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Chi sono le startup tech in campo contro Covid-19 negli Usa

Dai tamponi per i test alla riparazione di ventilatori. Le startup tecnologiche della Silicon Valley puntano a trovare il modo per affrontare il coronavirus

Dai giganti alle piccole startup tecnologiche della Silicon Valley, tutti si stanno affermando come attori cruciali nella risposta alla crisi del coronavirus negli Stati Uniti. Come ha raccontato Axios, sono diverse le startup che si sono rapidamente spostate nello sviluppo di dispositivi o soluzioni anti Covid-19.

Se numerose startup nel settore sanitario, tra cui Everlywell, Carbon Health e Nurx, sono passate rapidamente a lavorare allo sviluppo di kit di test per il nuovo coronavirus, altre stanno attingendo alle loro attuali catene di approvvigionamento e alle loro competenze per rendersi utili.

Come Flexport, startup di logistica del trasporto merci, che ha utilizzato una rete di fornitori in Cina per rintracciare maschere chirurgiche, guanti, tute e termometri. Ma non finisce qui.

I KIT PER I TEST DI CARBON E NURX

Carbon, una società di stampa 3D con sede a San Francisco, ha iniziato a lavorare su tamponi nasofaringei Covid-19 stampati in 3d. La scorsa settimana il tampone stampato in 3d ha ricevuto l’approvazione normativa come dispositivo di classe 1 senza dover archiviare documenti attraverso il nuovo processo di approvazione accelerato della Fda.

Come Carbon anche Nurxe fornisce hardware per la raccolta di campioni basato su tampone che le persone possono utilizzare a casa per raccogliere un campione di muco, che poi rispediscono usando imballaggi inclusi, approvati per la sicurezza e testati da uno degli attuali laboratori commerciali approvati dalla Fda in tutto il paese.

Questi test verificano la presenza genetica del virus Covid-19 in un paziente. Come sottolinea TechCrunch, hanno un alto grado di accuratezza, almeno se eseguiti in un ambiente controllato e condotti da un medico, e sono gli stessi test disponibili tramite i centri istituiti dalle agenzie statali.

I VENTILATORI RIPARATI DA BLOOM ENERGY

C’è anche chi ha modificato il proprio processo di produzione in meno di una settimana. Come Bloom Energy, società californiana che produce celle a combustibile con sede a San Jose, che da oggi dovrebbe consegnare 170 ventilatori riparati allo stato.

Un ingegnere della Bloom Energy ha scaricato il manuale di servizio e ha imparato come smantellare e ricostruire i ventilatori in un giorno, secondo il Los Angeles Times.

I ventilatori in questione prendevano polvere nei depositi dallo scoppio dell’influenza aviaria H5N1 della metà degli anni 2000. Bloom afferma che ora sta lavorando per trovare altre scorte di macchine in disuso da riparare.

ANCHE I BIG TECH A LAVORO CONTRO IL CORONAVIRUS

Anche i giganti della tecnologia della Silicon Valley si sono mossi rapidamente per completare progetti e creare soluzioni contro il nuovo coronavirus.

Google, Facebook e Twitter si sono impegnati a raccogliere e diffondere informazioni affidabili sulla natura e la diffusione del virus e sui modi per limitare i rischi. Google ha addirittura creato un sito di informazione ad hoc, anche se non si tratta di uno strumento di screening per il Covid-19 come presentato dall’amministrazione Trump.

Inoltre Facebook ha vietato la pubblicità di mascherine dal suo marketplace, mentre Twitter ha emesso rigide regole sulla diffusione della disinformazione sulla pandemia.

LA TASK FORCE DI TRUMP CON AMAZON, GOOGLE, MICROSOFT HP E IBM

Lunedì scorso infine, i grandi fornitori di cloud — Ibm, Amazon, Google e Microsoft — con le loro unità dedicate alla memorizzazione e all’analisi dei dati per i clienti hanno annunciato che si sarebbero uniti al nuovo consorzio di elaborazione ad alte prestazioni Covid-19 dell’amministrazione Trump.

A guidare sotto il profilo industriale la partnership pubblico-privato annunciata da Trump sarà Ibm con l’obiettivo di dare ai ricercatori di Covid-19 l’accesso alle risorse dei supercalcolatori e aiutare il loro lavoro.

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