la nuova era di esplorazione per la Nasa Artemis (nella mitologia greca Artemide era la sorella di Apollo).
La seconda missione Artemis della Nasa, prevista per il 2024, invierà un gruppo di astronauti attorno alla Luna. L’agenzia prevede di riportare gli esseri umani sulla superficie lunare durante Artemis 3, ma ciò potrebbe non avvenire prima del 2026. Se tutto andrà come previsto, gli astronauti torneranno a camminare sulla Luna dopo mezzo secolo dall’era Apollo.
Ma c’è ancora molta strada da fare prima che la Nasa possa inviare persone sulla Luna a bordo di Orion e SLS, sottolinea Axios. L’agenzia spaziale americana prevede anche di costruire un giorno una piccola stazione spaziale Gateway in orbita lunare per stabilire una presenza umana a lungo termine e utilizzare la Luna come banco di prova per le missioni umane su Marte entro la metà degli anni ’30. La sua più ampia visione Moon to Mars include partner commerciali come SpaceX di Elon Musk e il razzo Starship per carichi pesanti che potrebbe essere pronto per il suo primo volo di prova orbitale già il mese prossimo.