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Micron

Chip, Micron sfiderà Asml dal Giappone?

Il Giappone sussidierà Micron con 1,2 miliardi di dollari per assicurarsi la sua fabbrica di microchip. L'azienda americana vuole portare l'Euv nel paese, una tecnologia oggi dominata dall'europea Asml. Tutti i dettagli.

Mosso dall’obiettivo di rafforzare la filiera nazionale dei microchip, il Giappone fornirà sussidi fino a 1,2 miliardi di dollari (192 miliardi di yen) a Micron Technology, un’azienda statunitense, per l’espansione della sua fabbrica a Higashihiroshima, una città nella prefettura di Hiroshima. I fondi arriveranno dal ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria, un organo storicamente molto influente nella pianificazione industriale giapponese.

LE RAGIONI DEL SUSSIDIO

Micron vuole costruire nuove linee di produzione allo stabilimento di Higashihiroshima per avviare, intorno al 2026, la produzione di massa di chip di memoria DRAM (memoria ad accesso casuale dinamica). Il ministero dell’Economia aveva già deciso di concedere all’azienda un sussidio di 4,65 miliardi di yen; ha scelto di aumentare il sostegno “vista l’importanza per la sicurezza economica di avere filiere nazionali per chip di memoria all’avanguardia”, ha scritto il quotidiano Nikkei, che ha dato la notizia.

MICRON PORTERÀ LA TECNOLOGIA EUV IN GIAPPONE

Micron, in effetti, vuole installare a Hiroshima macchinari davvero avanguardistici di litografia ultravioletta estrema (EUV). Si tratta di una tecnologia molto avanzata che permette di realizzare semiconduttori su scale ridottissime. Attualmente il settore dei macchinari EUV è dominato da un’azienda europea, nederlandese: ASML.

Micron è specializzata nei chip di memoria e mesi fa disse che sarebbe stata la prima azienda a portare la tecnologia EUV in Giappone. In totale, la società ha intenzione di investire all’incirca 500 miliardi di yen nel paese.

GLI ALTRI SUSSIDI: TSMC, WESTERN DIGITAL E NON SOLO

Il governo giapponese, attraverso il ministero dell’Economia, ha anche stanziato un sussidio di 476 miliardi di yen per una fabbrica della taiwanese TSMC, la più importanza azienda manifatturiera di chip al mondo, nella prefettura di Kumamoto. Altri 92,9 miliardi sono stati invece destinati a un sito nella prefettura di Mie gestito da Kioxia, azienda giapponese di microchip, e la statunitense Western Digital, che si occupa di hard drive.

Il Giappone, riferiva Reuters, ha inoltre intenzione di coprire un terzo delle spese (40 miliardi di yen in tutto) per uno stabilimento della sudcoreana Samsung Electronics nei pressi di Tokyo: la struttura conterrà la prima linea di confezionamento di semiconduttori di Samsung in territorio giapponese.

Attraverso gli incentivi alle imprese, e non solo, il Giappone sta portando avanti una strategia industriale per tornare a essere una nazione influente nell’industria dei microchip: negli anni Ottanta la sua quota di mercato si aggirava sul 50 per cento del totale mondiale, mentre oggi è di appena il 10 per cento circa.

A giugno il Japan Investment Corporation, un fondo d’investimento facente capo al ministero dell’Economia, ha comunicato l’acquisizione di JSR, un’azienda di semiconduttori, per circa 909,3 miliardi di yen. JSR è una società molto rilevante perché produce fotoresist, delle sostanze chimiche che si utilizzano per effettuare incisioni sui wafer. I wafer sono delle “fette” di materiale semiconduttore a loro volta necessarie alla produzione di microchip.

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