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Esa, cosa cambierà nello spazio europeo

Cosa cambierà nello spazio europeo dopo le nomine di Ferrazzani e Jaffart all'Esa e perché la Francia è in sofferenza industriale nel settore. L'approfondimento di Enrico Ferrone

Si aspettavano da tempo. E alla fine, con le nuove posizioni deliberate all’Agenzia Spaziale Europea (Esa), proveremo ad illustrare come lo scenario spaziale europeo potrà subire grossi cambiamenti.

LE NOMINE ALL’ESA

Marco Ferrazzani, Senior Legal Counsel, dal prossimo aprile sarà direttore dei servizi interni dell’ente, incarico che è stato assegnato a un professionista con un curriculum scolastico di massimo livello: dopo la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, Ferrazzani si è laureato alla Federico II e poi ha studiato a Salisburgo, Georgetown e alla Harvard Law School. È in ESA dal 2010.

Seconda nomina: Laurent Jaffart sarà il direttore delle Telecomunicazioni Sicure, ovvero del direttorato di Connectivity and Secure Communications: attualmente Jaffart è vicepresidente di Airbus Defence & Space e responsabile della strategia, dello sviluppo aziendale e di nuove attività per la divisione Space Systems. E infine ricordiamo, da qualche mese Dietmar Piltz è il nuovo direttore della Tecnologia, Ingegneria e Qualità (TEC) e capo stabilimento di ESTEC a Noordwijk. Piltz ha studiato all’Università di Ulm e di Los Angeles, poi è entrato nell’ESA provenendo -anche lui- da Airbus di Immenstaad, dove è stato responsabile dell’ingegneria e dei prodotti spaziali. Le ultime assegnazioni sono anche un ambizioso rimescolamento per ESA: Airbus, da parte sua ha infatti preso con sè Elodie Viau, la precedente direttrice di Telecommunications and Integrated Applications dell’agenzia con l’incarico di capo dell’ingegneria nell’industria franco tedesca.

A leggere così la riconfigurazione, non vi è dubbio che i ruoli disposti siano la conferma del disegno di marcare le funzioni chiave dello spazio europeo, con il board di ESA che per altro ha confermato il mandato del direttore generale Josef Aschbacher per un altro quadriennio a partire da marzo 2025.

LA SOFFERENZA INDUSTRIALE FRANCESE NELLO SPAZIO

Ma proviamo ad andare oltre la lettura del comunicato da poco formalizzato. La situazione industriale francese, nel settore spaziale, si sa che non è florida. Nei siti di Cannes e Tolosa, la Thales Alenia Space France patisce diverse situazioni di sofferenza industriale, dovute a perdite di voluminose proposte nel campo delle telecomunicazioni, sia pur comprensibili per la ciclicità di alcune attività ma anche per scelte che forse avrebbero potuto essere ponderate meglio in un ambito europeo di cui la grandeur francese non ha mai voluto tener considerazione.

Ora, la definizione di cariche di estrema forza in ESA, provenienti dalla competizione sembrerebbe ridimensionare ulteriormente il posizionamento strategico della joint venture italo-francese e per questo siamo convinti che qualcosa nel macchinoso mondo delle alleanze sta spingendo in una direzione opposta a quella degli ultimi venti anni. La Francia, che per molti anni si è potuta permettere importanti aggregazioni aerospaziali all’interno dei suoi perimetri –in assoluto contrasto di quanto aveva proposto il Libro Bianco del 2003- non ha consolidato una razionalizzazione delle sue industrie e ora deve render conto ai suoi cittadini che andare avanti con i metodi dirigisti del secolo scorso è diventato un azzardo insostenibile.

AIRBUS INGLOBERÀ I PROGRAMMI SPAZIALI DI THALES

Da qui il supposto che in un cambiamento, sarà Airbus che ingloberà sotto un unico marchio anche i programmi spaziali di Thales. C’è però da non trascurare che Thales è in alleanza con l’italiana Leonardo per quanto riguarda lo spazio e se pure i francesi avessero necessità di trasformare gli equilibri interni, l’Italia che adesso in campo spaziale sembra andare a gonfie vele potrebbe non accettare e non gradire altre fusioni strategiche senza per parte sua imporre una propria linea di indirizzo.

Lo affermiamo consapevoli che gli scenari da circa un anno sono cambiati: non deve sfuggire che dal 2022 Franco Ongaro ha lasciato al tedesco Piltz l’incarico di direttore di ESTEC e di capo del più importante direttorato di ESA per il ruolo di chief technology and innovation officer di Piazza Monte Grappa.

ONGARO SARÀ UN VANTAGGIO PER L’ITALIA?

Ongaro, che ha maturato la sua professione in ESA dal 1987, direttore dal 2011, è un manager che conosce assai bene gli ambienti spaziali internazionali. Forse troppo per qualche straniero ostile. Ma che può essere vantaggio per il settore in Italia.

E dunque proprio per la sua caratura professionale, già al momento del suo ingresso in Leonardo, fu chiaro che quella di Ongaro era stata una precisa volontà di irrobustimento della posizione spaziale italiana nonostante sia Thales Alenia Space Italia -Alenia Spazio precedentemente alla fusione con i francesi- che ha sempre svolto le principali funzioni industriali dello spazio sia nella progettazione che nella manifattura per conto di Finmeccanica, ovvero di Leonardo.

Indizi di cambiamenti poi sono intuibili dall’annuncio dalla partecipata statale (come pubblicato da StartMag) dell’apertura di un coordinamento dello Spazio, proprio condotto da Franco Ongaro. Mentre da Parigi, strano a dirsi dopo quanto è stato pubblicato in Italia anche da StartMag si è escluso ogni possibile modifica dell’assetto azionario, che per la Francia vale il 67%, ma queste possono anche essere le regole più spinte della comunicazione industriale!

Pertanto, quale sarà il futuro dello spazio italiano con queste oscillazioni riteniamo sia ormai prevedibile. Anzi, siamo convinti che attorno a Franco Ongaro vi sia una precisa intenzione di riacquisire le attività della vecchia Alenia, ponendo termine a un accordo che dura dalla prima decade di questo secolo che non ha visto sempre momenti felici tra i due attori e lasciando però una Thales spaziale indipendente sul mercato commerciale, il più competitivo ambiente in cui operare in ambito mondiale.

In questo gioco dove ognuno dice o tace la sua, non possiamo che terminare con un monito di Benjamin Franklin: “Per avere successo bisogna subito saltare alle opportunità”.

A noi non resta che stare a vedere quali saranno le prossime mosse!

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