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Gruppo Lagrange

Come Amazon, Google, Ibm e Microsoft stanno mappando i contagiati Covid-19 in America

Come si stanno muovendo Amazon, Google, Ibm, Microsoft e non solo in accordo con il governo americano per applicare le tecnologie e l'Intelligenza artificiale per mappare i contagiati Covid-19

Le aziende tecnologiche stanno usando l’intelligenza artificiale e altri strumenti per setacciare i dati del coronavirus per rintracciare i casi e trovare gli hotspot di trasmissione. Lo riferisce Margaret Harding McGill di Axios.

L’uso della tecnologia IA è particolarmente importante per trovare modelli all’interno del flusso di dati in grado di aiutare – o almeno provare ad aiutare – a dare un senso a dove e come il virus si sta diffondendo negli Stati Uniti. Ma anche per allocare le limitate capacità di testing di rilevamento del virus e di trattamento all’interno del paese.

Chi ci sta provando è IBM, attraverso la sua filiale della Weather Company. L’azienda, riferisce Harding McGill, “sta pianificando di lanciare una mappa che traccia i casi di coronavirus confermati e i decessi a livello di contea. Non solo. L’azienda sta anche esaminando le varie informazioni sul coronavirus su siti web della contea e dello Stato che utilizzano l’IA, compresa l’elaborazione tramite Watson che trasforma il testo in dati adatti alle macchine”.

COME FUNZIONA IL PROGETTO DI IBM

Il progetto controlla i siti per gli aggiornamenti ogni 15 minuti e li aggrega nella sua mappa, che può essere trovata sull’applicazione mobile Weather Channel o sul sito web weather.com. (IBM possiede le risorse digitali affiliate al Weather Channel e fornisce alla rete i dati meteo).

IBM utilizza separatamente i dati che alimentano la sua mappa insieme ad altre informazioni per creare un pannello interattivo per i ricercatori. Fornendo, al contempo, anche un grafico delle tendenze che mostra se il numero di casi sta accelerando, si sta appiattendo o sta diminuendo.

PARTNERSHIP PUBBLICO-PRIVATA GUIDATA DA IBM, COINVOLTE ANCHE GOOGLE, AMAZON E MICROSOFT

La compagnia sta guidando sotto il profilo industriale anche una partnership pubblico-privato che l’amministrazione Trump ha annunciato domenica scorsa con l’obiettivo di dare ai ricercatori di COVID-19 l’accesso alle risorse dei supercalcolatori e aiutare il loro lavoro. Altre aziende coinvolte nel progetto sono Google, Amazon e Microsoft.

“La consociata di Google Kaggle, una comunità online di scienziati del settore dati, ha aperto la scorsa settimana un contest per utilizzare i dati per prevedere il numero di casi e di vittime che saranno confermati tra il 25 marzo e il 22 aprile in diverse regioni del mondo, con un sottoinsieme dedicato alla California”, evidenzia Harding McGill di Axios.

“L’obiettivo primario è quello di identificare i fattori che sembrano influenzare la velocità di trasmissione del coronavirus – ha dichiarato Anthony Goldbloom, CEO di Kaggle, ad Axios -. Il controllo della temperatura o dell’umidità migliora le previsioni? Qual è l’impatto di azioni politiche come la chiusura delle scuole, l’annullamento dei grandi raduni, le politiche di autoisolamento?”, ha detto Goldbloom ad Axios.

SPARKBEYOND HA FATTO UNA MAPPA SULLE INFEZIONI IN ITALIA

“SparkBeyond, una startup che fornisce alle aziende strumenti di analisi dei dati basati sull’IA, ha raccolto i dati disponibili al pubblico sulle infezioni e sui percorsi dei pazienti in Italia per creare una mappa che preveda il rischio di contrarre il virus in determinate località”, ha detto il CEO Sagie Davidovich ad Axios.

DA KINSA HEALTH LE RILEVAZIONI DELLE TEMPERATURE

“L’azienda, che sta lavorando a una mappa anche degli Stati Uniti, utilizzando l’IA per trarre spunti dai dati come la vicinanza a una stazione di servizio correlata alla diffusione virale. Kinsa Health ha da tempo reso disponibili online i dati dei suoi termometri collegati a Internet che si sta rivelando utile per rintracciare il coronavirus in tempo reale”, ha sottolineato Harding McGill.

MA NEGLI USA GRANDI BUCHI SENZA TEST DIFFUSI PER IL CORONAVIRUS

“Anche con sofisticati strumenti analitici a portata di mano, rimangono grandi buchi nei dati disponibili negli Stati Uniti, poiché i test rimangono molto limitati e la quantità di informazioni disponibili al pubblico varia a seconda dello Stato”, ha concluso Harding McGill.

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