Futuro incerto per la Business Unit Automation di Leonardo a Genova che occupa 400 lavoratori sui 1700 dello stabilimento genovese.
Il 21 aprile i dipendenti sono tornati in piazza dopo l’annuncio da parte dell’ex Finmeccanica di voler trovare nei prossimi mesi un partner industriale per la divisione Automazione.
La divisione Automazione di Leonardo è specializzata in sistemi logistici di smistamento bagagli negli aeroporti e gestione logistica dei pacchi.
“Solo un anno fa l’ad Alessandro Profumo aveva annunciato investimenti su Genova e dichiarato strategica l’automazione, ora ci annunciano un’operazione che mira solo a fare cassa e che i lavoratori e la città non possono accettare” ha tuonato Bruno Manganaro, il segretario della Fiom genovese.
La vertenza ha raggiunto il giorno stesso dello sciopero il tavolo del governo Draghi. Il deputato ligure Luca Pastorino (LeU) ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro dello Sviluppo economico Giorgetti, per fare luce sulla situazione del ramo Business Automation.
Il 23 aprile i rappresentanti dei sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil e i delegati Rsu di Leonardo, hanno incontrato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti insieme all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Andrea Benveduti.
Al termine dell’incontro, Toti ha inviato una lettera a Giorgetti chiedendo un incontro per fare chiarezza sul futuro di Leonardo a Genova e, in particolare, della Business Unit Automazione.
Nel frattempo, proseguono i problemi anche per la divisione Aerostrutture di Leonardo a Grottaglie. La Fiom lamenta che l’uso trasfertisti non è soluzione per 1000 esuberi previsti.
Tutti i dettagli.
I PIANI DEL GRUPPO LEONARDO
A inizio marzo il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha manifestato l’intenzione di voler trovare nei prossimi mesi un partner industriale per la divisione automazione (ex Elsag), che contempla al suo interno prodotti e soprattutto risorse chiave per l’ambito della logistica.
Il delegato della Fim Cisl, Marco Longinotti, ha ricordato come “per mesi il nostro ad ha dichiarato sia al mondo politico che a quello amministrativo genovese che l’automazione a Genova non sarebbe stata toccata”.
L’intenzione di affiancarsi un partner parrebbe rappresentare l’anticamera della vendita della Business Unit Automation.
COSA FA LA DIVISIONE AUTOMAZIONE DI LEONARDO (EX ELSAG)
Il 1º novembre 1998 nasce Elsag S.p.A. con sede a Sestri Ponente, Genova e diventa una società del gruppo Finmeccanica ora Leonardo.
Come ricorda La Stampa, “sulla base dell’ultimo assetto del gruppo Leonardo, approvato a fine dicembre del 2018, la cosiddetta Automazione è una business unit, che fa riferimento alla divisione Elettronica. Con 400 dipendenti e 150 milioni di euro di fatturato, è una delle tre anime dell’ex Finmeccanica a Genova, insieme alla nuova divisione Cybersecurity e alle altre funzioni che fanno sempre riferimento all’Elettronica, ma rientrano in un perimetro più ampio rispetto all’Automazione”.
Si occupa di soluzioni integrate per la gestione, lo smistamento e la tracciatura di tutte le tipologie di oggetti postali e dei bagagli, mediante sistemi sviluppati con 40 anni di esperienza.
LO SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLO STABILIMENTO LIGURE
Dopo quello del 12 marzo scorso, i lavoratori di Leonardo Genova hanno organizzato un nuovo sciopero lo scorso 21 aprile contro l’annunciata esternalizzazione delle attività di automazione.
FIOM CIGL: “L’AUTOMAZIONE RESTI IN LEONARDO”
“Siamo di fronte a una scelta miope e scellerata che butta fuori dal perimetro del primo gruppo industriale italiano un pezzo di estremo valore — ha denunciato Stefano Bonazzi, delegato Fiom Cgil — è una scelta che mette in discussione tutto lo stabilimento genovese di Leonardo, uno dei più importanti. Vogliamo che l’automazione resti in Leonardo, con investimenti che diano sviluppo e lavoro.”
FIOM GENOVA: “PERDERE QUESTA ATTIVITÀ SAREBBE UN DISASTRO”
Il segretario della Fiom genovese, Bruno Manganaro, ha sottolineato che “perdere questa attività sarebbe un disastro. Chiediamo un incontro urgente al governo, azionista di Leonardo, che deve fermare questa scelta dell’amministratore delegato. È inaccettabile per un’azienda che riceverà soldi con il Recovery fund: bisogna fermarli”.
UILM: “GENOVA IN UNA SECONDA WHIRLPOOL?”
‘Leonardo eviti una seconda Whirlpool e apra gli occhi. I lavoratori non molleranno” ha dichiarato Antonio Apa, segretario generale della Uilm di Genova. “Profumo la deve smettere di prendere in giro Fim Fiom Uilm di Genova, i lavoratori, le Istituzioni, il Parlamento, il Ministro di allora Patuanelli e persino la Chiesa. In tutte le sedi non può pontificare la capacità tecnologica della struttura industriale del sito Leonardo e poi rinnegare le affermazioni positive fatte cedendo l’automazione con 400 persone e 150 milioni di fatturato”.
DOPO L’AUTOMAZIONE A RISCHIO LA CYBER SECURITY?
“La cosa sorprendente — ha evidenziato Apa — è che i lavoratori giornalmente producono fatturato, a favore anche del gruppo dirigente, ma non prendono né laute liquidazioni né mbo, anzi, devono assistere a delle scelte sciagurate come dismissioni di attività produttive, e alle continue assunzioni di gruppi dirigenziali che, messi a capo delle singole società, producono disastri. I 700 lavoratori Leonardo stanno dando due avvertimenti all’ad: non vogliamo che dopo l’automazione si attacchi anche alla cyber security; se vuole trasformare l’automazione in una seconda Whirlpool si accomodi… Questa volta Fim Fiom Uilm e i lavoratori non molleranno, chiederemo al Prefetto di sollecitare un incontro con il ministro Giorgetti unitamente alle Istituzioni. Se non arriverà un segnale di ripensamento sulla vendita dell’automazione vuol dire che apriremo definitivamente le danze”.
MALCONTENTO ANCHE NELLA DIVISIONE AEROSTRUTTURE
Se gli animi sono agitati a Genova, la situazione non è più rosea nello stabilimento Leonardo di Grottaglie (Taranto), dove si assemblano le sezioni di fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787.
La divisione aerostrutture (che comprende lo stabilimento di Grottaglie) sta risentendo infatti della flessione dei rate produttivi dei programmi Boeing 787 e Atr.
Tanto che a inizio marzo Leonardo ha annunciato 1.000 esuberi per la divisione Aerostrutture. Di questi, “500 da gestire con prepensionamento per i lavoratori che matureranno i requisiti per accedere all’articolo 4 “legge Fornero” negli anni 2021-2022-2023″. Gli altri 500, invece, “saranno ricollocazioni presso stabilimenti di altre Divisioni”.
“Da gennaio l’azienda fa circolare voci di possibili trasferte in alcuni siti della Divisione Velivoli, ma ad oggi, a Grottaglie, lo strumento delle trasferte per ridurre il vuoto lavoro non è stato ancora utilizzato, fatta eccezione per meno di 30 lavoratori, di cui 10 all’interno della stessa Divisione Aerostrutture (Foggia e Pomigliano). In ogni caso, l’eventuale ulteriore partenza di altri lavoratori non sarà la risoluzione agli esuberi presenti” ha sottolineato la Fiom Cgil di Taranto.
La Fiom ha aggiunto che “le trasferte annunciate negli incontri di sito, presso i siti di Venegono e Caselle, ad oggi vedono coinvolti in minima parte i lavoratori di Grottaglie”. “L’azienda dichiara che a Grottaglie non sono presenti figure professionali adeguate alle richieste della Divisione Velivoli. Non è ammissibile che, nonostante le eccellenti professionalità presenti in stabilimento, Grottaglie sia il sito della Divisione Aerostrutture ad utilizzare meno le trasferte per ridurre il vuoto lavoro” ha concluso il sindacato.
L’INTERROGAZIONE A GIORGETTI PER LEONARDO AEROSTRUTTURE
Ma la situazione dello stabilimento tarantino di Leonardo era approdata anche sul tavolo del governo Draghi.
INTERROGAZIONE LEU A GIORGETTI
Tornando invece a Genova, come dicevamo il deputato Pastorino ha depositato una interrogazione parlamentare al ministro Giorgetti, per fare luce sulla situazione del ramo Business Automation.
“L’interrogazione è sottoscritta anche dal deputato ligure Edoardo Rixi (Lega) ex vice ministro alle Infrastrutture e dal capogruppo LeU Federico Fornaro” ha dichiarato Pastorino. “È un percorso nato già lo scorso anno con una mia prima interrogazione in aula, ora l’idea è di fare lo stesso, riportare in aula questo tema così importante per Genova davanti al ministro Giorgetti”.
“GRANA IN PIÙ PER PROFUMO”
“Una grana in più per Profumo” ha sottolineato Gianni Dragoni sul suo blog Poteri deboli. “Giorgetti è un uomo forte della Lega che, attraverso Matteo Salvini, ha chiesto la sostituzione di Profumo dopo la condanna a sei anni di reclusione in primo grado per la contabilizzazione dei derivati (falso in bilancio, secondo i giudici) nei bilanci di Mps”.
LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE TOTI
Infine, anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha chiesto un incontro al ministro Giorgetti, dopo un incontro con le delegazioni sindacali venerdì, che ha fatto seguito allo sciopero di mercoledì.
“Crediamo che un incontro al ministero dello Sviluppo economico, con la partecipazione dei vertici aziendali oltre che del ministro, sia opportuno per chiarire le prospettive industriali e occupazionali del gruppo nella città di Genova, con particolare riferimento alla business unit automazione”, ha dichiarato Toti.