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La furia di Burioni si abbatte su Trump, Musk, Borrelli e non solo

Come su Twitter e non solo il virologo Roberto Burioni sculaccia capi di Stato, manager di aziende e dirigenti pubblici

Non deve essere facile vestire i panni della Cassandra. E il virologo Roberto Burioni sta interpretando quel ruolo da settimane: fu infatti il primo ad avvertire l’Italia della gravità della situazione e ovviamente non fu ascoltato da chi di dovere. Ora passa da una trasmissione all’altra nel tentativo di fare ragionare chi governa e, quando non è in televisione, prova ad arginare l’incoscienza della gente su Twitter, ribadendo a ogni cinguettio quel concetto che anni fa, ai tempi delle sue furibonde battaglie contro i No Vax, fece particolare scalpore: la scienza non è democratica.

BURIONI, IL GIUSTIZIERE DELLA RETE

Perché non bastano un accesso alla Rete e uno smartphone per potere iniziare a pontificare di virus e bacilli, al pari di chi ha studiato per tutta la vita quelle materie. I modi, ruvidi e altezzosi (assieme al giornalista Enrico Mentana sul Web è noto per essere un “blastatore”) del professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano potranno pure non piacere, così come la sua sfrenata passione per gli sfottò e il sarcasmo ma, quando Burioni parla di medicina (e lo fa quasi quotidianamente anche attraverso la sua testata online MedicalFacts) ha dimostrato di non cedere mai all’allarmismo, di misurare e soppesare ogni parola.

BURIONI VS TRUMP

Nelle ultime ore, con l’aggravarsi dell’epidemia di Covid-19 (o coronavirus, o SARS-CoV-2…), anche il lavoro di giustiziere online si è intensificato, bastonando un po’ tutti i personaggi che gli capitassero a tiro qui e persino dall’altra parte dell’oceano. Non gli è sfuggito nemmeno il presidente Donald Trump, finito nel mirino di Burioni quando ha scritto: «Quindi l’anno scorso 37.000 americani sono morti per l’influenza comune. In media tra 27.000 e 70.000 all’anno. Niente è fermo, la vita e l’economia continuano. In questo momento ci sono 546 casi confermati di coronavirus, con 22 morti. Pensaci!».

«Signor Presidente — la replica di Burioni — mentre tutti gli americani hanno un certo grado di immunità contro l’influenza stagionale, non esiste alcuna immunità contro questo nuovo coronavirus. Il virus è pericoloso, si diffonde molto rapidamente e penso che sottovalutare questa malattia infettiva sarebbe un errore mortale».

BURIONI CONTRO BORRELLI

La tenzone che ha ingaggiato con chi minimizza sulle conseguenze della pandemia continua incessante lo ha portato a indirizzare parole molto dure nei confronti di Angelo Borrelli, direttore della Protezione civile: “La prossima volta che sentirò usare l’espressione “è morto con il coronavirus non per il coronavirus” sfiderò la Protezione Civile a farmi accedere ai dati clinici dei pazienti deceduti per capire se questa affermazione è vera oppure se è una criminale minimizzazione.”. Un Tweet assai duro, nemmeno troppo velatamente indirizzato a tutti agli esponenti politici di ogni livello che, commentando i dati, si soffermano sulle malattie pregresse di chi è deceduto in seguito all’infezione da coronavirus.

Anche il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, che lo scorso 6 marzo invitava ancora i turisti a visitare i musei, è finito sotto il microscopio del virologo:

Burioni non manca di replicare per le rime nemmeno ai suoi colleghi. Non che sia una novità: il duello tra lui e la collega Maria Rita Gismondo del Sacco di Milano, scaduto anche nella lite becera da taverna (“Signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle dita”, aveva scritto Burioni, per poi scusarsi con una lettera indirizzata a Massimo Gramellini) con tanto di intervento pacificatore di Ilaria Capua, probabilmente ha ormai fatto il giro del mondo.

Al giornalista Antonello Piroso, che riportava una dichiarazione di Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova (“Non posso non vedere alcuni numeri: Giappone 6 su 360 casi, Corea 35 su 6mila, Germania 0 su 482 Francia 6 su 377. In Italia secondo me c’è un modo di contare i morti per coronavirus sbagliato. Contiamo chi muore CON il coronavirus, non PER. Che senso ha? Gli altri paesi non lo fanno”), Burioni fa notare: “Lasciamo stare i morti. Quanti sono in questo momento i pazienti ricoverati in terapia intensiva A CAUSA del coronavirus e non CON il coronavirus? Perché i reparti da alcuni giorni scoppiano e l’anno scorso no? Contiamo anche questi pazienti in modo errato? BASTA DISINFORMAZIONE!”.

Anche l’imprenditore e manager Elon Musk, startupper famoso per aver dato vita a Tesla, a PayPal e SpaceX, tanto per dire le principali, ha potuto evitare la furia di Burioni. L’imprenditore, a dir la verità, se l’è andata a cercare, con un tweet inopportuno sulla stupidità della paura del coronavirus. Non è mancata la replica, piccata, del virologo nostrano: “L’epidemia di babbei è già una pandemia”.

Qualche ora prima Burioni se l’era presa con tutto l’esecutivo, reo di aver perso per strada la bozza del decreto che avrebbe dovuto chiudere la Lombardia, provocando così quell’assalto notturno ai treni che ben conosciamo. “Follia pura – aveva twittato il virologo. Si lascia filtrare la bozza di un decreto severissimo che manda nel panico la gente che prova a scappare dalla ipotetica zona rossa, portando con sé il contagio. Alla fine l’unico effetto è quello di aiutare il virus a diffondersi. Non ho parole.”.

Persino l’Opera di Roma, che provava a resistere al contagio proponendo un po’ di svago, è scampata alla sua furia ammonitrice:

Insomma, Burioni (che non sta mai fermo e in tutto questo bailamme solo 24 ore fa ha trovato pure il tempo per pubblicare un libro a tema, il cui incasso sarà devoluto alla ricerca di una cura per il coronavirus) se la prende davvero con tutti. E visto il precipitare della situazione, non si può nemmeno rimproverargli di avere un brutto carattere, perché non deve essere facile passare intere giornate a strigliare persone adulte che si comportano da bambini viziati. Non ha mancato di tirare le orecchie nemmeno al suo amico Fabio Fazio, che lo accoglie ormai da settimane nella trasmissione Che tempo che fa su Rai 2:

 

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