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Cina Militare Usa

Come e perché lo sviluppo militare della Cina preoccupa il Pentagono

In ambito militare "la Cina è già davanti agli Stati Uniti in alcune aree". Cosa emerge dal recente rapporto del Pentagono sullo sviluppo bellico di Pechino e come replica la Cina

 

“La Cina è già davanti agli Stati Uniti in alcune aree”, della difesa. Tra cui la costruzione navale, i missili balistici e da crociera convenzionali e i sistemi di difesa aerea integrati.

È quello che emerge dal rapporto sullo sviluppo della postura militare e della sicurezza della Cina del 2020 pubblicato ieri dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Secondo il rapporto del Pentagono, la Cina sta tentando di raddoppiare almeno il numero di testate nucleari nel suo arsenale nel prossimo decennio e le sue forze armate hanno già eguagliato o superato gli Stati Uniti in una serie di aree chiave.

Il rapporto che descrive le capacità militari della Cina arriva in mezzo alle crescenti tensioni tra Washington e Pechino su una serie di questioni, comprese le attività militari cinesi nel Mar Cinese Meridionale e il sostegno degli Stati Uniti a Taiwan.

COSA EMERGE DAL RAPPORTO DEL DOD USA

In ambito militare la Cina “ha già raggiunto la parità con gli Stati Uniti, o l’ha superati, in diverse aree di modernizzazione, tra cui la costruzione navale, i missili balistici convenzionali lanciati a terra e i missili da crociera e i sistemi di difesa aerea integrati”, si legge nel rapporto pubblicato ieri.

RADDOPPIERANNO LE TESTATE NUCLEARI?

Ma a preoccupare di più la difesa americana è l’espansione dell’arsenale nucleare cinese. “Nel prossimo decennio, si prevede che le scorte di testate nucleari della Cina — attualmente stimate intorno ai 200 — dovrebbero raddoppiare”, è scritto nel rapporto.

Aggiungendo che si prevede che “i missili balistici intercontinentali cinesi terrestri — in grado di minacciare gli Stati Uniti — cresceranno fino a circa 200 nei prossimi cinque anni”.

PECHINO FUORI DAI NEGOZIATI SUL CONTROLLO DELLE ARMI NUCLEARI

Se il numero di testate nucleari cinesi sta crescendo rapidamente, le sue scorte complessive sono ancora minime rispetto a quelle di Russia e Stati Uniti.

Tuttavia, l’amministrazione Trump ha comunque cercato di includere Pechino nei suoi colloqui sul controllo delle armi nucleari con la Russia, senza successo.

PASSI DA GIGANTE NEL VENTENNIO

Per il Dragone si tratta di passi da gigante nel campo militare. Come sottolinea il Financial Times, nel suo primo rapporto annuale, nel 2000, il Pentagono descriveva l’esercito cinese come “per lo più arcaico”, privo di capacità, organizzazione e formazione.

Il rapporto 2020 evidenzia invece che il paese asiatico sta cercando di “completare sostanzialmente” la modernizzazione militare entro il 2035. Prima di terminare il suo ammodernamento entro il 2049.

LA SPESA MILITARE CINESE

Negli ultimi dieci anni infatti Pechino ha quasi raddoppiato la sua spesa per la difesa. Superando per la prima volta i 100 miliardi di dollari nel 2012 e raggiungendo i 174 miliardi di dollari lo scorso anno.

Il rapporto rileva che la Cina continua a incrementare la sua spesa militare a un ritmo che supera la crescita economica cinese. Come ha sottolineato la Cnn, il budget per la difesa cinese supera di gran lunga quello degli altri paesi delle regione. Il budget per la difesa del Giappone nel 2019 era di circa 54 miliardi di dollari, quello della Corea del Sud di circa 40 miliardi e quello di Taiwan di 10,9 miliardi.

Tuttavia, la spesa militare della Cina è ancora molto inferiore a quella delle forze armate statunitensi, di 686 miliardi di dollari l’anno scorso.

L’ARSENALE BELLICO

Dal rapporto emerge inoltre che la Cina ha il più grande esercito e marina permanente del mondo, con 350 navi e 2 milioni di personale nelle sue forze regolari.

Supera infatti la Marina militare statunitense, comprensiva di circa 293 navi all’inizio del 2020.

La difesa cinese “dispone anche una delle forze più grandi al mondo di sistemi terra-aria avanzati a lungo raggio”, inclusi gli S-400, S-300 e i sistemi di produzione nazionale, osserva il rapporto.

I RAPPORTI CON LE FORZE ARMATE STRANIERE

Nel rapporto il Pentagono punta l’accento anche sugli sforzi di Pechino per rafforzare i legami con le forze armate straniere. L’esercito popolare di liberazione cinese (Pla) ha ampliato infatti la partecipazione a esercitazioni militari bilaterali e multilaterali.

Il rapporto sostiene che la Cina “molto probabilmente sta già considerando e pianificando ulteriori strutture logistiche militari all’estero”. Citando Myanmar, Thailandia, Singapore, Indonesia, Pakistan, Sri Lanka, Emirati Arabi Uniti, Kenya, Seychelles, Tanzania, Angola e Tagikistan. Pechino ha stabilito la sua prima e unica base militare all’estero a Gibuti nel 2017.

COSA SI ASPETTA IL DOD

La Cina è inoltre pronta a lanciare la sua seconda portaerei di costruzione nazionale entro il 2023, oltre alla prima commissionata lo scorso anno, insieme alla sua prima nave da guerra anfibia di grandi dimensioni.

Come dicevamo, la principale preoccupazione del Pentagono che emerge dal rapporto è la previsione che la Cina raddoppi almeno le sue scorte di testate nucleari (in grado di minacciare gli Usa) “nella parte bassa delle 200 unità”a più di 400 nel prossimo decennio.

LA REPLICA DI PECHINO

Immediata la replica cinese. Oggi Pechino ha respinto le previsioni del Pentagono sul possibile raddoppio del suo arsenale nucleare in un decennio dalle attuali testate stimate. La ricerca “ignora i fatti, fa commenti senza fondamento sulla difesa della Cina e distorce volontariamente le intenzioni strategiche”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying.

Il ministero della Difesa, in una nota, ha parlato di mentalità Usa “piena di pensieri da Guerra Fredda e a somma zero, esagerando la cosiddetta minaccia militare cinese”.

IL TEATRO DELL’INDO-PACIFICO

Il rapporto arriva mentre il Segretario alla Difesa Mark Esper sta concludendo il suo viaggio alle Hawaii, Palau e Guam. Qui il Segretario ha incontrato alti leader di tutta la regione per riaffermare l’impegno degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico.

Già alla fine dell’anno scorso Esper descriveva la regione indo-pacifica come il teatro prioritario del dipartimento della Difesa americano.

LA TENSIONE USA-CINA

In tutto questo, domenica scorsa “il cacciatorpediniere lanciamissili USS Halsey (DDG 97), classe Arleigh Burke, ha effettuato un transito di routine attraverso lo stretto di Taiwan”. Lo ha riportato l’analista Aurelio Giansiracusa su Ares-Difesa. “Il cacciatorpediniere Halsey è schierato in avanti nell’area operativa della 7a Fotta degli Stati Uniti a sostegno della sicurezza e della stabilità nella regione indo-pacifica”.

Ieri il massimo funzionario dell’Ufficio per gli affari dell’Asia orientale e del Pacifico del Dipartimento di Stato ha annunciato che Stati Uniti e Taiwan “stanno stabilendo un nuovo dialogo economico bilaterale”. Oltre ad aver delineato le garanzie di sicurezza recentemente declassificate tra Washington e Taipei.

Infine, Reuters ha scritto ieri che il 21 luglio due bombardieri americani si sono avvicinati al territorio cinese. L’intento era mostrare alla Cina la potenza militare statunitense. Una portavoce delle Pacific Air Forces, il capitano Veronica Perez, ha dichiarato a Reuters che l’aeronautica americana ha aumentato la comunicazione sulle sue missioni di bombardieri. Lo scopo è assicurare alleati e partner dell’impegno di Washington per la sicurezza globale e la stabilità regionale nell’Indo-Pacifico libero e aperto.

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