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PERIMETRO CIBERNETICO GOVERNATIVO

5G, golden power e perimetro cibernetico. Ecco le ultime novità del governo

Che cosa fa e che cosa non fa l'esecutivo su alcuni dei principali dossier in tema di telecomunicazioni

 

Inizia a prendere forma il Perimetro cibernetico annunciato qualche giorno fa da Gennaro Vecchione, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, durante l’audizione alla IX Commissione Trasporti. È stato infatti presentato lo “Schema di disegno di legge in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”, anticipato in queste ore da Corcom.

A COSA SERVE IL PERIMETRO CIBERNETICO

“Al fine di assicurare un livello assicurato delle reti, dei sistemi e degli enti, pubblici e privati – si legge nel documento -, da cui dipende l’esercizio di una funzione fondamentale dello Stato, ovvero la prestazione di un servizio essenziale per il mantenimento di attività civili, sociali ed economiche e dal cui mal funzionamento, interruzione o utilizzo improprio possa derivare un pregiudizio per la sicurezza nazionale, è istituito il perimetro di sicurezza cibernetica nazionale”.

ENTRA IN FUNZIONE IL CVCN

Sarà compito del neonato Centro di valutazione e certificazione nazionale (CVCN) istituito a inizio 2019 presso l’ISCTI (Istituto Superiore della Comunicazioni e delle Tecnologie dell’Informazione) procedere con la verifica delle condizioni di sicurezza e dell’assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati, e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti, servizi e infrastrutture strategiche, nonché di ogni altro operatore per cui sussiste un interesse nazionale. In particolare, il CVCN opererà monitorando i “soggetti inclusi nel perimetro che intendano procedere all’affidamento di forniture di beni e servizi Ict destinati a essere impiegati sulle reti, sui sistemi e per i servizi rilevanti”.

IL RUOLO DI MISE E AGID

Il Ministero dello Sviluppo Economico, invece, si riserva poteri ispettivi per ciò che concerne i settori dell’energia, delle infrastrutture digitali e dei servizi digitali. Assieme all’Agenzia per l’Italia Digitale (l’agenzia della Presidenza del Consiglio che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana) avrà modo di avanzare pareri e prescrizioni. Buona parte del ddl collega inoltre a tale funzione un articolato sistema di sanzioni amministrative (dalla portata massima di 1 milione e 800 mila euro) che potranno essere applicate salvo il fatto non costituisca reato.

SI ARENA INVECE IL DECRETO GOLDEN POWER

Primo inciampo, invece, per il provvedimento gemello a questo che istituisce il Perimetro Cibernetico, vale a dire quel decreto che avrebbe dovuto riformare i poteri sugli assetti in settori strategici (difesa, sicurezza nazionale, comunicazioni, energia, e trasporti). Secondo quanto riporta oggi Milano Finanza, l’esecutivo  non intenderebbe “insistere per la conversione in legge, anche in considerazione del fatto che prossimamente sarà sottoposto all’esame del Consiglio dei ministri un disegno di legge per disciplinare in modo più organico la materia della sicurezza informatica nazionale”.

LE POSIZIONI DI HUAWEI E ZTE

Ma che cosa dicono i colossi cinesi Huawei e Zte al centro della diatriba su golden power e Zte? “Il quadro normativo del golden power che va delineandosi sullo sviluppo del 5G, la rete di telecomunicazioni mobile di quinta generazione, rischia di mettere Huawei in una difficoltà tale da discriminarla nella competizione”, ha detto ieri il presidente Huawei Italia Luigi De Vecchis nel corso di un’audizione alla commissione Trasporti della Camera. Rispondendo all’agenzia Reuters, Zte ha invece parlato di incertezza normativa, che potrà rallentare lo sviluppo della rete mobile di quinta generazione nella penisola.

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