Anche la Difesa italiana migra sul cloud.
Mentre la Strategia Cloud Italia illustrata a inizio mese dal ministro per l’innovazione e transizione digitale Vittorio Colao ha delineato la roadmap per il cloud della Pa — partenariato pubblico-privato e realizzazione del Polo strategico nazionale prevista entro il 2022 e completamento della migrazione entro il 2025 — anche la Difesa si è mossa in questo campo.
Il 4 agosto è stato pubblicato il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2021-2023.
Quest’ultimo prevede l’avvio di nuovi programmi di interesse interforze e tra questi l’acquisizione di capacità per la condivisione dati basata sul concetto di Defence Cloud.
Secondo il Dpp, è fondamentale infatti incentivare lo sviluppo e l’adozione del Defense Cloud.
Tutti i dettagli.
ABILITATA LA DEFENSE CLOUD
Come si legge nel Dpp della Difesa, ricorrendo al paradigma joint by design, ogni attività militare sarà concepita secondo logiche di interconnessione digitale delle forze nei diversi domini – terrestre, marittimo, aereo, cibernetico e spaziale – abilitando la cosiddetta Defense Cloud, per la condivisione multi-dominio delle informazioni e la sincronizzazione delle azioni necessarie ad affrontare e vincere le sfide presenti e future.
ACQUISIZIONE DI CAPACITÀ PER LA CONDIVISIONE DATI
Proprio per questo, la Difesa ha previsto un programma pluriennale articolato su più interventi legati alla realizzazione di un ambiente informativo classificato joint, secure e interoperable by design (strutturato in cloud) che garantisca la condivisione e valorizzazione del bagaglio informativo della Difesa, a beneficio dell’Area Interforze e delle Forze Armate, a supporto delle attività di Decision Making e di Comando e Controllo in contesti operativi militari multidominio e/o a supporto delle Autorità Civili.
EVOLUZIONE VERSO IL 5G
Inoltre, dal 2023, sarà necessario evolvere l’infrastruttura di rete e di accesso radio-mobile verso un’architettura 5G definitiva, sempre strutturata in cloud, per l’Area Interforze e le Forze Armate.
LE RISORSE PREVISTE
Il programma pluriennale richiede un fabbisogno complessivo di 90,70 milioni di euro distribuiti in 15 anni di cui 10,70 saranno assegnati nel triennio 2021-2023.
IL FABBISOGNO COMPLESSIVO
Il fabbisogno previsionale complessivo è dell’ordine dei 600 milioni di euro, in via di definizione coerentemente con la natura avanguardistica dei concetti da implementare e in ragione dell’accelerato rateo di innovazione tecnologica del settore.
Per i segmenti del programma che determineranno un potenziamento capacitivo dello Strumento militare, sarà predisposto apposito DM/DI ai sensi dell’Art. 536 del C.O.M.
NEL FRATTEMPO NEGLI USA…
Anche negli Stati Uniti il Pentagono è a lavoro sul cloud. Il dipartimento della Difesa prevede di rilasciare una richiesta iniziale a metà ottobre per il nuovo progetto cloud, rinominato Joint Warfighter Cloud Capability.
Il colosso tecnologico Microsoft non lavora più al cloud computing del Pentagono nell’ambito del progetto Jedi (Joint Enterprise Defense Infrastructure).
A inizio luglio funzionari del dipartimento della Difesa hanno rescisso infatti il maxi contratto da 10 miliardi di dollari aggiudicato da Microsoft nel 2019 annunciando che avrebbero ricominciato da capo con un nuovo progetto.
Si mette il punto a un’iniziativa lunga un anno, impantanata in un contenzioso di Amazon.com e una raffica di obiezioni da parte del Congresso. Il nuovo progetto cloud sarà aperto a tutti gli offerenti qualificati, hanno affermato i funzionari del Pentagono.