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Benvenuti a Comolake

Chi e come organizza Comolake. La lettera di Claudio Trezzano

Caro direttore,

immagino che anche tu in questi giorni, come tutti i giornalisti che trattano di innovazione, sarai con il naso rivolto al lago di Como.

No, non per l’incontro ministeriale del G7 su innovazione e digitale avvenuto a Cernobbio. Il vero evento autunnale dedicato alla tecnologia, che ha saputo riunire il gotha del mondo hi-tech e della politica, è stata la seconda edizione di Comolake.

In tutta onestà mi ha stupito non poco notare che Start Magazine non vi abbia dedicato un profluvio di articoli come hanno fatto per esempio Ansa, AdnKronos o Il Sole 24 Ore. Eppure ho cercato e ricercato, sia sulla ricerca interna del sito sia su Google e ogni volta mi è saltato fuori un unico articolo, firmato da Carlo Terzano, peraltro su tutt’altro, ovvero sull’It Wallet.

E anche inesatto – se mi posso permettere – dato che il collega, forse perché concentrato anche su altri temi, si limita a dire che la “seconda edizione di ComoLake2024 che si tiene proprio in queste ore, la cui agenda è stata presentata alla stampa da Erminio Fragassa, presidente di Micromegas, la società organizzatrice, e da Raffaele Barberio, non nuovo alla kermesse comasca e oggi responsabile dei contenuti e dei rapporti con gli speaker di ComoLake2024…”.

Insomma, se leggo così capisco che il primo organizza, il secondo fa l’agenda. Ma se ascolto la testimonianza di chi c’è stato davvero – e tu mi insegni che il giornalista lavora così – allora scopro che il dominus di Comolake è proprio Barberio. Ti allego uno screen di uno dei millemila post di ringraziamenti apparsi su LinkedIn nelle ultime ore, vergati di proprio pugno dai top manager partecipanti entusiasti e soddisfatti:

comolake

E ti dirò di più: l’AdnKronos, che è media partner dell’evento (dunque avrà tutti i materiali ufficiali relativi ai job title), scrive che Raffaele Barberio è “ideatore e direttore ComoLake”.

Davvero una scortesia quella di Startmag, che pure si occupa quotidianamente anche di innovazione, limitarsi a dire che l’ex direttore del sito Key4Biz, nonché ex direttore di Supercom (società di business relations che opera al servizio di istituzioni e imprese), presidente della Barberio&Partners Srl, scelto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti come proprio consulente, abbia solo curato l’organizzazione dell’evento. Affatto. Ne è l’ideatore, curatore ma soprattutto direttore.

Finalmente abbiamo anche in Italia un mega evento sulla tecnologia, con oltre 160 relatori da 14 Paesi (scrive sempre l’AdnKronos) e Startmag, oltre a non parlarne, sbaglia e derubrica la carica e l’apporto di Barberio?

Probabilmente siete stati tratti in errore dal suo nuovo ruolo pubblico di consulente di Butti. Prigionieri dei soliti vecchi schemi mentali avrete escluso a priori che chi ha un ruolo pubblico – ossia un incarico addirittura alla presidenza del Consiglio – possa utilmente gestire un evento privato sul medesimo tema. Ma proprio Butti, come riporta il Sole, ha detto: “Il senso di ComoLake è mettere insieme pubblico e privato per una palestra di confronto, in quanto solo in questo modo si può crescere”. Immagino si riferisse anche all’organizzazione della kermesse comasca, no?

Evento che, come già riportava il collega Terzano nel pezzo di ieri, si svolge col patrocinio del governo al gran completo: dal ministero degli Esteri all’Agricoltura, passando per il Mef, la Difesa, gli interni, il Mit, il Mur, Cutura, Turismo, Farnesina, Salute, Sport, PA, Made in Italy, Istruzione e chi più ne ha più ne metta. Agevolo la schermata.

E se tu, direttore, ti dovessi chiedere come può un evento privato, organizzato anche da un consulente del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, avere tutti ‘sti patrocini e contemporaneamente fior fior di sponsor privati (come Accenture, Ibm, Google, Meta, Lenovo, Microsoft, ecc) ma anche pubblici (come Enel, Poste Italiane, la Zecca di Stato o l’Agid), ti rispondo con questo pezzullo del Fatto che evidentemente deve esservi sfuggito: “La formula della convention digitale è analoga a quella del convegno di giugno all’Aifa soppresso quando si è scoperto che a sponsorizzare l’evento di chi autorizza i farmaci era chi li produce. Ma le tariffe “a pacchetto” sono tre volte più alte: da 15mila a 60mila euro per avere il proprio presidente o ad sul palco centrale, più i costi per l’allestimento stand, che si aggirano sui 20 mila euro”.

Aggiunge il collega del quotidiano diretto da Marco Travaglio e Peter Gomez: “Si tratta di un evento privato organizzato da una società privata, perciò non sono state utilizzate risorse pubbliche per l’organizzazione dell’evento cui partecipiamo con uno stand e brevi interventi”, dicono dal Dipartimento. E pazienza se c’è mezzo governo e tra gli sponsor ci sono big del settore che han ricevuto fior di contributi pubblici coi quali sponsorizzano la vetrina promossa dallo stesso Dipartimento”.

Doveroso riportare le tariffe: “Tra gli sponsor figurano anche aziende pubbliche come “official partner”, tra cui Enel controllata dal Mef che che versa 60mila euro più Iva per avere un intervento dal palco centrale, poi “premium partner” come Poste Italiane e Fincantieri con oboli da 30mila oltre Iva e poi a scendere il Poligrafico dello Stato che acquista la sua partecipazione e un francobollo come “partner ufficiale” per 20mila euro o la stessa Agenzia per Italia digitale, che dipende sempre dal governo, che ne “investe” 18mila”.

Lo stesso Barberio ha dichiarato: “Questa seconda edizione si conferma un punto d’incontro autorevole e internazionale tra istituzioni, imprese, università e centri di ricerca. Un paradigma importante perché l’intero processo di trasformazione digitale delle nostre società presuppone il confronto e la cooperazione tra questi grandi soggetti”.

Insomma, la commistione tra comunicazione, pubblico, privato, lobbysmo è alla base del nostro futuro e di quella transizione digitale che è poi al centro del Pnrr. Alla luce di ciò, trovo del resto ragionevole che solo chi in base al suo ruolo ha la forza di coinvolgere un governo al gran completo riesca ad attrarre investitori internazionali del calibro di Meta e Microsoft, che ovviamente sono ben interessati di sapere come il legislatore intende muoversi sulle materie più sensibili della rivoluzione tecnologica attualmente in atto.

Infine, qualche dato di Micromegas Comunicazione Srl, società di servizi per eventi di Roma diretta da Erminio Fragassa. Si tratta di una Srl costituita nell’84 di proprietà all’80 per cento di Erminio Fragassa e al 20 per cento da Bruna Alessandrini, guidata dall’amministratrice delegata Lorena Fragassa.

Al 31 dicembre 2023 il valore della produzione ammontava a oltre 6 milioni e 725 mila euro rispetto ai 4 milioni e 455 mila euro con cui si era chiuso il ’22. Aumentati anche i costi: passati da 4 milioni e 264 mila euro del 2022 a 6 milioni e 565 mila euro dell’ultimo esercizio. La differenza delle due voci è di 159 mila euro o poco più nel 2023 mentre era di 191 mila euro nel ’22. Con un risultato ante imposte di 55.359 nel 2023 e di 69.309 nell’anno precedente. E un utile di poco più di 18 mila euro nel 2023 rispetto a quello di 28.039 euro del ’22.

Mi pare comunque un’evoluzione positiva quella del governo, che almeno a parole – a partire dalla premier – evoca sovente manovre di lobbisti e gruppi di pressione per mettere in cattiva luce l’azione dell’esecutivo. La pratica quotidiana, per fortuna, dice altro. Visto ad esempio che un’associazione culturale come Nazione Futura – vicinissima se non proprio organica a Fratelli d’Italia – nel suo recente, interessante, seminario ha affidato la moderazione di un panel a un rappresentante del sito The Watcher Post che è emanazione di una delle primissime società di comunicazione e relazioni istituzionali, apprezzata da molti esponenti di Fratelli d’Italia, come ha ribadito di recente il quotidiano Domani con argomenti e fatti un po’ triti e datati miscelati con tanto pregiudizio astioso.

E per fortuna i colleghi del Domani non hanno visto questa vecchia lettera pubblicata da Startmag, altrimenti avrebbero montato un altro dei loro pezzi astiosi contro chi fa solo bene il proprio mestiere e allarga legittimamente e con efficacia lo spettro imprenditoriale anche alla comunicazione, all’editoria e alla diffusione della cultura.

Grazie dell’attenzione, caro direttore, e cordiali saluti,

Claudio Trezzano

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