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Microsoft Giappone

Cloud, perché Microsoft fa innervosire Google, Aws e Cispe

Le recenti modifiche di Microsoft ai suoi contratti di licenza cloud non hanno accolto l'apprezzamento degli altri player rivali come Aws e Google

 

Amazon Web Services e Google non hanno apprezzato le recenti modifiche di Microsoft sulle licenze cloud.

Gli accordi di licenza modificati e altre modifiche che semplificano la concorrenza dei fornitori di servizi cloud entreranno in vigore il 1° ottobre, ha annunciato la settimana scorsa il colosso tecnologico di Redmond.

Microsoft ha deciso di modificare i termini dei suoi accordi di licenza, rendendo più facile per i clienti eseguire il software Microsoft su piattaforme cloud oltre il proprio Azure. Secondo Microsoft, le modifiche “abiliteranno nuovi scenari su come possono concedere in licenza ed eseguire carichi di lavoro con gli outsourcer dell’infrastruttura” e dovrebbero entrare in vigore a partire dal 1 ottobre.

La mossa di Microsoft è arrivata dopo che i concorrenti più piccoli dell’Unione Europea hanno presentato le loro lamentele sulle pratiche dei suoi servizi cloud alle autorità di regolamentazione antitrust dell’UE, che successivamente hanno interrogato gli attori del mercato sulla questione e sull’impatto che hanno subito.

Ma i nuovi vantaggi della virtualizzazione flessibile, destinati a beneficiare i fornitori di servizi cloud più piccoli con sede nell’UE, escludono alcuni “fornitori quotati” come Alibaba, Amazon Web Services, Google Cloud e la stessa Microsoft.

E le critiche non si sono fatte attendere.

Amazon e Google hanno criticato le modifiche al cloud computing di Microsoft, affermando che “limitano la concorrenza e scoraggiano i clienti dal passare a fornitori di servizi cloud rivali”, ha riferito Reuters. Anche Cispe (l’associazione europea che riunisce le società del cloud computing) ha pubblicato un post in cui spiega come Microsoft abbia affrontato solo alcuni temi evitando di esporsi su altri.

Tutti i dettagli.

COSA CAMBIERÀ PER IL CLOUD DI MICROSOFT DAL 1° OTTOBRE

“Il 1 ° ottobre 2022, Microsoft implementerà aggiornamenti significativi ai nostri termini di outsourcing e hosting a vantaggio dei clienti di tutto il mondo”, ha affermato la società in un post sul blog.

“Gli accordi di licenza riveduti significano che i clienti possono utilizzare le loro licenze su qualsiasi provider cloud europeo che fornisce servizi ai propri data center” spiega Reuters.

LE CONSEGUENZE PER I RIVALI AWS, GOOGLE E ALIBABA

In particolare, Microsoft sta aggiungendo una novità legata alla virtualizzazione flessibile che, secondo i funzionari, consentirà ai clienti con licenza Software Assurance o licenze in abbonamento potranno utilizzare il proprio software con licenza per creare e/o installare soluzioni ed eseguirle su qualsiasi infrastruttura di provider di servizi cloud, dedicata o condivisa. Ciò offrirà ai clienti una maggiore flessibilità per eseguire il proprio software su cloud multitenant, esclusi i provider elencati (AWS, Google, Alibaba). I clienti che desiderano eseguire il proprio software con licenza Microsoft sull’infrastruttura di questi fornitori dovranno acquistare le licenze da loro.

Inoltre, qualsiasi utente con licenza Microsoft 365 F3, E3 o E5 potrà virtualizzare Windows 10 o 11 sui propri server o su quelli dei propri subappaltatori – sempre che questi ultimi non siano AWS, Google o Alibaba – senza aver bisogno di licenze aggiuntive . (Attualmente, i clienti richiedono una licenza aggiuntiva VDA per virtualizzare le edizioni qualificate di Windows 10 o 11).

LE CRITICHE DI AWS

Amazon, il principale fornitore di servizi cloud con la sua unità Amazon Web Services (Aws) seguito da Microsoft e Google, ha criticato aspramente la mossa del rivale.

“Microsoft sta ora raddoppiando le stesse pratiche dannose implementando ancora più restrizioni nel tentativo sleale di limitare la concorrenza che deve affrontare, piuttosto che ascoltare i suoi clienti e ripristinare licenze software eque nel cloud per tutti”, ha dichiarato un portavoce di Aws.

E DI GOOGLE

Anche vicepresidente di Google per gli affari e le politiche del governo Google Cloud, Marcus Jadotte, è stato altrettanto critico.

“La promessa del cloud è un’elaborazione flessibile ed elastica senza vincoli contrattuali”, ha affermato Jadotte in un post su Twitter. “I clienti dovrebbero essere in grado di muoversi liberamente tra le piattaforme e scegliere la tecnologia che funziona meglio per loro, piuttosto che quella che funziona meglio per Microsoft”, ha concluso Jadotte.

NON CONVINTO NEMMENO CISPE

Infine, le modifiche apportate da Microsoft non convincono nemmeno Cispe (Cloud Infrastructure Service Provider in Europe), l’associazione europea che riunisce le società del cloud computing (tra cui la francese OvhCloud e l’italiana Aruba).

“Non c’è nulla nel blog di Microsoft che garantisca che non applicherà ulteriori restrizioni, anche attraverso i termini del programma Software Assurance, per penalizzare o fare ritorsioni contro i clienti che scelgono di utilizzare servizi cloud di terze parti per eseguire il proprio desktop Windows o Office e software VDA” si legge tra i rilievi sollevati dall’associazione europea.

Non solo, Cispe sottolinea che “nel blog di Microsoft non si fa menzione né impegno a supportare standard aperti per scopi di sincronizzazione e autenticazione per utenti finali di Windows Server o applicazioni”. Pertanto il nuovo sistema di Microsoft “non solo non mostra alcun progresso nell’affrontare il comportamento anticoncorrenziale di Microsoft, ma potrebbe aggiungere nuove dipendenze per i clienti ed escludere arbitrariamente i fornitori di infrastrutture cloud”.

E sulle pratiche commerciali di Microsoft incombe sempre il faro della Commissione Europea.

Proprio Microsoft è stata multata di 1,6 miliardi di euro dalle autorità di regolamentazione antitrust dell’Ue nel 2010. Ma la società è finita di nuovo nel mirino dell’autorità per la concorrenza di Bruxelles dopo che il fornitore di software tedesco NextCloud, la francese OVHcloud e altre due società (tra cui l’italiana Aruba) hanno presentato denunce sulle pratiche cloud di Microsoft.

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