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Ecco come Google andrà alla conquista della Cina con Huawei, Xiaomi e Baidu

Google prova a riconquistare il mercato tecnologico della Cina: lancia nuovi servizi e sigla partnership con i colossi del settore come Huawei, Xiaomi e Baidu. Articolo di Giusy Caretto Google alla conquista della Cina. Ancora una volta. Il colosso di Mountain View avrebbe messo a punto una strategia per non perdere l’occasione di entrare in…

Google alla conquista della Cina. Ancora una volta. Il colosso di Mountain View avrebbe messo a punto una strategia per non perdere l’occasione di entrare in un mercato in cui lo sviluppo tecnologico è vivace. Numerosi, in questi mesi, i passi fatti da Big G. per conquistare Pechino.

RAPPORTI DIFFICILI

Dal 2006, anno dello sbarco in Cina, il motore di ricerca non ha avuto mai vita facile. Colpa della censura cinese, della Great Firewall, la Grande Muraglia predisposta dalle autorità di Pechino per imbavagliare l’informazione su Internet. Nel 2009 Big G è stato vittima di un imponente attacco informatico (partito molto probabilmente dall’interno del Paese) e nel 2010 ha deciso di trasferire tutti i server a Hong Kong.

La decisione, però, apre la strada all’ascesa del concorrente Baidu, il motore di ricerca locale, e ostacola la diffusione di servizi come Gmail e Google Maps. Nonostante tutto, però, Alphabet non si arrende e prova ad adeguarsi alle regole cinesi. E per un periodo, così, chi dalla Cina digitava nella stringa di ricerca uno dei termini proibiti dal governo di Pechino (“libertà”, “democrazia”, “corruzione”, “sciopero”, “Tibet indipendente” e il nome della setta Falun Gong) veniva avvisato da un popup che la “ricerca potrebbe causare un’interruzione temporanea della connessione a Google. Questo problema è al di fuori del nostro controllo”. Più volte attivato e più volte disattivo, questo avviso è stato oggetto di una lunga battaglia con il Gorveno asiatico, fino a portare alla definitiva rottura dei rapporti.

LA GRANDE ASSENZA

La Cina è la grande assenza nell’elenco dei successi di Google. Pechino rimane la più grande lacuna nel suo dominio mondiale come motore di ricerca. Sì, perché mentre Android è un software mobile diffusissimo nel Paese, altri servizi tra cui la ricerca, Gmail, le applicazioni e le mappe sono bloccati.

UN MERCATO VIVACE

Quello cinese è diventato il più grande mercato unico per gli utenti di smartphone, la Cina è il paese con il maggior numero di download di app e il più alto reddito annuale.

FILES GO IN CINA

Files Go, un file manager per dispositivi Android rilasciato lo scorso anno, come racconta TechCrunch, è arrivato anche in Cina. La notizia è un segnale importante su come Google stia pensando al paese, dove è assente dal 2010, e come stia sfruttando le piccole partnership con Tencent, Huawei, Xiaomi e Baidu per farsi strada.

Le aziende immagazzineranno l’applicazione negli app store locali e indipendenti (Play Store non opera in Cina). E se tutto questo non sembra avere molto senso fuori dai confini cinesi, ha un significato importante a Pechino.

GLI ALTRI SERVIZI

File Go è solo l’ultimo esempio. Sì, perchè Big G. ha lanciato anche, nel 2017, la sua app Translate e più recentemente ha portato la sua tecnologia ARCore per realtà aumentata e virtuale in Cina utilizzando partner, tra cui Xiaomi e Huawei .

VERSO PASSI PIU’ IMPORTANTI?

Qualche indiscrezione parla di un ritorno di Google a tutti gli effetti, con il nuovo debutto di Google Play Store o il ripristino dell’attività di ricerca cinese di Google (una sfida davvero ardua per la casa americana). Certo è che la politica attuale non aiuta: tra Cina e usa è in corso una guerra commerciale a colpi di minacce e dazi, con il premier cinese Xi Jinping che ha adottato un approccio protezionistico per promuovere le attività e le industrie locali.

NUOVE RELAZIONI

Non solo lanci di prodotti. Per riconquistare la Cina, infatti, Google sta coltivando importanti e nuove relazioni. Il colosso di Mountain View ha firmato un partnership con Tencent da 500 miliardi di dollari per alcuni brevetti.

LA VIA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

E ancora. A giocare un ruolo di primo piano in questo processo di riavvicinamento è stata l’intelligenza artificiale AlphaGo, messa a punto da Google e chiamata a disputare qualche partita di Go (popolarissimo e antichissimo gioco da tavolo strategico che vede i due sfidanti muovere delle pietre bianche e nere su una scacchiera cercando di prendere il controllo di un’area quanto più estesa possibile del campo) contro il campione cinese Ke Jie.

Google ha anche aperto un laboratorio di intelligenza artificiale a Pechino per aiutare l’accesso al settore dei talenti cinesi e vanta anche una presenza (più modesta) a Shenzhen, la capitale hardware della Cina, dove ha un ufficio del personale.

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