Dall’inizio del 2024 il titolo di Intel in borsa ha perso oltre il 60 per cento. La società, un tempo il colosso assoluto del settore dei semiconduttori, è in crisi: ha faticato ad adattarsi al nuovo contesto industriale creato dall’intelligenza artificiale, ha riportato risultati pessimi nel secondo trimestre dell’anno e sta portando avanti un processo di tagli e riorganizzazione interna.
In soccorso, quantomeno parziale, di Intel potrebbe però essere arrivato il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Stando infatti a Bloomberg, la società si è qualificata per accedere a una sovvenzione pubblica da 3,5 miliardi di dollari per la fabbricazione di semiconduttori per il Pentagono, all’interno di un programma segreto – si chiama Secure Enclave – per i microchip con applicazioni militari e di intelligence.
GLI AIUTI PUBBLICI A INTEL, TRA PENTAGONO E CHIPS ACT
Il finanziamento potrebbe venire annunciato ufficialmente nei prossimi giorni. In caso, si andrebbe a sommare al pacchetto di aiuti pubblici da 20 miliardi – di cui 8 miliardi in sovvenzioni e 11 in prestiti – presentato lo scorso marzo e legato al Chips Act, la legge di stimolo allo sviluppo e alla manifattura di semiconduttori negli Stati Uniti. Secondo l’amministrazione di Joe Biden, Intel utilizzerà i soldi pubblici per espandere o costruire nuovi stabilimenti in Arizona, Ohio, New Mexico e Oregon. La società, comunque, non ha ancora ricevuto nulla.
FIDUCIA O MANCANZA DI ALTERNATIVE?
L’accordo con il Pentagono dimostra come il governo americano abbia fiducia in Intel nonostante questa stia passando un momento difficile che l’ha portata a ridimensionare i piani di espansione internazionale. Secondo Bloomberg, è più probabile che la società decida di posticipare o sospendere i progetti manifatturieri all’estero piuttosto che quelli in Arizona o in Ohio.
D’altra parte, l’amministrazione Biden non ha tante opzioni al di fuori di Intel, che è l’unica azienda statunitense in grado di realizzare semiconduttori avanzati. Gli altri due pesi massimi del settore, ovvero la taiwanese Tsmc e la sudcoreana Samsung, stanno però costruendo degli stabilimenti in territorio americano grazie ai fondi del Chips Act.
I DUBBI SUL PROGETTO
Le caratteristiche dei chip che Intel produrrà per il Pentagono non sono note; sappiamo però che l’azienda si affida a Tsmc per la realizzazione di alcuni dei suoi processori più avanzati e che non è riuscita a convincere Nvidia e Advanced Micro Devices – entrambe specializzate nella progettazione di chip per l’intelligenza artificiale – con le sue capacità manifatturiere.
Inoltre, il dipartimento della Difesa può rivelarsi un cliente difficile per i produttori di chip. Secondo uno studio delle Accademie nazionali delle scienze, dell’ingegneria e della medicina, le aziende coinvolte nei progetti precedenti del Pentagono hanno faticato a soddisfare i requisiti richiesti o a generare un ritorno economico dagli ordini.