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Microchip, ecco come la Germania sussidierà le aziende straniere

La Germania stanzierà 20 miliardi di euro per stimolare la produzione di semiconduttori. Ma la quasi totalità dei fondi andrà ad aziende straniere - non tedesche - come Intel e Tsmc. Tutti i dettagli

La Germania ha intenzione di stanziare 20 miliardi di euro in tutto per sostenere la manifattura nazionale di semiconduttori, o microchip, in modo da garantire alle aziende tedesche un accesso più sicuro a questi componenti critici, la cui produzione si concentra in Asia orientale. Il piano è stato rivelato da Bloomberg, e al momento non è stato commentato dai ministeri tedeschi dell’Economia e delle Finanze.

COSA SAPPIAMO DEL FONDO TEDESCO PER I SEMICONDUTTORI

I 20 miliardi copriranno un arco temporale di quattro anni, fino al 2027, e vi potranno accedere sia società tedesche (come Infineon) che straniere (come la statunitense Intel o la taiwanese TSMC). Pare che le risorse proverranno dal Fondo per il clima e la trasformazione, o KTF: vale circa 180 miliardi di euro, ripartiti tra il 2023 e il 2026.

Il KTF era stato originariamente pensato per sostenere la decarbonizzazione dell’economia tedesca, ma la sua portata è stata poi ampliata ad altri settori ritenuti critici. Bloomberg scrive che lo stanziamento dei 180 miliardi è in fase di negoziazione all’interno del governo di Olaf Scholz, e che verrà probabilmente reso pubblico nelle prossime settimane.

15 MILIARDI SU 20 SONO GIÀ IMPEGNATI

Le autorità tedesche hanno già approvato l’assegnazione di aiuti per 10 miliardi (in origine erano 6,8) a Intel per la costruzione di una fabbrica di microchip a Magdeburgo, e stanno discutendo in merito all’offerta di sussidi per circa 5 miliardi a TSMC.

Considerato che 15 miliardi di euro su 20 sono di fatto già stati distribuiti, i cinque miliardi rimanenti potrebbero andare ad altre aziende di chip attive in Germania come GlobalFoundries (statunitense) o Robert Bosch, entrambe presenti a Dresda.

LA GERMANIA SUSSIDIA LE AZIENDE… STRANIERE

L’Unione europea vuole più che raddoppiare la propria quota manifatturiera di microchip entro il 2030, portandola dal 9 al 20 per cento del totale mondiale. La Germania, in quanto stato membro nonché principale economia del continente, condivide l’obiettivo. Il lato ironico è che la quasi totalità dei 20 miliardi del fondo tedesco andrà ad aziende non europee.

Escluse Intel e TSMC, il governo Scholz intende sussidiare Infineon con 1 miliardo di euro, che copriranno il 20 per cento delle spese d’investimento per una fabbrica di semiconduttori a Dresda. Anche la joint venture tra ZF Friedrichshafen (tedesca) e Wolfspeed (americana) riceverà un contributo pubblico, forse di 750 milioni di euro, per la fabbrica di chip al carburo di silicio nello stato di Saarland, vicino al confine francese.

UN FONDO FUORI BILANCIO

Bloomberg ha scritto che il fondo per i semiconduttori è off-budget, cioè non rientra nel bilancio dello stato: “la Germania sta sovvenzionando le imprese nonostante il ritorno al vincolo fiscale. Il governo prevede miliardi di tagli al bilancio del prossimo anno, compresi i sussidi sociali”, dopo l’aumento della spesa pubblica per via della pandemia e della crisi energetica causata dalla Russia.

IL CONFRONTO CON USA, GIAPPONE E INDIA

Il pacchetto di sussidi tedesco, da 20 miliardi di euro, non è grande quanto il CHIPS and Science Act statunitense (oltre 50 miliardi di dollari solo alla manifattura di semiconduttori) ma è comunque più sostanzioso di molti altri piani di stimolo: quello del governo giapponese vale 14 miliardi di dollari, quello indiano 10 miliardi.

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