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Amazon Ring

Chi vuole frenare Amazon Ring

Negli Usa gli attivisti per i diritti civili stanno facendo pressioni sui legislatori affinché fermino le partnership della polizia con Amazon Ring per la sorveglianza

Tecnologie sempre più da “Grande Fratello” nell’universo dei prodotti di Jeff Bezos ma gli attivisti per la libertà e la privacy non ci stanno. Un gruppo di più di 30 associazioni per i diritti civili e la privacy ha firmato una lettera aperta per chiedere alle città degli Stati Uniti di porre fine alle partnership tra le forze di polizia e l’unità Amazon Ring. La polizia di numerose cittadine americane fa affidamento infatti sui video registrati dai campanelli smart di Amazon creando reti di sorveglianza improvvisate nei quartieri periferici. Per le associazioni questi accordi sollevano problemi dalla privacy alla discriminazione fino alla tutela dei dati personali.

LA RICHIESTA DELLE ASSOCIAZIONI PER I DIRITTI CIVILI E TUTELA DELLA PRIVACY

Nella lettera si chiede la fine di tali accordi, affermando che i partenariati tra Amazon Ring e la polizia “minacciano le libertà civili, la privacy e agiscono senza controllo”. “A tal fine, chiediamo ai sindaci e ai consigli comunali di richiedere ai dipartimenti di polizia di annullare tutte le partnership di Amazon Ring esistenti e di approvare ordinanze con cui si dissuadano i dipartimenti di polizia dal concludere accordi di questo tipo in futuro”. Inoltre, precisano che futuri accordi dovrebbero almeno ottenere “l’approvazione da parte di funzionari eletti”.

L’INTESA TRA AMAZON RING E LE AGENZIE DI POLIZIA

Secondo il Washington Post, Amazon Ring ha stretto accordi con oltre 4oo città che consentono alle agenzie di polizia l’accesso a una mappa di telecamere Ring da cui possono richiedere riprese.

SORVEGLIANZA DI MASSA

Le preoccupazioni per questi accordi spaziano dalla mancanza di trasparenza al fatto che il denaro dei contribuenti viene talvolta utilizzato per acquistare o sovvenzionare dispositivi dal potenziale di profilazione e discriminazione razziale.

Nella loro lettera, gli attivisti per i diritti civili hanno sottolineato anche la possibilità che i filmati tratti da Ring possano essere utilizzati in modo improprio. I dipendenti di Amazon potrebbero avere accesso a filmati e Ring potrebbe incorporare la tecnologia di riconoscimento facciale con i campanelli di sorveglianza.

LE PROTESTE PER AMAZON REKOGNITION

Il colosso tecnologico di Seattle è all’avanguardia anche nel riconoscimento facciale con il sistema Amazon Rekognition, il software sviluppato nel 2016 dal dipartimento Amazon Web Services. Riconoscimento facciale all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci di Amazon. Nonostante le proteste di una dozzina di organizzazioni per i diritti civili guidate dall’American Civil Liberties Union (Aclu) e le preoccupazioni degli azionisti sulla vendita del software Rekognition, Amazon tira dritto. Tanto che a fine settembre Bezos ha annunciato che i suoi specialisti stanno lavorando alla stesura di una proposta di legge atta alla regolamentazione dell’utilizzo dei dispositivi per il riconoscimento facciale.

LA DIFESA DI BEZOS

Tornando alle proteste contro il campanello smart, Amazon ha dichiarato: “La missione di Ring è di aiutare a rendere i quartieri più sicuri. Lavoriamo per questa missione in diversi modi, incluso fornire uno strumento gratuito che può aiutare a costruire relazioni più forti tra le comunità e le forze dell’ordine locali”. Precisando che la società “ha progettato questi funzioni in modo da mantenere gli utenti sotto controllo e proteggerne la privacy”. All’evento hardware di Amazon a settembre, il capo hardware dell’azienda, David Limp, ha oltremodo difeso le partnership con la polizia di Ring. “Continuiamo a credere che quando aggiungi Ring a un quartiere, il crimine si riduce”.

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