Cloud a quattro livelli per blindare entro il 2025 i dati del 75% delle Pa. I dati più sensibili affidati al Polo strategico nazionale con chiavi crittografiche in Italia Colao: preferibile un gestore con controllo pubblico. Partenariato al posto della gara tradizionale.
Così oggi il Sole 24 Ore ha sintetizzato gli annunci fatti ieri dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, sul piano del governo in materia di Cloud della Pubblicazione amministrazione.
Ci saranno quattro modelli di cloud per ospitare i dati più sensibili delle Pubbliche amministrazioni affidati al Polo strategico nazionale (Psn) o comunque a fornitori qualificati, ha aggiunto il Sole 24 Ore: “Soltanto per i dati meno critici ci sarà una quinta opzione e le Pa potranno ricorrere anche a fornitori non qualificati con server che (solo in questo caso) potranno essere collocati anche fuori dall’Unione europea. Per ognuno di questi quattro modelli, il piano del governo prevede differenti livelli di sicurezza a presidio dell’autonomia dei dati nazionali a loro volta classificati in tre gruppi (ordinari, critici e strategici). Si prevede anche il controllo delle chiavi crittografiche in mani italiane. I quattro livelli, con rispettivi gradi di criptografia e in un caso con un sistema obbligatorio di licenze, dovrebbero rappresentare una risposta, probabilmente però solo parziale, al rischio di accesso ai dati da parte di governi di paesi terzi ad esempio attraverso l’applicazione del Cloud Act americano”.
Ma quindi al momento quali sono le cordate che si candideranno per il partneriato pubblico-privato (e non a una gara pubblica) Cloud Italia voluto dal governo rispetto a quelle che si erano costituite in vista appunto di una gara pubblica?
“In pole position c’è la cordata formata da Tim, Leonardo, Cdp e Sogei, che avrebbe come partner tecnici colossi Usa come Google e Microsoft”, scrive oggi La Stampa.
Per il Corriere della Sera ci sono due cordate: “Cassa depositi e prestiti con Tim, Sogei e Leonardo, e Almaviva insieme ad Aruba”.
“E’ ormai stato dichiarato dalle aziende interessate che ci sarà una proposta Tim (con Google)-Cdp-Leonardo-Sogei. Sulla carta potrebbe non essere l’unica ad arrivare nei prossimi giorni né si escludono aggregazioni”, ha aggiunto il Sole 24 Ore.
Si confermano dunque le indiscrezioni del quotidiano Repubblica che nel fine settimana ha scritto: “Le altre due cordate, Fincantieri-Amazon e Poligrafico-Fastweb potrebbero naufragare perché si mormora che il Mef stia cercando di scoraggiare altre società pubbliche a fare concorrenza allo squadrone in cui militano Cdp, Tim, Sogei e Leonardo”.
Quindi il Tesoro ha deciso quali aziende partecipate o controllate direttamente o indirettamente dallo Stato posso candidarsi per il Cloud della Pubblica amministrazione.
Una selezione che fa discutere nei palazzi della politica, mentre il progetto scartato di gara a favore del partneriato pubblico-privato fa borbottare – secondo le indiscrezioni raccolte da Startmag – il Consorzio Italia Cloud che include 6 società italiane (Seeweb, ETH, Netalia, Infordata, Sourcesense, Babyloncloud) che ha dichiarato interesse per il progetto del governo.