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Robot Poliziotto

I robot sono tra noi. E sono poliziotti

A lavoro ci sono già 1,5 milioni di robot e i numeri sono destinati a crescere. Arruolato anche il primo poliziotto automa I robot sono già entrati nelle aziende e hanno già sostituito l’uomo in numerose situazioni. Mentre Foxconn ha automatizzato la costruzione degli iPhone e di altri gadget elettronici, Il più grande fondo finanziario…

A lavoro ci sono già 1,5 milioni di robot e i numeri sono destinati a crescere. Arruolato anche il primo poliziotto automa

I robot sono già entrati nelle aziende e hanno già sostituito l’uomo in numerose situazioni. Mentre Foxconn ha automatizzato la costruzione degli iPhone e di altri gadget elettronici, Il più grande fondo finanziario ha deciso di ha deciso di utilizzare un cervellone elettronico per lo stock picking, ovvero la scelta dei titoli, preferendolo ai trader umani.

Come avviene per ogni grande rivoluzione tecnologica, analisti ed opinionisti di dividono. C’è chi è ottimista e sostiene che le macchine aumenteranno la produttività complessiva, portando grandi benefici, e chi ritiene invece la sostituzione dell’uomo da parte dei robot sarà uno dei più gravi e seri problemi che il mondo del lavoro è chiamato ad affrontare nei prossimi anni.

I robot hanno già preso il posto dell’uomo

Gli automi sono già entrati nelle fabbriche e negli uffici di tutto il mondo. Almeno secondo un rapporto dell’International Federation of Robotics, secondo cui sono già operativi in tutto il mondo oltre 1,5 milioni di robot industriali. E il numero è destinato almeno a raddoppiare entro il 2025.

Facendo riferimento agli Stati Uniti, a sfruttare le potenzialità dei robot è soprattutto il settore dell’auto, che sfrutta il 39% dei robot industriali utilizzati negli Stati Uniti. I dati del 2014 danno un rapporto di 117,7 robot ogni mille lavoratori. Segue a distanza il settore dell’elettronica da consumo (13,1 robot ogni mille lavoratori) e le industrie chimica e metallurgica (rispettivamente 9,9 e 8,3 robot per lavoratore). L’automazione è invece pressoché inesistente nei comparti cartiero e tessile.

Arruolato il primo robot poliziotto

Ha preso servizio nelle scorse settimane, a Dubai, il primo robot poliziotto. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Gulf news, il primo gesto compiuto dall’agente robotico è stato quello di “effettuare il saluto militare” agli ospiti presenti alla cerimonia di presentazione, ma tra i suoi compiti c’è anche quello di pattugliare le zone e far pagare le multe.

In che modo? Tutto è molto semplice: attraverso il touchscreen sul suo corpo si potrà segnalare un reato o effettuare il pagamento delle multe per le violazioni al codice stradale; è dotato anche di una tecnologia per il riconoscimento facciale e parla sei lingue, per dare assistenza ai turisti.

Non solo: il robot poliziotto potrà scattare fotografie che verranno trasmesse istantaneamente alla centrale gestita da colleghi umani, per segnalare eventuali sospetti ma anche incendi o incidenti stradali.

Il turno di servizio del cyber-agente non potrà superare le otto ore, dal momento che l’autonomia concessa dalle batterie in dotazione copre questo arco temporale.

Il primo modello è frutto della collaborazione tra il dipartimento di polizia di Dubai, Google e Ibm, nell’ambito di un progetto mirato ad ampliare le funzioni dei robocop per fornire maggiore supporto ai colleghi umani.

BlackRock un automa al posto di trader umani

Aria di rivoluzione tecnologica in casa BlackRock, la più grande società di investimento al mondo con in portafoglio 5100 miliardi di dollari di averi. Il fondo finanziario americano ha sostituito i trader umani con un cervellone elettronico per lo stock picking, ovvero per la selezione di azioni e titoli. Saranno le macchine a prendere in considerazione una serie sterminata di variabili, cercando di comprendere quali siano i titoli più redditizi sui quali puntare e quale sarà l’evoluzione del loro prezzo.

La decisione del fondo viene dalla necessità di velocizzare e migliorare la scelta dei titoli: i computer potranno svolgere meglio dell’uomo questo lavoro. Alle macchine riesce meglio sia l’analisi sistematica di una grande quantità di dati, sia la minimizzazione del relativo margine di errore.

Insomma, sui ‘big data’ il cervello umano non potrà mai competere con l’intelligenza artificiale. “La democratizzazione dell’informazione ha fatto diventare sempre più arduo il compito dell’active management.

Dobbiamo cambiare l’ecosistema, il che vuol dire far conto di più su big data, intelligenza artificiale, fattori e modelli nell’ambito di strategie di investimento sia tradizionali che quantitative”, spiega il ceo di BlackRock Larry Fink al New York Times.

C’è di più. L’assunzione degli automi abbasserà i costi delle commissioni a carico degli investitori.

Foxconn prova ad automatizzare la produzione di iPhone

robotA scommettere sui robot è anche Foxconn, il gigante manifatturiero asiatico, principale produttore degli iphone.
L’azienda, che oltre ad Apple vanta anche clienti come Amazon, Microsoft e Sony, tra gli altri, ha deciso di affidare, in una prima fase, a macchine e robot tutti i lavori più pericolosi e tutti quelli che gli umani rifiutano perché troppo ripetitivi. “Stiamo applicando la robotica e altre tecnologie di produzione in sostituzione delle operazioni ripetitive fatte dai dipendenti che a loro volta si concentrano di più su altri processi di produzione”, aveva spiegato Foxconn qualche mese fa.

In una seconda fase, invece, la società si propone di efficientare il processo di produzione, prevedendo il licenziamento degli automi in eccesso e l’aggiornamento di tutti quelli che restano a lavorare in sede. Arriverà, infine, il licenziamento dell’uomo, con e l’intera automatizzazione delle aziende.

C’è da dire, che già all’opera, in Foxconn, ci sono ben 40 mila robot progettati e costruiti dall’azienda stessa. La crescita è di 10mila unità all’anno. Foxconn, comunque, non elimina completamente l’elemento umano: l’azienda si avvarrà della competenza dell’uomo in alcune mansioni nella produzione, nella logistica, nei test e nelle ispezioni.
Potranno essere automatizzati anche i lavori più ‘intellettuali’

Ad esser sostituiti dai robot, in futuro, non saranno solo gli operai. L’intelligenza artificiale ha reso le macchine capaci di leggere e analizzare un discorso: anche avvocati, giornalisti e banchieri, tra gli altri, potranno avere come validi collaboratori dei piccoli robot.

robot a lavoro“I robot e i computer possono non solo eseguire una serie di attività lavorative di routine meglio e più a buon mercato rispetto agli esseri umani, ma sono anche sempre più in grado di svolgere attività che includono capacità cognitive una volta considerate troppo difficili da automatizzare con successo, come prendere decisioni, rilevare emozioni o guidare un’auto”, si legge nel rapporto.

Quali conseguenze dell’automazione?

L’automazione dicevamo è in già in corso. La sostituzione dell’uomo con i robot, però potrebbe avere effetti catastrofici sul mondo del lavoro. È questo che sostiene uno studio di Daren Acemoglu del MIT e Pascual Restrepo della Boston University.

Gli esperti si sono chiesti quali fossero le conseguenze di un processo simile, quantificando l’impatto dell’automazione industriale sull’occupazione e i salari. I due economisti, nella ricerca, hanno esaminato i dati relativi al mercato del lavoro statunitense dal 1990 al 2007 e le loro conclusioni sono chiare. Ogni automa inserito in un distretto industriale ha mandato a casa da tre a sei lavoratori, abbassando complessivamente le retribuzioni di una percentuale tra lo 0,25% e lo 0,5%.

Una tassa sui robot come soluzione per il futuro?

Se sempre più robot prenderanno il posto dell’uomo, cosa sarà delle tante persone che saranno espulse dalle attività produttive? E, ancora, cosa ne sarà delle finanze statali, come sostenerle? Se ridurre, infatti, la forza lavoro umana potrebbe portare ad un notevole taglio dei costi di produzione, è anche vero che l’innovazione sta portando a conseguenze sociali importanti. Qualcuno ha provato a trovare una soluzione: Bill Gates. Quello che propone il guru tecnologico è semplice: visto che i robot ruberanno il lavoro dell’uomo, è giusto che questi vengano tassati. “Al momento se un lavoratore umano guadagna 50.000 dollari lavorando in una fabbrica, il suo reddito è tassato. Se un robot svolge lo stesso lavoro dovrebbe essere tassato allo stesso livello”, suggerisce Bill Gates. “Non ritengo che le aziende che producono robot si arrabbierebbero se fosse imposta una tassa” aggiunge Gates.

In effetti, se i robot prenderanno progressivamente il posto degli esseri umani all’interno delle mansioni lavorative, sempre meno persone lavoreranno e dunque sempre meno individui pagheranno le tasse. Si avrebbe sempre meno denaro per finanziare opere pubbliche e lavori e questo sarebbe un male per le tasche dello Stato: la tassazione dei robot potrebbe essere una soluzione a tutto.

Grazie ai proventi, secondo l’idea di Bill Gates, si potrebbe anche finanziare la riqualificazione della forza lavoro, espulsa dall’automazione. In pratica, se un robot ha rubato il lavoro all’uomo, la tassazione servirà per pagare un nuovo percorso di formazione.

Un’idea simile era stata sostenuta dalla deputata Mady Delvaux, membro del partito operaio socialista, ma al momento l’idea non è stata approvata dall’Unione Europea.

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