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Leonardo Genova

Leonardo, cosa succederà all’ex Elsag

Il punto sull'ex Elsag di Leonardo

 

Resta incerto il futuro per la Business Unit Automation di Leonardo a Genova che occupa 400 lavoratori sui 1700 dello stabilimento genovese.

Lo scorso 5 maggio il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, è intervenuto rispondendo ad un’interrogazione parlamentare relativa all’intenzione dell’ex Finmeccanica di mettere sul mercato la B.U. Automation che opera nel sistemi integrati multifunzionali per tutti i progetti aeroportuali e postali. (Qui l’approfondimento di Start su cosa si dice sugli stabilimenti di Genova e Taranto di Leonardo).

“Leonardo ha riferito di aver avviato un percorso per individuare un interlocutore capace di valorizzarne le competenze e favorirne lo sviluppo”, ha affermato Giorgetti.

Ma le dichiarazioni del titolare del Mise sulle prospettive della divisione automazione nello stabilimento di Genova della Leonardo guidata da Alessandro Profumo non sono piaciute ai sindacati. Un “implicito via libera” all’operazione di dismissione, secondo Fim, Fiom, Uim.

Per i sindacati, “la decisione di disfarsi della BU risulta ancor più incomprensibile” alla luce dell’acquisizione recente di commesse in ambito internazionale per realizzare nuovi sistemi di smistamento per Amazon e Aeroporti Spagnoli del valore di 70 milioni di euro.

Pertanto le sigle hanno indetto un nuovo sciopero per martedì 11 maggio. Il terzo dopo quelli organizzati a marzo e aprile. La richiesta resta quella di un confronto con il Governo per una soluzione positiva della vertenza.

Tutti i dettagli.

GIORGETTI: “INVESTIMENTI MIRATI”

“Ritengo che il gruppo Leonardo abbia progetti e strategie importanti con riferimento all’unità di Genova e quindi l’auspicio condiviso è quello di investimenti mirati per garantire una ripresa in tempi rapidi, essendo la Business Unit un player importante in settori strategici di industrie legate a tecnologie avanzate”. Così la scorsa settimana il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (Lega), ha risposto nell’Aula della Camera a un’interrogazione sulle prospettive della divisione automazione dello stabilimento Leonardo di Genova.

INDIVIDUAZIONE DI UN PARTNER INDUSTRIALE

“Al fine di garantire alla ‘Business unit’ la solidità necessaria ad assicurarle una capacità competitiva anche nel medio periodo — ha detto il ministro in Aula — Leonardo ha riferito di aver avviato un percorso per individuare un interlocutore capace di valorizzarne le competenze e favorirne lo sviluppo. Tale processo sarà portato avanti, informando tutte le parti interessate nello sviluppo del progetto e tenendo in considerazione lo storico rapporto di Leonardo con il territorio ligure, così da garantire il massimo impegno sulle prospettive occupazionali del sito, in linea, peraltro, con la tradizione industriale del Gruppo”.

PASTORINO: “INTERVENTO STATALE PER LA DIVISIONE AUTOMAZIONE”

“C’è differenza tra la risposta data dal ministro Giancarlo Giorgetti e quella dello scorso anno sul futuro della divisione automazione dello stabilimento di Genova della Leonardo Spa. In questo caso conferma la ricerca di un partner, che non significa garantire i livelli occupazionali. È importante comunque ribadire gli impegni assunti su Genova” ha dichiarato il deputato ligure Luca Pastorino, segretario di presidenza alla Camera per Leu, firmatario dell’interrogazione al ministro.

“Mi piacerebbe che per la divisione automazione, della Leonardo di Genova, ci sia un intervento statale come avvenuto in altri casi, magari con l’intervento pubblico attraverso progetti del Recovery plan” ha concluso Pastorino.

FIM, FIOM, UILM LEONARDO GENOVA: “MOBILITAZIONE CONTINUA”

Ma i sindacati restano insoddisfatti dalla risposta del ministro Giorgetti.

“Abbiamo letto con attenzione la risposta del ministro alle attività produttive, Giancarlo Giorgetti, all’interrogazione parlamentare relativa alla dismissione della business unit automazione di Leonardo. Scremata da una serie di stucchevoli dichiarazioni relative a ipotetici investimenti su Genova del gruppo Leonardo, la risposta si risolve in un implicito via libera all’operazione di dismissione”. Si legge nella nota diffusa dai rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, Uilm Leonardo Genova.

“Come organizzazioni sindacali non possiamo accettare tale risposta — proseguono — la mobilitazione continuerà. I sindacati ricordano anche che, meno di dieci anni fa, Leonardo occupava a Genova più di 7.000 lavoratori e oggi sono solo 1.700.

ACQUISITI NUOVI ORDINI DA AMAZON E AEROPORTI SPAGNOLI

Inoltre, per i sindacati, “la decisione di disfarsi della BU risulta ancor più incomprensibile alla luce delle recenti notizie di stampa dalle quali si apprende che per questa divisione sono stati acquisiti ordini per realizzare nuovi sistemi di smistamento per Amazon e Aeroporti Spagnoli del valore di 70 milioni di euro, pertanto — concludono — la richiesta è sempre quella di un confronto con il Governo che porti ad una soluzione positiva della vertenza”.

FIOM-CGIL: “SERVONO RISPOSTE CHIARE E NON AMBIGUE”

“Servono risposte chiare e non ambigue da parte del Mise e del Governo rispetto alle decisione presa da Leonardo sulla cessione della Bu Automazione, avendo il controllo diretto sulla società”. A sollecitare l’esecutivo è Claudio Gonzato, coordinatore nazionale Aerospazio per la Fiom-Cgil in una nota.

Anche per il rappresentante di Fiom-Cgil Giorgetti ha “riportato sostanzialmente le dichiarazioni dell’azienda, senza dire cosa ne pensa il suo dicastero e il Governo in merito all’operazione”.

“Le attività e lo sviluppo delle tecnologie per i sistemi di smistamento di pacchi e di bagagli — prosegue Gonzato nella nota — rappresentano e devono rappresentare per il futuro un pezzo di sistema industriale strategico per il rilancio dei settori in crisi legati al trasporto e civile e commerciale, garantendo insieme la sicurezza per il Paese. Condividere dunque la scelta dell’azienda da parte delle massime istituzioni dello Stato è ingiustificabile e rappresenta una visione miope che porta ad un ulteriore ridimensionamento industriale, al contrario servono investimenti pubblici e privati per aumentarne lo sviluppo e il rilancio”.

FIM CISL: “MANTENERE BUSINESS UNIT AUTOMATION IN LEONARDO”

“Come Fim Cisl, riteniamo che gli investimenti possano arrivare garantendo a queste attività svolte dalla B.U. Automation di rimanere all’interno del perimetro di Leonardo” si legge nella nota congiunta a firma di Michele Zanocco, segretario nazionale Fim Cisl e Mauro Masci coordinatore Fim Cisl Nazionale.

“Per questo, come Fim Cisl, consideriamo — proseguono Zanocco e Masci — che assumere come unica opzione quella della cessione o della partnership per sviluppare il business dell’automazione, dia del tema una visione assolutamente limitata. Lo sviluppo dell’ambito della logistica è uno dei pilastri del piano strategico di Leonardo”.

L’ESEMPIO DI VITROCISET CHE HA ACQUISITO LOGISTICA DIGITALE

“In un mercato che guarda sempre più al prodotto ed al servizio “chiavi in mano”, — fanno notare i sindacati — avere la forza di potersi promuovere come soggetto detentore dello sviluppo, progettazione, produzione ed integrazione del sistema utilizzando attività già oggi presenti in Leonardo come la sensoristica e la sicurezza fisica e cibernetica, consentirebbe a Leonardo di detenere tutta la filiera necessaria e forse presentarsi come unico player mondiale in grado di garantire l’insieme del sistema.

A questo proposito Fim Cisl nota come l’acquisizione di Logistica Digitale avvenuta attraverso Vitrociset, società 100% del Gruppo Leonardo avvenuta poche settimane fa, vada proprio in questa direzione. “Vitrociset, che fa parte della Divisione Elettronica di Leonardo, opera con grande capacità e competenza nel settore della logistica anche nell’ambito militare, valorizzata dalla capacità di essere più efficace nei costi in generale ed in particolare nello sviluppo di servizio oltre che di produzione” hanno sottolineato Zanocco e Masci.

“Queste sono le motivazioni più importanti che inducono la Fim Cisl a sostenere che le risposte date dal Ministro Giorgetti sono da ritenersi poco esaustive e meritevoli di essere ulteriormente approfondite”.

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