Palantir continuerà a lavorare al progetto Maven del Pentagono che utilizza l’intelligenza artificiale e la visione artificiale per aiutare i soldati a identificare gli obiettivi in modo più rapido e accurato.
La società di software statunitense che offre servizi per le agenzie di intelligence si è assicurata un contratto da 480 milioni di dollari per avviare la fase di prototipazione del progetto Maven Smart System dell’esercito americano.
Il Maven Smart System fa parte del Project Maven, il programma di intelligenza artificiale del Pentagono, che acquisisce ed elabora dati da più fonti, come immagini satellitari e dati di geolocalizzazione, e li utilizza per rilevare automaticamente potenziali obiettivi, spiega Defense News.
L’iniziativa di intelligenza artificiale del Pentagono per decifrare i filmati di sorveglianza aerea ha fatto notizia nel 2018 quando i dipendenti di Google hanno protestato contro il coinvolgimento del colosso tech nel programma costringendo l’azienda a ritirarsi.
Il 29 maggio il Dipartimento della Difesa ha annunciato l’accordo che estende ulteriormente il rapporto di Palantir con le forze armate e si avvale della crescente suite di offerte di intelligenza artificiale dell’azienda guidata da Alex Karp, osserva Bloomberg.
Tutti i dettagli.
CHE COS’È IL PROGETTO MAVEN
Dall’aprile 2017 il Pentagono sta lavorando al Maven, noto inizialmente come Algorithmic Warfare Cross-Functional Team (AWCFT), con la missione di “accelerare l’integrazione di big data e machine learning presso il Department of Defense (DoD)”.
Da gennaio 2023, a supervisionare i servizi GEOINT AI c’è la Nga, agenzia di intelligence americana leader per l’elaborazione e l’analisi di immagini satellitari e di altre immagini dall’alto, nonché per la mappatura della Terra. Alcune parti del Progetto Maven che non riguardano GEOINT sono passate al Chief Digital and Artificial Intelligence Office del Pentagono, riportava Defense News.
Come spiega Breaking Defense, Maven riunisce dati di diversi livelli di classificazione provenienti da una vasta gamma di fonti (intelligence satellitare su potenziali obiettivi nemici, rapporti sulla preparazione di unità amiche, post sui social media su crisi in corso o disinformazione) e li inserisce in un’unica interfaccia personalizzabile per pianificatori militari, che possono scegliere quali particolari set di dati desiderano vedere o addirittura codificare i propri strumenti di visualizzazione.
ABBANDONATO DA GOOGLE NEL 2018
Nell’estate 2018 Google, uno dei primi partecipanti a Maven, ha dichiarato che avrebbe smesso di lavorare al progetto. Il colosso di Mountain View è stato costretto nella decisione dalle proteste dei dipendenti che pretendono Big G sia fuori dal war business.
L’identificazione degli obiettivi assistita dall’intelligenza artificiale ha suscitato polemiche nel settore tecnologico da parte di alcuni lavoratori che non volevano costruire sistemi per la guerra e da parte di critici che temono che le decisioni di sciopero letale possano avere una supervisione umana minima, ricorda Reuters.
Nonostante il ritiro di Google, il Pentagono ha continuato a lavorare al progetto Maven sostenendo che il programma “migliora le prestazioni del team uomo-macchina fondendo intelligenza e operazioni attraverso AI/ML [artificial intelligence/machine learning] e tecnologia di realtà aumentata. Project Maven cerca di ridurre il tempo necessario per il processo decisionale a una frazione del tempo necessario senza AI/ML”.
A PALANTIR IL CONTRATTO QUINQUENNALE PER MAVEN DEL PENTAGONO
Palantir ha sviluppato e sperimentato il prototipo con un numero limitato di operatori.
Il contratto quinquennale, annunciato il 29 maggio, consentirà al Dipartimento della Difesa di espanderne l’utilizzo a migliaia di utenti in cinque comandi interforze delle forze armate Usa: Comando Centrale degli Stati Uniti, Comando Europeo, Comando Indo-Pacifico, Comando Nord e Comando dei Trasporti. Il sistema sarà disponibile anche per i membri dello staff congiunto.
La data di completamento del contratto è prevista per maggio 2029 e fa seguito alla richiesta di un’unica offerta da parte del Dipartimento della Difesa.
La tecnologia, che Palantir sta costruendo per l’Esercito da quando Google ha abbandonato il contratto nel 2018, è maturata negli ultimi anni per includere dati provenienti da sistemi radar e sensori a infrarossi che rilevano il calore. Secondo Bloomberg, analizza anche dati non visivi come i tag di geolocalizzazione raccolti da smartphone e feed di social media.
LA POSIZIONE DELLA SOCIETÀ GUIDATA DA ALEX KARP
“Gli utenti spazieranno da analisti e operatori di intelligence in alcune delle remote catene di isole in tutto il mondo fino alla leadership del Pentagono”, ha detto ai giornalisti il 30 maggio Shannon Clark, capo della crescita della difesa di Palantir. “Si tratta di prendere ciò che è costruito in prototipo e nella sperimentazione e portarlo in produzione.”