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Apple

L’Antitrust Ue accerchia Apple (e Spotify gongola)

Una delle due indagini dell'Antitrust verificherà se Apple ha violato le regole di concorrenza dell'Ue con le sue politiche sull'App Store, come denunciato da Spotify e Rakuten

 

L’Antitrust Ue accerchia il colosso della Mela morsicata. Ieri la Commissione europea ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza Ue.

La prima indagine verificherà se Apple ha violato le regole antitrust, a seguito delle denunce di Spotify e Rakuten sulla “tassa” del 30% imposta sugli acquisti effettuati attraverso il sistema di pagamento dell’Apple Store.

Negli ultimi anni sviluppatori di app hanno protestato per quello che vedono come l’abuso di Apple della sua posizione di gatekeeper sulla sua piattaforma iOS.

L’altra inchiesta riguarda la limitazione di Apple all’accesso alla funzionalità Near Field Communication (Nfc) su iPhone per pagamenti nei negozi e presunti rifiuti di accesso ad Apple Pay.

La notizia delle due indagini Ue arriva a una settimana dalla Worldwide Developers Conference (WWDC) dell’azienda di Cupertino, che inizia lunedì in videoconferenza.

LA LENTE DEL COMMISSARIO VESTAGER

“Dobbiamo garantire che le regole di Apple non distorcano la concorrenza nei mercati in cui Apple compete con altri sviluppatori di applicazioni”, ha commentato la commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager, facendo riferimento al servizio di streaming musicale Apple Music o Apple Books.

La commissaria ha aggiunto inoltre di non aver fissato una scadenza per il completamento delle indagini.

L’INDAGINE SULL’APPLE STORE

L’indagine sull’App Store di Apple nasce da una denuncia sollevata nel marzo 2019 dal servizio di streaming musicale Spotify.

Spotify rimproverava alla società guidata da Tim Cook di privilegiare i suoi servizi ai danni della concorrenza, e di imporre commissioni elevate (30% per l’utilizzo dell’App Store).

Poiché Apple consente di scaricare app solo dal proprio negozio e ha aggiornato ripetutamente il proprio sistema operativo mobile per prevenire meccanismi che eludono questa regola, si sostiene che terze parti abbiano poche opzioni se non quella di rispettarne le condizioni.

L’unica alternativa è quella di offrire i loro prodotti unicamente dai siti web, ma questo limiterebbe la visibilità.

SPOTIFY GONGOLA

Spotify ha salutato l’indagine Ue come un “buon giorno” per consumatori, Spotify e sviluppatori. “Speriamo che agiranno con urgenza per garantire una concorrenza leale sulla piattaforma iOS per tutti i partecipanti all’economia digitale” ha dichiarato Spotify.

“Il comportamento anticoncorrenziale di Apple ha intenzionalmente svantaggiato i concorrenti, ha creato un campo di gioco non livellato e ha privato i consumatori di scelte significative per troppo tempo”.

INSIEME A RAKUTEN

All’inizio di quest’anno anche Rakuten, proprietaria della libreria online Kobo, aveva presentato una denuncia simile all’Ue. La società lamentava che è anticoncorrenziale per Apple prendere una commissione del 30% sugli e-book venduti tramite l’App Store promuovendo il proprio servizio Apple Books.

E QUELLA SU APPLE PAY

L’altra indagine su Apple Pay è incentrata invece su una tecnologia che consente a iPhone e Apple Watch di effettuare pagamenti tap-and-go. Consente inoltre agli utenti di acquistare beni tramite un’app o un sito Web senza dover fornire i dettagli della propria carta di pagamento al venditore.

Ma Apple ha limitato l’accesso alla funzionalità Near Field Communication (NFC) dei suoi dispositivi iPhone e Apple Watch. Banche e altri fornitori di servizi finanziari non possono così offrire pagamenti NFC attraverso le proprie app.

IL COMMENTO DEL COLOSSO DI CUPERTINO

“È deludente che la Commissione europea stia facendo proprie denunce infondate provenienti da una manciata di aziende che vogliono semplicemente approfittare della situazione senza pagare o giocare secondo le stesse regole del resto o del mondo”. Ha commentato in una nota un’amareggiata Apple.

“Non pensiamo che sia giusto. Vogliamo mantenere condizioni di parità in cui qualsiasi persona determinata con un’idea promettente possa prosperare”.

IL GIRO DI VITE ANCHE NEGLI USA

Oltre alla sonda europea, Apple è anche sotto controllo negli Stati Uniti, dove il comitato giudiziario della Camera ha chiesto che il ceo Tim Cook appaia accanto ad altri leader tecnologici per rispondere a domande su preoccupazioni antitrust.

QUANTO VALE L’APPLE STORE

Come riporta The Verge, le indagini arrivano appena un giorno dopo che Apple ha divulgato i risultati di un nuovo studio che afferma che l’App Store genera 519 miliardi di dollari di fatture totali stimate e vendite di prodotti fisici e servizi e beni digitali nel 2019.

Come evidenzia il Financial Times, le entrate complessive dei servizi sono cresciute del 16% l’anno scorso a 46,3 miliardi di dollari. Comprendono le commissioni sull’App Store, i propri servizi di musica e video, iCloud e le garanzie estese di AppleCare.

Oltre a crescere più rapidamente rispetto alla maggior parte dei suoi prodotti hardware, questi servizi sono molto più redditizi. I margini lordi sono aumentati dal 55% nel 2017 al 64% dell’anno scorso — 29,5 miliardi di dollari — rispetto al 32% per i dispositivi.

DOPO LA MULTA SALATA DI BRUXELLES

Le due indagini seguono la multa da 13 miliardi di euro imposta nel 2017 da Bruxelles ad Apple per aver goduto di vantaggi fiscali illeciti accordati dall’Irlanda.

Il governo irlandese e Apple hanno presentato appello contro la sentenza.

IL COMMENTO DEL GUARDIAN

“L’unica certezza riguardo all’indagine della Commissione sulla concorrenza dell’Ue su Apple è che ci vorranno anni per completarla”, ha commentato Nils Pratley sul Guardian. “Motivo per cui il prezzo delle azioni del produttore di iPhone non risentito di alcun problema. L’altro motivo per l’aria di calma è che le sanzioni finanziarie dell’Ue — anche se imposte in miliardi, come spesso accade — possono essere spazzate via come un piccolo cambiamento da grandi aziende tecnologiche con valutazioni di trilioni di dollari”. Come Apple appunto.
Tuttavia, la nuova sonda Antitrust “ha il potenziale per essere la più grande indagine sulla concorrenza dell’Ue da anni, sulle aziende della Silicon Valley”.
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