In un podcast di oltre otto ore, Elon Musk ha riferito che Neuralink ha impiantato “con successo” il suo chip cerebrale a un secondo paziente. Le informazioni sull’interfaccia computer-cervello e sulla salute delle persone coinvolte, però, continuano a essere pochissime e filtrate dal miliardario.
Musk ha poi dichiarato di aver parlato con il candidato alla Casa Bianca, Donald Trump, per ridurre la regolamentazione aziendale, che ostacolerebbe l’innovazione.
IL SECONDO CHIP DI NEURALINK IN UN ESSERE UMANO
Lo scorso maggio le autorità americane avevano concesso a Neuralink l’autorizzazione per un secondo intervento su un essere umano nonostante pochi giorni prima Reuters avesse rivelato che sia l’azienda sia la Food and Drug Administration (Fda) sono da anni a conoscenza di alcuni problemi relativi all’impianto. Problemi riscontrati anche nel dispositivo di Noland Arbaugh, il primo ragazzo ad aver ricevuto il chip cerebrale.
“Non voglio portare sfortuna – ha dichiarato Musk -, ma sembra che il secondo impianto sia andato estremamente bene. C’è molto segnale, molti elettrodi. Sta funzionando molto bene”.
Non si sa quando ha avuto luogo l’operazione e Musk ha fornito pochi altri dettagli sul secondo partecipante, il quale ha una lesione del midollo spinale simile a quella del primo paziente. In merito agli elettrodi ha riferito che ne funzionano 400 e, stando al sito, l’impianto ne utilizza 1.024.
IL DIFETTO DEL CHIP
Il problema dell’impianto portato alla luce da fonti che hanno parlato con Reuters ha proprio a che fare con gli elettrodi. Lo scorso maggio infatti i fili all’interno del cervello di Arbaugh si erano sfilati dalla loro posizione, rimuovendo così gli elettrodi che decodificano i segnali cerebrali e consentono al paziente di muovere un cursore con il solo pensiero. Secondo le fonti, tale rischio – già riscontrato nei controversi esperimenti sugli animali – non è stato sufficiente a far desistere o a rivedere il progetto perché ritenuto “sufficientemente basso” dall’azienda di neurotecnologie.
Ai tempi del fatto, Neuralink non aveva condiviso molte informazioni ma nel podcast ha dichiarato di aver ripristinato la capacità dell’impianto di monitorare i segnali cerebrali di Arbaugh apportando delle modifiche, tra cui un algoritmo più sensibile. Stando a Musk, il ragazzo ha migliorato il suo precedente record mondiale per la velocità con cui riesce a controllare un cursore “con solo circa il 10-15% degli elettrodi funzionanti”.
Anche Arbaugh, che dopo l’operazione aveva mostrato con entusiasmo quanto riusciva a fare autonomamente grazie al chip, è intervenuto nel podcast, ricordando che l’interfaccia computer-cervello gli ha permesso di ridurre la sua dipendenza dagli assistenti.
PROGRESSI E PROMESSE DI NEURALINK
Nel corso dell’intervista fiume, Neuralink ha dichiarato di aver compiuto importanti sforzi per ripristinare la funzionalità degli arti nelle persone paralizzate, una capacità diversa da quella attuale del dispositivo. “In realtà abbiamo fatto molti progressi cucendo elettrodi nel midollo spinale come potenziale soluzione per sua una lesione”, ha detto Matthew MacDougall, capo chirurgo dell’azienda.
Dalle prime anticipazioni, un impianto cerebrale interagirebbe con un impianto spinale per creare contrazioni muscolari nelle braccia e nelle gambe precedentemente paralizzate, e Neuralink ha già dimostrato “in modo grossolano” il suo funzionamento in animali anestetizzati. Sottolineando che si tratta di un lavoro preliminare, MacDougall ha spiegato che durante la procedura gli animali “muovono le zampe in una sorta di modello di camminata”.
Infine, Musk prevede che quest’anno Neuralink fornirà gli impianti ad altri otto pazienti nell’ambito dei suoi studi clinici.
MUSK E TRUMP UNITI NELLA DEREGOLAMENTAZIONE
Il miliardario proprietario di X, Tesla e SpaceX ha poi parlato di un colloquio con Donald Trump, da lui sostenuto nella corsa presidenziale, a proposito della formazione di una commissione volta a migliorare “l’efficienza del governo” attraverso la riduzione della regolamentazione aziendale, e alla quale sarebbe disposto a partecipare. Musk infatti è dell’idea che le normative statunitensi “ostacolano l’innovazione”.