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Tlc Europee

Antitrust sculaccia governo e comuni sul 5G, ecco perché

Cosa ha detto il segretario generale Antitrust, Filippo Arena, in un'audizione alla Camera parlando di 5G, golden power, Tim, Vodafone, Fastweb e Wind

 

Per attrarre investimenti serve un quadro regolatorio certo e stabile. Questo, in breve, quanto affermato dal segretario generale dell’Antitrust, Filippo Arena, in un’audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera.

Il riferimento di Arena è, in particolare, al Golden Power sul 5G, al decreto scritto in estate e poi mai convertito in legge; ora il governo è al lavoro su un altro provvedimento.

UN CAMBIAMENTO EPOCALE

Partiamo dal principio. Il 5G rivoluzionerà il settore delle comunicazioni e cambierà le nostre abitudini, quello cui assisteremo e vivremo è “un cambiamento epocale nell’era delle comunicazioni, per l’impatto sull’economia e anche sulla democrazia, con i dati che sarà possibile fare viaggiare 14 volte più veloci che con il 4G”, ha detto il segretario generale dell’Antitrust.

ITALIA IN VANTAGGIO

E in questo cambiamento, l’Italia gioca un ruolo da protagonista e da capofila. “Questa volta l’Italia è in anticipo rispetto a tutti gli altri Paesi Ue con lo svolgimento delle gare, che hanno anche portato dei ricavi al bilancio dello Stato importanti”, ha spiegato Arena, sottolineando come l’Autorità abbia seguito le gare abbia “dato i propri pareri al fine di verificare che fossero svolte secondo modalità competitivamente soddisfacenti, e al fine di consentire che anche il nuovo entrante potesse avere delle frequenze a propria disposizione. E sta continuando a seguirle, perché l’anticipo che abbiamo ottenuto, bandendo prima le gare, rischiamo poi un po’ di perderlo”.

NORME DIVERSE DA REGIONE A REGIONE

Perché perderlo? Per un quadro normativo confusionario e frastagliato. “Ci sono una serie di regolamentazioni locali e regionali che sono difformi dal quadro regolatorio nazionale, e si traducono in una serie di ostacoli per l’implementazione delle infrastrutture necessarie affinché’ il 5G possa funzionare veramente”, ha segnalato il segretario generale dell’Antitrust.

SERVE QUADRO CHIARO PER ATTRARRE INVESTIMENTI

E in questa ramanzina, non manca un riferimento nemmeno al tentativo fatto dal governo Conte 1 sul golden power per il 5G. “Se bisogna rimettere mano, al fine di identificare un quadro condiviso e stabile, al ‘golden power’, con la possibilità di stipulare contratti che abbiano a che fare con la tecnologia 5G con soggetti estranei al perimetro Ue, lo dovremmo fissare in modo possibilmente chiaro e stabile”, ha detto Arena.

“Noi dovremmo cercare di dare il più possibile un quadro certo, condiviso e stabile rispetto alle regole che si intendono dettare per questo settore, perché l’intervento episodico, sincopato, tramite decreti legge non convertiti o decreti attuativi da assumere, e’ uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo degli investimenti”.

LA QUESTIONE SICUREZZA

Parlando proprio di sicurezza, il segretario ha riferito che “accordi che hanno a che fare con la sicurezza, tendenzialmente non sono un rischio concorrenziale. Quello che può essere un rischio concorrenziale sono invece accordi tesi ad abbassare o limitare gli standard di sicurezza per certi sistemi tecnologici fondati dal 5G. Bisogna trovare un punto di caduta, considerato che i costi o i minor costi, in questa fase, per rendere sicuri i sistemi, nel lungo periodo potrebbero tradursi in costi ben maggiori non soltanto dal punto di vista economico”.

CAPTARE SINERGIE, EFFICIENZE E RIDUZIONI DEI COSTI

E ancora. Sullo sviluppo del 5G “c’è tutta una serie di accordi che sicuramente possono essere forieri di sinergie, efficienze e riduzioni dei costi e quindi hanno una loro giustificazione e razionalità economica”, ha detto il segretario generale, facendo anche riferimento agli accordi Telecom-Vodafone e a quello “in fieri”, tra Wind e Fastweb.

OCCHI APERTI

“Ovviamente – ha sottolineato sempre Arena – bisogna stare attenti che però queste (intese, ndr) non abbiano ricadute dal punto di vista concorrenziale e possano essere pericolose e comunque sia devono essere svolte in maniera tale che non venga meno sia la concorrenza sui prezzi, sia quella che stimola la investimenti, innovazione e servizi”.

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