L’Italia sta studiando l’ottavo decreto armi per l’Ucraina.
Il nostro paese è pronto ad aiutare l’Ucraina anche in vista del prossimo inverno nella protezione delle infrastrutture e sta lavorando all’ottavo pacchetto di armi da inviare a Kiev. È quanto ha annunciato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’incontro con Zelensky a Kiev, lunedì 2 ottobre, prima del Consiglio europeo informale.
D’altronde proprio ieri sera, intervistata da SkyTg24, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito che “Sugli aiuti siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina”. Tuttavia, Meloni ha precisato che “è quello che continueremo a fare, compatibilmente con le richieste che arrivano e con la necessità di non sguarnire e non compromettere la nostra sicurezza. Ci sta lavorando la Difesa”.
Tuttavia, sempre all’emittente Sky Tg24 oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto ha avvertito che “Le risorse non sono illimitate e l’Italia ha fatto tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio”.
Tutti i dettagli sulle forniture militari arrivate finora in Ucraina dall’Italia e quello che potrebbe mandare, tenendo presente che si tratta comunque di indiscrezioni visto che i numeri restano secretati.
“Come ampiamente noto infatti, sia il governo precedente (guidato dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi), sia quello attuale (guidato dal presidente Giorgia Meloni) hanno apposto il segreto alle liste degli armamenti e degli equipaggiamenti militari per l’appunto inviati a Kiev; liste collegate a ciascuno dei 6 decreti fini qui emanati in tutto” ricordava Giovanni Martinelli su Startmag lo scorso maggio. Di fatto, il loro contenuto viene esposto al solo Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir).
LA RICHIESTA DEL MINISTRO DELLA DIFESA DI KIEV
“Ho parlato con Crosetto di missili a lungo raggio”. Lo scriveva ieri in un post su X il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, secondo cui con Crosetto si è discusso delle “necessità urgenti al fronte: sistemi missilistici a lungo raggio e sistemi di guerra elettronica”. Dopodiché, il neo ministro Umerov ha dichiarato di aver invitato l’omologo italiano in Ucraina per incoraggiare investimenti delle aziende italiane nel paese.
https://twitter.com/rustem_umerov/status/1709635983124115673
LA POSIZIONE DELLA DIFESA ITALIANA
Da parte sua Crosetto ha ricordato che “l’Italia ha puntato sull’aiuto attraverso sistemi antiaerei perché questi attacchi sono la parte più odiosa della guerra in Ucraina”. Ma “Il problema è che non hai risorse illimitate. E da quel punto di vista l’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio” ha aggiunto il ministro. “C’è una continua richiesta da parte ucraina di aiuti e bisogna verificare ciò che noi siamo in grado di dare rispetto a ciò che a loro servirebbe. La disponibilità a fare l’ottavo pacchetto c’e’. Ma l’ottavo pacchetto non esiste perché fino a quando non c’è un elenco di materiale è soltanto una dichiarazione d’intenti e nulla di reale”, ha spiegato Crosetto.
LE ARMI INVIATE FINORA DALL’ITALIA ALL’UCRAINA
Oltre alla partecipazione al piano munizioni Ue, pensato per sostenere gli arsenali ucraini, dall’inizio della guerra nel febbraio 2022 l’Italia si è impegnata con l’invio diversi mortai da 120 mm e mitragliatrici MG, di 60 obici M109L, un numero secretato di FH-70 e 6 Pz H 200. In termini di missilistica italiana, l’Ucraina ha ricevuto, lanciarazzi di tipo Milan, 1 Skyguard Aspide, 1 sistema Spada, e un Samp/T donato in collaborazione con Parigi. Per il traporto truppe l’Ucraina ha ricevuto anche i blindati Lince dell’Iveco. L’Italia ha poi promosso l’addestramento di soldati ucraini all’uso dei missili italiani in un programma top-secret su una base militare vicino Sabaudia.
IL NUMERO EFFETTIVO DI OBICI
Secondo l’edizione ucraina della rivista Forbes, l’Italia ha fornito a Kiev 120 obici semoventi M-109L da 155 mm anziché una sessantina come emerso dalle indiscrezioni stampa della scorsa primavera. Inoltre, l’azienda privata lombarda Marconi Industrial Services ne ha riparati e modernizzati gratuitamente sette.
L’M109L è la versione aggiornata italiana dell’obice semovente d’artiglieria americano M109, che in passato hanno equipaggiato i reparti italiani. Sono rimpiazzati negli anni 2000 dai più moderni PzH 2000, con gittata di 40 chilometri di fabbricazione tedesca considerati i migliori al mondo.
L’Italia aveva in linea circa 300 M109L, 221 dei quali sottoposti a un programma d’aggiornamento nei primi anni Novanta (dall’iniziale versione “G” si era passati alla “L”, caratterizzata da una gittata più lunga, da 24 a 30 chilometri grazie ai proietti autopropulsi). Da circa vent’anni i semoventi risultano in riserva, quasi tutti proprio nel deposito di Lenta, in provincia di Vercelli.
Inoltre, Forbes Ucraina ha anche riferito che Angelo Adriano, amministratore delegato della Marconi, ha inviato una lettera al ministro della Difesa ucraino, assicurando che la sua azienda è pronta a fornire ulteriore supporto tecnico agli obici, fornire pezzi di ricambio ed effettuare ulteriori ammodernamenti.
DIFESA CONTRAREA: SPADA E SKYGUARD BASATI SUL MISSILE ASPIDE
Inoltre, l’Italia ha inviato due sistemi controaerei di Esercito e Aeronautica basati su missili a guida radar- Spada e Skyguard sono due dispositivi che utilizzano gli stessi missili terra-aria, chiamati Aspide. In particolare Spada per l’Aeronautica, Skyguard per l’Esercito e Albatros per la Marina, operativi da circa quarant’anni, con più aggiornati sistemi di difesa aerea.
Lo Skyguard-Aspide è un sistema d’arma missilistico terra-aria a corta portata contro la minaccia aerea condotta alle basse e bassissime quote realizzato dalle società Mbda Italia e Rheinmetall. Il sistema è costituito da una centrale di tiro e due lanciatori, denominati U2. Inoltre, il sistema è dotato di un’elevata mobilità tattica, infatti, lo schieramento di una unità di fuoco è possibile in pochi minuti. Il sistema può ingaggiare bersagli aerei sino a 3.500 metri di quota con velocità massima altamente supersonica.
COS’È IL SISTEMA DI DIFESA MISSILISTICO SAMP-T
Unico aiuto reso pubblico finora dal nostro paese è l’invio della dalla batteria Samp-T, il sistema europeo di difesa aerea e antimissilistica, sviluppato dall’Italia congiuntamente con la Francia a partire dagli anni 2000.
Lo scorso giugno Macron e Meloni avevano annunciato infatti che il sistema di difesa antiaerea franco-italiano Samp-T è ormai dispiegato e operativo in Ucraina. Da tempo Kiev sollecitava l’Italia e la Francia di fornirgli il loro sistema di difesa missilistica SAMP-T per aiutare a proteggere le infrastrutture critiche e le città dagli attacchi missilistici russi.
Si tratta di un sistema missilistico terra-aria di ultima generazione sviluppato dal consorzio europeo Eurosam (costituto dalle società Mbda Italia, Mbda Francia e Thales) per l’Italia e la Francia. Lo scopo è di sostituire il sistema missilistico Hawk. Il sistema d’arma è caratterizzato da un’elevata mobilità tattica e strategica (può essere facilmente rischierato per via aerea, navale e ferroviaria).
Il sistema Samp/T è in grado di neutralizzare minacce Tbm, Tactical Ballistic Missile, con ingaggi a distanze sino 100 km.
L’attuale versione del Samp/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio. L’Esercito italiano ha in dotazione 5 batterie presso il 4° reggimento artiglieria controaerei in Mantova.
Tuttavia, come ricorda Repubblica, “Il sistema necessita di una manutenzione costante e utilizza missili Aster 30 – ognuno costa due milioni di euro – che gli ucraini lanciano in quantità. Italia e Francia ne hanno forniti alcune decine. Roma ne ha a disposizione pochi e i nuovi ordini non saranno disponibili prima di un paio d’anni”.
RICHIESTI MISSILI A LUNGO RAGGIO
Ma ora “Kiev chiede — riporta ancora Repubblica — sistemi di guerra elettronica, fondamentali per bloccare i droni nemici: gli italiani ne hanno in magazzino pochissimi”.
Infine, la questione dei missili a lungo raggio, come richiesto pubblicamente dal ministro della Difesa ucraino.
“È il vero dilemma, politico e diplomatico, sostiene Repubblica. La Difesa possiede missili aria-terra Storm Shadow, protagonisti degli ultimi attacchi sulla Crimea che hanno portato alla distruzione del comando della Marina russa. Solo Francia e Regno Unito li hanno inviati in Ucraina, ma in numero limitato. La Germania darà la sua versione “Taurus”. L’Aeronautica ne ha a disposizione duecento, ma difficilmente intende privarsene”.