Inaugurato la scorsa settimana l’hub italiano di Gaia-X (consorzio europeo per lo sviluppo del cloud comune) coordinato da Confindustria.
Con l’avvio del regional hub, l’Italia ha sancito ufficialmente l’ingresso in Gaia-X. (Qui l’approfondimento di Start).
L’iniziativa per un’infrastruttura europea di cloud gode del pieno sostegno del governo italiano. “È un giorno importante per l’Italia e l’Europa: ci impegneremo a sostenere e a portare avanti il Pnrr nelle competenze digitali”, ha detto Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, all’incontro promosso da Confindustria “Il progetto europeo e il ruolo dell’Italia per lo sviluppo di Gaia-X Italia”. “Gaia-X è essenziale per rafforzare la capacità competitiva del Paese, la capacità negoziale dell’Europa con altri Paesi” (come Cina e Usa).
Inoltre “il presidente di Gaia-X, Hubert Tardieu, ha ricordato che il progetto conta al momento 261 membri e che quello italiano è l’undicesimo hub” sottolinea il Sole 24 Ore. “Si prevede di arrivare a quota 14 a giugno e di completare la mappa di tutti i paesi Ue entro l’anno. Il 7 giugno sarà eletto il nuovo board di 24 membri più 2 indipendenti, l’Italia ha già presentato i suoi candidati”.
Tutti i dettagli sui candidati del prossimo cda di Gaia-X.
I CANDIDATI AL NUOVO BOARD DALLA GERMANIA
In lizza per sostituire l’attuale board di Gaia-X troviamo per la Germania (paese fondatore dell’iniziativa insieme alla Francia): Michael von Roeder di 50 Hertz, Gerard Hoppe di Beckhood Automation, Susanne Dehmel di Bitkom, Kai Demtroder di Bmw Group, Michael Piagge di Cloud&Heat Technologies, Vittorio Berlota di Open-Xchange, Harald Summa di De-Cix, Shivaji Dasgupta di Deutsche Bank, Maximillian Ahrens di Deutsche Telekom, Ulrich Ahle di Fiware, Boris Otto di Fraunhofer-Geselischaft, Sebastian Ritz di German Edge Cloud, Lars Nagel di Iosa, Michael Jochem di Robert Bosch, Stefan Herlod di Schwartz It, Thomas Hahn di Siemens, Lars Francke di Stackable, Fabian Biengel di Sap, Ulrich Eichoorn di Volkswagen e Thomas Rosch di Zf Friedrichshafen.
DALLA FRANCIA
Per la Francia invece corrono: Olivier Senot di Docaposte, Martine Gouriet di Elèctricité de France, Odile Gauthier dell’Institute Mines-Telecom, Catherine Jestin di Airbus, Philippe Mareine di Atos, Aude Gauthier-Moreau di Bnp Paribas, Yann Lechelle di Scaleway, Christian Poyau di Medef, Vincent Guesdon di Orange, Servane Autgier di Outscale, Laurent Michel di Platform.sh, Dominique Bolignano di ProveRun, Sebastian Picardat di Agdatuhub, Frederic Etheve di Ovhcloud, e Franck Greverie di Capgemini.
I CANDIDATI ITALIANI
Per l’Italia invece, terzo contributore agli eventi di Gaia-x dopo Francia e Germania, troviamo: Alberto Giaccone Chief technology officer di Almaviva, Stefano Cecconi ad di Aruba, Alfonso Fuggetta ceo di Cefrel, Aniello Gentile di Enel Global Services, Dario Avallone R&D Director di Engineering Ingegneria informatica, Fabio Pianesi della Fondazione Bruno Kessler, Carlo Cavazzoni Head of Computational R&D di Leonardo, Paolo Vecchi cei di Omnis Cloud, Maria Elena Previtera executive partner di Reply, Federico Protto ceo di Retelit, Lucia Fioravanti Direttore
Finance & Corporate Affairs di Sogei, Carlo D’Asaro Biondo ad di Noovle società di Tim, Massimo Moggi presidente e ceo di Westpole, Igor Bailo executive board member di Wiit.
E DAGLI ALTRI PAESI
Infine, dagli altri paesi membri del consorzio concorrono a una poltrona nel cda: Francisco Mingorance di Cispe, Monika Krzyzanowska di CloudFerro, Günther Tschabuschnig di Data Intelligence Offensive, Cecilia Bonefeld-Dahl di Digital Europe, Yves Reding di Ebrc, Lise Katrine Fuhr di Etno, Rui Pedro Nobre Ribeiro di Ip Telecom, Daniel Saez Domingo di Iti, Ville Sirvio di Niis, Raimund Picki di Ossbig Austria, Antonietta Mastroianni di Proximus, Jeroen Tas di Royal Phillips, Henk Jan Vink di Tnd, Mila Huhtamaki di Vastuu Group (Finlandia) ed Erja Turunene di Vtt.
LE AZIENDE USA E CINESI ESCLUSE DAL BOARD DI GAIA-X
In attesa di conoscere i membri ufficiali del nuovo cda del consorzio, ricordiamo che lungi dall’escludere le società straniere, Gaia-X le ha incluse nel suo lavoro nella prima fase concettuale dalla fine del 2019, arruolando colossi come Amazon Web Services per fornire competenze e aderire all’obiettivo del progetto di rendere i servizi cloud “interoperabili”.
Non deve sorprendere quindi la presenza dei colossi americani e cinesi del settore (Amazon, Microsoft, Google, Alibaba ma anche Huawei e Palantir) nell’elenco dei membri di Gaia-X.
Microsoft, Amazon, Google e Alibaba rappresentavano il 72% del cloud pubblico nel 2019. E proprio questa posizione dominante ha destato la preoccupazione di industrie e istituzioni europee.
A questo proposito, il ceo di Gaia-X Francesco Bonfiglio ha chiarito che “considerato il carattere inclusivo dell’iniziativa sarebbe stato incoerente escludere a priori le aziende americane o cinesi; tuttavia queste non godono del diritto di voto né della possibilità di sedere nel board dell’organizzazione”.