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Leonardo, ecco come Profumo strattona la Bei per gli investimenti nella difesa

Alessandro Profumo, ad di Leonardo e presidente dell’associazione europea delle industrie dell’aerospazio e della difesa (Asd), sollecita la Banca europea per gli investimenti (Bei) una riforma dei prestiti

Appello di Alessandro Profumo, numero uno di Leonardo, alla Bei per una riforma dei prestiti per i progetti militari.

“Serve una revisione della politica di prestito della Banca europea per gli investimenti che gli consenta di finanziare anche i progetti militari”, ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo e presidente dell’Associazione europea delle industrie dell’aerospazio e della difesa (Asd), Alessandro Profumo, in un’intervista al Financial Times. Per Profumo tale mossa “alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina invierebbe un segnale importante sul fatto che il blocco stia rafforzando la sua difesa”.

Stando al Ft, la banca europea presieduta da Werner Hoyer ha rifiutato di commentare in modo specifico le osservazioni di Profumo, ma ha affermato di voler “svolgere un ruolo nel sostenere l’industria in generale, in particolare sui progetti di ricerca e sviluppo che hanno un approccio a duplice uso”.

Già a fine maggio, in occasione del Consiglio europeo, in qualità di presidente dell’Asd, Profumo aveva redatto una nota in cui incoraggiava i leader politici dell’Ue a prendere in considerazione un possibile aumento del budget del Fondo europeo per la difesa.

Tutti i dettagli.

L’ACCESSO AI FINANZIAMENTI È CRITICO PER LE AZIENDE DEL SETTORE DIFESA

Nella stessa intervista al Ft, il segretario generale di Asd, Jan Pie, ha sostenuto che alcune banche nazionali hanno utilizzato il fatto che la Bei non ha concesso prestiti al settore come argomentazione per non autorizzare finanziamenti alle imprese.

“Uno degli argomenti che usano è se la difesa è considerata difficile da affrontare, perché dovremmo farlo a livello nazionale se la Banca europea per gli investimenti non lo fa a livello europeo?” ha speigato al quotidiano londinese.

Inoltre, l’accesso ai finanziamenti è particolarmente critico per le aziende più piccole della filiera del settore della difesa che, tuttavia, sono fondamentali per l’innovazione.

LA GUERRA IN UCRAINA HA CAMBIATO LO SCENARIO

Ma il conflitto in Ucraina ha “cambiato in modo significativo la posizione di molti paesi europei nel settore della difesa” secondo Profumo. Infatti ha rafforzato l’idea che “non c’è sostenibilità senza sicurezza”. La guerra “ha spinto i governi europei, in particolare la Germania, ad annunciare forti aumenti della spesa per la difesa e ha spinto Bruxelles a presentare proposte per una maggiore collaborazione e razionalizzazione della produzione di armi all’interno del blocco”, spiega il Financial Times.

PROFUMO: OCCORRE AUMENTARE IL BUDGET DEL FONDO EUROPEO PER LA DIFESA

Infine, il numero uno di Leonardo ha affermato che “l’industria è favorevole anche ad un aumento del budget del Fondo europeo per la difesa (Edf) alla luce delle esigenze operative poste dalla guerra”.

Come ha ricordato il quotidiano londinese, Il fondo, lanciato l’anno scorso per cofinanziare progetti di ricerca e sviluppo collaborativi nel settore della difesa in Ue, doveva inizialmente avere un budget di 13 miliardi di euro. Ma è stato ridotto a 7,9 miliardi di euro.

“È importante ridiscutere tale budget e trovare un importo aggiuntivo per essere sicuri che i paesi europei stiano davvero lavorando correttamente su ricerca e sviluppo da un lato e costruzione della base operativa dall’altro”.

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