Perché mantenere una redazione cui occorre anche versare i contributi pensionistici, assicurare ferie e malattia, quando si può pagare un abbonamento a ChatGpt che sa tutto, non sbaglia, è infaticabile e, soprattutto, non vanta pretese sindacali? Il pensiero, che in Cina pare diventato dominante già in alcuni settori, ha iniziato a contagiare le menti di alcuni editori occidentali.
LICENZIAMENTI AL VIA, SUBENTRA L’AI
CNET, sito verticale con pubblicazioni in Usa, Germania, Francia, Corea e Giappone sulla tecnologia che i più conoscono ancora con il vecchio nome c|net, diventato un marchio della CBS Interactive nel 2008 e successivamente acquisito da Red Ventures ormai tre anni fa, stando a quanto riportano varie testate online concorrenti tra cui The Verge che in merito hanno riportato testimonianze e documenti interni avrebbe licenziato il 10% dell’organico complessivo. Colpiti dal provvedimento anche diversi dipendenti senior, in CNET da anni. La responsabile editoriale Connie Guglielmo è passata a un nuovo ruolo – responsabile dei contenuti AI e al suo posto è arrivato Adam Auriemma, già responsabile editoriale di NextAdvisor, altra testata Red Ventures, messa offline.
AAA BALIE PER L’IA CERCASI
L’insider Tom Henderson, quotato quando si tratta di informazioni sottobanco, ha rivelato via Twitter che Gamurs, editore di diversi siti di informazione, tra i quali Destructoid, Gaempur e Twinfinite, non solo ha recentemente licenziato il 40% dei suoi redattori ma intende sostituirli con un numero minore di AI Editor, ovvero redattori esperti nell’uso di intelligenze artificiali generative.
GAMURS, the company who let go 40%ish of their staff recently is now hiring an “AI Editor” to do approximately 250 articles per week at a whopping $4.20 per article.
The future of written gaming content is here! Lmao pic.twitter.com/MaAUznBrIs
— Tom Henderson (@_Tom_Henderson_) June 13, 2023
Henderson sottolinea come, secondo l’annuncio pubblicato dall’editore, i candidati dovranno usare le intelligenze artificiali generative sulla falsariga di quella che anima ChatGpt per creare articoli. Quindi dovranno: “riscrivere i contenuti se necessario”, “scrivere titoli, aggiungere link, aggiungere immagini e compiere altre operazioni in WordPress”, “assicurarsi che i contenuti non siano già stati pubblicati sui siti di Gamurs” e assicurarsi che i contenuti siano siano orientati lato SEO.
I selezionati dovranno insomma fare da balia all’IA e correggere gli articoli che produrrà, metterli a posto se non riscrivere i pezzi di sana pianta laddove sia necessario. Per un totale di 250 articoli a settimana per 4,20 dollari ad articolo, per una media di 35 articoli al giorno, che diventano addirittura 50 considerati i week end o comunque una turnazione con due giorni di riposo ogni cinque. A simili prezzi, insomma, sono più fortunati i redattori appena licenziati.
L’ESPERIENZA CINESE
Come si anticipava, nel mondo dei videogiochi almeno in Cina simili repulisti sono già iniziati e sono stati così traumatici da portare diverse software house che avevano intrecciato eccessivamente i loro videogiochi alle IA sulla falsariga di ChatGpt a ingranare la retromarcia e a scusarsi in alcuni casi con l’utenza. Ma il danno in alcuni comparti è fatto: secondo il report di Rest of World in Cina la ricerca di illustratori professionisti per videogiochi è diminuita del 70% a causa delle intelligenze artificiali.
IL CUPO MONITO DI IBM
Suonano insomma come un monito piuttosto cupo le parole recentemente espresse dal CEO di IBM, Arvind Krishna, secondo cui grazie a ChatGpt & co. sarà possibile tagliare migliaia di posti di lavoro, congelando l’assunzione per 7.800 posizioni lavorative che saranno sostituiti proprio da algoritmi.