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Gaia-x

Cloud, tutte le scintille nel consorzio europeo Gaia-X

A che punto è il progetto di cloud europeo Gaia-X dopo che il provider francese Scaleway ha annunciato il ritiro. Il ruolo di Huawei e Alibaba, il peso Microsoft, Google, Amazon e Ibm.

Turbolenze in Gaia-X, consorzio europeo per lo sviluppo del cloud comune.

In occasione della conferenza annuale di Gaia-x conclusasi il 19 novembre a Milano, sono emersi i primi attriti tra i membri.

Il fornitore di servizi cloud francese Scaleway, uno dei 22 membri fondatori di Gaia-X, ha annunciato giovedì che si ritirerà dal progetto e non rinnoverà la propria adesione. Motivo? Troppa “ingerenza straniera”:

Secondo uno scambio di mail visionate da Politico, i membri senior di Gaia-X hanno espresso preoccupazione per la sponsorizzazione della conferenza annuale affidata alle società tecnologiche cinesi Huawei e Alibaba. Quest’ultime associate al progetto Gaia-X.

Negli ultimi tempi sono cresciute infatti le preoccupazioni sul fatto che Gaia-X, promosso in particolare da Francia e Germania che avrebbe dovuto inaugurare l’era di sovranità digitale europea rispetto alle piattaforme e aziende extra-Ue,  stia aprendo la porta alle grandi tecnologie straniere.

Francesco Bonfiglio, ceo di Gaia-X, ha difeso il progetto: “Siamo aperti a tutti, ma abbiamo uno stretto controllo sul nostro cda della nostra missione e visione”.

Il consorzio è pronto a lanciare un nuovo sistema di etichettatura che garantirebbe che i dati dei clienti siano archiviati ed elaborati in Europa. Inoltre, il sistema renderebbe i dati “immuni” dalle leggi non europee. Obiettivo del progetto non è dare vita infatti a una nuova piattaforma con cui fare concorrenza a Microsoft o Google. Quanto una serie di regole comuni per gestire infrastrutture e data spaces per le imprese europee.

Inoltre, l’alleanza ha affermato che i primi servizi cloud conformi a Gaia-X saranno pronti nel 2022.

Tutti i dettagli.

L’ABBANDONO DEL FORNITORE FRANCESE SCALEWAY

Lo scorso 18 novembre il fornitore di servizi cloud francese Scaleway si è tirato fuori da Gaia-X. Secondo la società francese il progetto risulta al momento “sviato e rallentato” in un modo che avvantaggia i giganti del cloud statunitensi come Amazon, Microsoft e Google.

MICROSOFT, GOOGLE E AMAZON TRA I 300 MEMBRI DI GAIA-X

Dalla sua fondazione nel giugno 2020, Gaia-X ha aumentato i suoi membri dai 22 membri fondatori originali a 310, comprese le grandi aziende tecnologiche come Microsoft, Google, Amazon e IBM. Ciò ha suscitato polemiche l’anno scorso quando aziende e attivisti digitali hanno avvertito che Gaia-X potrebbe finire per essere un “cavallo di Troia”.

Ricordiamo comunque che le aziende straniere possono aderire al consorzio, ma nel board non può sedere nessun esponente di aziende extra-Ue.

LA SPONSORIZZAZIONE DI HUAWEI E ALIBABA

Come ricorda Euractiv, con Huawei e Alibaba sponsor del vertice Gaia-X di quest’anno sono cresciute le preoccupazioni sul fatto che l’Europa stia perdendo la presa sul suo progetto.

“Così com’è ora, Gaia-X non aiuterà a promuovere il passaggio al cloud e l’interoperabilità tra i fornitori di servizi cloud e non risolverà gli effetti di blocco”, ha detto a Euractiv una fonte anonima che ha lavorato al progetto in passato.

LE PERPLESSITÀ DEI MEMBRI DEL CDA VISIONATE DA POLITICO

Diversi membri del consiglio hanno espresso riserve sul fatto che le aziende cinesi, così come i giganti americani del cloud Amazon Web Services e Microsoft, siano visti come sostenitori chiave di un’iniziativa volta a promuovere la “sovranità” europea dei dati.

Queste perplessità emergono da uno scambio di mail visionate da Politico all’inizio della scorsa settimana in cui i membri del consiglio borbottavano sulla sponsorizzazione affidata alle aziende tecnologiche cinesi del vertice annuale di Gaia-X.

LA REPLICA DEI VERTICI

“Chiunque creda che la soluzione per la fiducia digitale europea sia chiudere le porte ai non europei non capisce cosa sta succedendo con i dati globali”, ha sostenuto Bonfiglio, ceo di Gaia-X.

Ha fatto eco Maximillian Ahrens, presidente del board di Gaia-X, affermando che le adesioni al consorzio sono valutate attentamente. Inoltre, l’obiettivo dell’organizzazione era l’apertura e l’inclusione.

A CHE PUNTO È IL PROGETTO

Nonostante i dissapori interni, il progetto di infrastruttura cloud Gaia-X sta per diventare operativo. Secondo gli auspici del ceo Bonfiglio, nel 2022 Gaia-X darà il via alla fase dell’adozione, con lo sviluppo e la crescita di progetti comuni.

COSA SOSTENGONO I MINISTRI FRANCESE E TEDESCO

Nel frattempo, segnala sempre Politico che il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier ha registrato un messaggio in occasione della conferenza annuale in cui si dice impressionato dai progressi del progetto, che avrà un “enorme impatto aprendoci la strada verso la sovranità digitale e una ricca economia dei dati”.

Anche il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha ribadito l’importanza di Gaia-X per “costruire l’Europa dell’indipendenza digitale”. “Chiamo i nostri partner europei, pubblici e privati, stati e aziende, a unirsi a questa fantastica avventura che è costruire la nostra sovranità digitale. La posta in gioco è alta, non è altro che proteggere la nostra sovranità politica”, ha aggiunto Le Maire.

PROGETTO PARALLELO?

Tuttavia, ci si domanda se Gaia-X possa avere successo dal momento che l’anno scorso Bruxelles ha annunciato un’iniziativa parallela: l’Alliance for Industrial Data, Edge and Cloud. Per l’alleanza della Commissione europea l’adesione e l’accesso saranno molto più rigorosi. Le aziende partecipanti devono dimostrare che “il controllo sull’entità giuridica da parte di un paese terzo (…) non pregiudica la libertà dell’entità giuridica di utilizzare la propria infrastruttura, software, servizi, strutture, beni, risorse, proprietà intellettuale o know-how necessari ai fini dell’Alleanza”.

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