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App Anti Covid-19 Immuni

Ecco come e quando partirà l’app anti Covid-19

Partirà a maggio e sarà volontaria la app anti Covid-19 che sta studiando il governo. Ecco i primi dettagli

Partirà a maggio e sarà volontaria la app anti Covid-19 che sta studiando il governo.

E’ quello che ha detto stamattina in tv Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute del Pd, nel corso di una trasmissione su La7.

Le informazioni fornite dal sottosegretario Zampa sono state autorizzate dal consulente del governo Walter Ricciardi, come ha sottolineato la stessa esponente del governo.

Ricciardi, componente dell’executive board dell’Orms e consulente del ministero della Salute sull’emergenza Coronavirus, oggi in un’intervista al quotidiano Il Mattino ha detto sulla questione dell’app in fieri: “Dobbiamo coniugare l’aspetto della verifica delle condizioni della popolazione sotto l’aspetto sanitario e tracciarne gli spostamenti, ricostruire i contatti con l’ausilio delle tecnologie. Non c’è altra strada. La direzione è questa. Dovremo andare verso il rilascio di un passaporto digitale”.

Martedì scorso la relazione della task force di 76 esperti chiamati dal ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, a danalizzare le centinaia di proposte giunte per la app anti Covid-19, è arrivata sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La relazione indica due soluzioni alternative ma non così diverse, ha scritto oggi il quotidiano Repubblica: “La prima viene dalla collaborazione fra una rete di poliambulatori specialistici (il Centro Medico Sant’Agostino) e una delle più importanti società nel campo dello sviluppo di app: si chiama Bending Spoons, è stata fondata da quattro ingegneri italiani e dallo scorso anno ha fra i suoi azionisti anche il veicolo di investimenti dei tre figli di secondo letto di Silvio Berlusconi. La proposta fra i punti di forza ha il fatto di fare parte di una soluzione tecnologica europea (Pepp-PT) che riunisce aziende e ricercatori di otto paesi con l’obiettivo di offrire uno standard comune nel tracciamento dei contatti ma più rispettoso della privacy dei cittadini di quelle che si basano sul “gps”, il segnale satellitare che segue tutti gli spostamenti dei nostri telefonini. La soluzione Pepp-PT punta sul bluetooth, e quindi sullo scambio di dati che può avvenire fra due telefonini quando entrano nel rispettivo raggio di azione. Anche la seconda opzione indicata dalla task force – Covid Community Alert – pur con altre caratteristiche, utilizza il bluetooth”.

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