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Diabete

La guerra Usa-Cina passa anche da intelligenza artificiale e biotecnologie

L'approfondimento di Giuseppe Gagliano

 

La competizione tra Cina e Stati Uniti si gioca anche sulle biotecnologie come dimostrano gli esperimenti di ingegneria genetica posti in essere dallo scienziato cinese He Jiankui sugli embrioni umani che furono condannati dalla Cina.

Al di là della condanna da parte di Pechino — determinata naturalmente anche dalle durissime proteste sollevate dalla comunità scientifica internazionale — vi sono tuttavia in questa vicenda alcuni dati di grande rilevanza sugli obiettivi di lungo termine della Cina.

In primo luogo il fatto che lo scienziato cinese abbia ricevuto circa 40 milioni di dollari di finanziamenti da parte della Shenzen Consun Venture Capital Investment Managment, una società di venture capital che è di proprietà di una società di ricerca in campo tecnologico originaria di Shenzen e cioè la Coship Eletronics.

In secondo luogo la Shenzen Consun è una società di investimento che si rivolge prevalentemente al settore dell’assistenza sanitaria e che opera anche nel settore delle biotecnologie più avanzate come dimostrano i suoi investimenti in una startup nota come K2 Oncology finalizzata alla ricerca di organoidi derivati dai pazienti che potrebbero essere utilizzati per il trattamento di determinati tumori.

Il terzo elemento, altrettanto significativo, è che lo scienziato cinese avrebbe investito una parte cospicua del suo denaro in azioni di sette società tra le quali la Shenzen Hanhai Venture Capital Investment Managment, la Shenzen Nanke Biotechnology, etc. Nello specifico lo scienziato cinese avrebbe il controllo di circa il 45,5% di azioni proprio di quest’ultima società biotecnologica.

Tutto ciò non deve destare alcuna sorpresa se consideriamo il fatto che la Cina ha investito circa 9 miliardi di dollari nel settore dell’intelligenza artificiale e nel contesto delle biotecnologie.

Lo scopo della Cina infatti è quello di conseguire una leadership a livello globale sia nel contesto dell’Intelligenza artificiale che in quella della ingegneria genetica.

A livello scientifico la Cina intende — a lungo termine — decodificare i principali profili genetici di intere popolazioni attraverso la simbiosi di intelligenza artificiale ed ingegneria genetica, simbiosi questa che potrebbe certamente modificare in modo considerevole gli equilibri geopolitici a livello globale.

Non dobbiamo infatti dimenticare un dato importante e cioè che la Cina ha già superato gli Stati Uniti nella campionatura di sequenze genetiche come dimostra il fatto che il più grande istituto cinese di ingegneria genetica — l’Istituto di Genomica di Pechino con sede proprio a Shenzen —sia il più importante istituto a livello mondiale nel quale vi sono circa 40 milioni di campioni di Dna.

All’interno di questo istituto lavorano veri e propri eserciti di ricercatori che mappano e sequenziano Dna di piante e specie animali fornendo i propri servizi a più di 60 paesi con lo scopo di individuare malattie ma soprattutto con lo scopo di scoprire i meccanismi più segreti dell’intelligenza umana.

Tuttavia una potenza come la Cina che ha mire di natura egemonica non può agire soltanto sotto il profilo degli investimenti tecnologici o delle infrastrutture civili e militari con lo scopo di attuare la trappola del debito. Deve necessariamente agire anche attraverso il soft power come dimostrano le vicende recenti legate alla pandemia da Covid.

Ed è proprio allo scopo di raggiungere questo obiettivo che undici anni fa il presidente cinese diede vita a una fitta rete di istituti internazionali noti come Istituti Confucio che ufficialmente hanno lo scopo di diffondere presso i paesi esteri la cultura, la lingua e le tradizioni cinesi ma che nella realtà sono veri e propri cavalli di Troia da parte della Cina per porre in essere attività di spionaggio.

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