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Fcas Dassault

Fcas, accordo tra Safran e Mtu per il motore del caccia del futuro

Che cosa cambia dopo l'intesa siglata tra la francese Safran e la tedesca Mtu Aero Engines per il motore del caccia di sesta generazione Fcas

 

Accende i motori il Fcas franco-tedesco. Dopo le anticipazioni della scorsa settimana del quotidiano francese Tribune, è arrivata l’ufficialità. Il produttore di motori francese Safran e l’omologo tedesco Mtu Aero Engines hanno stabilito i dettagli relativi alla partnership per sviluppare il motore del caccia di sesta generazione.

Questo accordo industriale si basa sui principi della lettera di intenti (LOI) firmata tra le due società lo scorso febbraio, in base alla quale Safran assumerà la guida nella progettazione e integrazione del motore e Mtu assumerà la guida nei servizi del motore. Tuttavia, la reticenza del parlamento tedesco aveva rallentato l’avanzamento dell’intesa. Ecco i dettagli.

I DETTAGLI DELL’INTESA

Nel quadro dello schema contrattuale definito da Francia e Germania, Safran sarà l’appaltatore principale e Mtu il partner principale per la prima fase di ricerca e tecnologia (Fase 1A).

Nella seconda fase, Safran e Mtu si impegnano a creare una joint venture 50/50 entro la fine del 2021. Questa società si occuperà di produzione, ottenimento della certificazione del motore del Fcas e attività di supporto post-vendita.

UNA PARTNERSHIP EQUILIBRATA

“Questo accordo rappresenta un grande passo avanti, che riflette la volontà di Safran Aircraft Engines e Mtu Aero Engines di garantire una gestione forte ed efficace del programma basandosi su una partnership equilibrata e responsabilità chiare”, si legge nella nota congiunta. “Safran e Mtu si impegnano a fornire alle Forze armate un’architettura di motore innovativa che sarà una risorsa chiave delle loro prestazioni operative”.

SUPERATE LE RITROSIE TEDESCHE

Alla fine l’ha spuntata Parigi. Questa suddivisione dei lavori, con Safran in prima linea, è stata finora contestata dalla tedesca Mtu, a sua volta supportata dal parlamento tedesco. Ma la Francia non ha ceduto. Troppo importante per la Francia bilanciare le relazioni tra produttori francesi e tedeschi sul caccia di sesta generazione. Se la francese Dassault sarà l’azienda leader del programma, facendosi carico di tutta la progettazione, al gruppo Airbus Se (11% Francia, 11% Germania e 4,10% Spagna), in particolare la divisione Defence&Space, sarà affidato però tutto il comparto della sensoristica, dell’avionica e delle comunicazioni.

VICINA LA FASE DEI DIMOSTRATORI

Con questo accordo, uno dei principali ostacoli alla finalizzazione dei contratti per i primi prototipi viene dunque rimosso. Il progetto franco-tedesco-spagnolo per il futuro sistema di combattimento aereo dovrebbe decollare alla fine di gennaio con la notifica dei contratti di ricerca e tecnologia (R & T) da 150 milioni di euro sui cinque pilastri del progetto, tra cui il famoso dimostratore tecnologico sotto il principale appaltatore Dassault Aviation. Possono tirare un sospiro di sollievo i vertici di Dassault e Airbus che hanno fatto pressioni ai rispettivi governi di avviare al più presto la fase dei dimostratori. Dassault e Airbus si aspettavano infatti che i contratti per dimostratori fossero aggiudicati durante l’Airshow di Parigi lo scorso giugno.

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