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Ei Towers, Rai Way e Inwit. Chi scalda davvero l’Opa di F2i e Mediaset?

Fatti, numeri, commenti, analisi e scenari sull'Opa di F21 su Ei Towers. L'articolo di Michele Arnese

Non sta scaldando troppo la Borsa l’Opa di F2i su Ei Towers che si concluderà il 5 settembre. E’ iniziato ieri senza scossoni, infatti, il periodo di adesione all’Opa su Ei Towers lanciata da F2i e Mediaset, l’attuale azionista di riferimento che otterrà una notevole plusvalenza.

In Piazza Affari ieri il gruppo specializzato nella trasmissione del segnale televisivo ha infatti chiuso stabile a 56,7 euro, poco sotto i 57 euro dell’offerta, che aggiudicava un 15% di premio.

OBIETTIVO DELISTING

L’obiettivo dichiarato è il delisting, cioè il ritiro della quotazione in Borsa, con attenzione a possibili acquisizioni o fusioni, facendo tornare d’attualità il dossier Rai Way e scaldando il titolo di Inwit, la società delle torri Tlc di Tim.

IL REPORT DI BANCA AKROS

Il mercato per ora non vede problemi nella chiusura positiva dell’operazione, con gli analisti di Banca Akros che per esempio suggeriscono chiaramente agli azionisti di aderire, ritenendo il prezzo equo portando il prezzo obiettivo proprio a quota 57 euro.

COSA DICE EQUITA

Equita intanto vede dopo l’Opa una strategia molto più aggressiva, non solo limitata a Rai Way e all’Italia, con maggiore competizione per portafogli di torri di tlc, dove prima Ei Towers era un offerente meno credibile.

E INWIT?

L’operazione dal punto di vista borsistico – notano alcuni addetti ai lavori – potrebbe quindi avvantaggiare Inwit, in quanto possibile obiettivo, che infatti nella prima seduta di Borsa della settimana è stato il titolo del comparto più caldo con una crescita dell’1,3% a 6,8 euro.

OCCHIO A RAI WAY

Ovviamente gli operatori guardano anche a Rai Way, ma per un matrimonio, già bloccato negli anni scorsi dalla politica, servirà il via libera del governo Conte composto da M5S e Lega. Per questa partita i tempi sono inevitabilmente lunghi.

LE PAROLE DI RAVANELLI

Ma quali sono gli obiettivi di F2i con l’Opa e il delisting di Ei Tower? “Ci sono prospettive di crescita sia in Italia che all’estero (guardiamo in particolare all’Europa) – ha detto al Sole 24 Ore l’ad di F2i Renato Ravanelli – Per quanto riguarda le torri tv, nei prossimi anni con il rilascio di frequenze 700 mhz dall’emittenza televisiva alla telefonia mobile si porrà il tema di fare investimenti importanti per fornire almeno la stessa qualità di segnale televisivo di oggi”.

GLI INTRECCI FRA ADVISOR E BANCHE

Advisor dell’operazione sono stati Mediobanca, Intesa Sanpaolo (Banca Imi), Credit Suisse e Unicredit. L’operazione prevede un prestito di un pool formato da Unicredit, che è anche global coordinator, Intesa Sanpaolo e Mediobanca. Da notare che Intesa Sanpaolo e Unicredit sono anche tra i promotori-azionisti di F2i.

LO SCENARIO

Per Mediaset l’Opa su Ei Towers è cruciale: “Con l’assetto precedente era bloccata. Avrebbe potuto vendere e finire così la sua avventura nel settore. Invece reinveste nell’operazione e può fare di Ei Towers una piattaforma aperta al consolidamento: staccando le infrastrutture dalla produzione di contenuti in chiaro – ha scritto Carlo Festa del Sole 24 Ore sul suo blog – Lo avrebbe voluto fare nel passato, ma la presenza della famiglia Berlusconi tra i soci ha sempre bloccato qualsiasi velleità: basta pensare all’Opa su Raiway fermata per la presenza dell’azionista pubblico. Ora la famiglia Berlusconi sarà invece in minoranza. E sarà possibile qualche grande operazione straordinaria”. Con la conseguenza che la fusione Ei Towers e Raiway potrebbe diventare possibile se non addirittura auspicabile.

FUSIONE EI TOWERS-RAI WAY?

“Questa architettura (ossia Ei Towers, ndr) – grazie all’intervento del fondo partecipato dalla Cdp – garantirà che alla fine della fusione tra Ei Towers e Rai Way, il colosso nazionale delle torri televisive che nascerà dall’operazione, continuerà a essere gestita in maggioranza da investitori di matrice pubblica”, ha notato Repubblica. Infatti il fondo F2i è partecipato oltre che da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ardian, Cic (China Investment corporation) e fondazioni bancarie, in primis dalla Cassa depositi prestiti, controllata dal Tesoro.

Gli intrecci e gli scenari fra Mediaset, Cdp e Tim sono destinati a rafforzarsi?

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