Un’altra Big Tech statunitense attiva nella produzione di smartphone starebbe guardando all’India: è Google, che proprio come Apple sarebbe in procinto di spostare parte della produzione globale dei suoi Pixel nel subcontinente, così da mettersi al riparo da nuove guerre commerciali scatenate dalla Casa Bianca.
GOOGLE SI MUOVE VERSO L’INDIA
Secondo le ultime indiscrezioni di stampa Mountain View avrebbe avviato diverse trattative con la multinazionale indiana Dixon Technologies (già coinvolta nella produzione degli smartphone con l’enorme G stampata sulla scocca) e col colosso taiwanese di chip Foxconn al fine di procedere con la delocalizzazione di una parte della filiera produttiva dei Pixel dal Vietnam, duramente colpito dai dazi di Donald Trump con balzelli al 46 per cento, all’India, dove le nuove tariffe si fermano al 27 per cento ma ci sarebbero già “memorandum of understanding” in vista per farle calare ulteriormente.
Attualmente Google in India produce circa 45.000 Pixel al mese. Secondo quanto si apprende, Dixon Technologies realizza almeno il 65-70% degli smartphone statunitensi sfornati nel subcontinente ma non sono trapelate cifre o percentuali circa possibili aumenti di produzione a discapito del Vietnam, che rischia invece un forte impoverimento causato proprio dalla costante fuga dei colossi tecnologici americani ed esteri.
LA SPERANZA CHE L’INDIA STRAPPI A TRUMP CONDIZIONI MIGLIORI
Si sa solo che l’azienda statunitense sarebbe interessata a produrre in India scocche, caricatori, sensori di impronte e altri componenti hi-tech oggi realizzati in Paesi del Sud Est asiatico che non hanno la forza commerciale di poter contrattare con Trump balzelli calmierati rispetto a quelli minacciati nel giardino delle rose della Casa Bianca a inizio aprile e successivamente congelati per 90 giorni.
Del resto lo stesso segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha sottolineato durante un evento con investitori privati la necessità di una de-escalation della guerra dei dazi. Il membro del gabinetto di Trump si riferiva principalmente alla Cina, ma sono numerose le aziende, soprattutto hi-tech, che hanno protestato contro i balzelli indirizzati all’India dato che il Paese resta centrale per il rifornimento di moltissimi componenti.
APPLE ORA PUNTA SULL’INDIA
Nella medesima situazione di Google si trova un altro colosso hi-tech statunitense travolto dai dazi: Cupertino. In un anno le vendite di Apple in India, uno dei più grandi mercati per gli smartphone al mondo per via della popolazione numerosa, sono cresciute del 33 per cento. Si tratta di un buon risultato che racconta gli sforzi della società per ridurre la dipendenza dalla Cina proprio in vista della guerra commerciale scoppiata ad aprile tra Washington e Pechino ed espandere la propria presenza nella regione asiatica: non solo India, ma anche Vietnam e Indonesia. Piani che probabilmente saranno ricalibrati ora che Trump ha duramente colpito i Paesi dell’area coi suoi balzelli.
LA STRATEGIA DI APPLE IN INDIA PARTE DA LONTANO
Apple ha puntato parecchio sul vicino di casa della Cina: nel 2017 ha cominciato ad assemblarvi gli iPhone e nel 2023 ha aperto il suo primo negozio. Storicamente, tuttavia, il mercato indiano degli smartphone è dominato dai dispositivi Android, più economici degli iPhone.
Al momento, Foxconn sta assemblando iPhone nel Karnataka e nel Tamil Nadu. Inizialmente limitata ai modelli “SE”, la produzione è stata estesa anche ai top gamma, tra cui l’iPhone 16 Pro e il Pro Max. C’è poi la partnership con l’indiana Tata Electronics per la fornitura di chip per gli iPhone di futura generazione: tutte mosse che suggeriscono un intensificarsi delle attività nel subcontinente.
IN INDIA ANCHE LA PRODUZIONE DI AIRPODS
Secondo l’Economic Times, Apple avvierà ufficialmente la produzione di AirPods in India ad aprile in uno stabilimento Foxconn situato a Hyderabad. Gli auricolari prodotti nella struttura indiana saranno destinati esclusivamente all’esportazione e non al mercato interno.
Lo stabilimento scelto per ospitare le nuove linee è stato realizzato a seguito di un investimento da 400 milioni di dollari da parte di Foxconn nell’agosto 2023. Già lo scorso luglio erano emerse indiscrezioni secondo le quali Apple stesse valutando l’opportunità di avviare la produzione di custodie di ricarica per AirPods nel subcontinente. Attualmente Apple produce i propri AirPods anche in Vietnam, ma chissà che non decida di fare come Google e trasferire tutto in India.