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Fondo Nazionale Innovazione

Cdp Venture Capital: numeri, obiettivi e prossime mosse del Fondo nazionale innovazione

Tutti i dettagli su piano industriale 2020-2022 e primi investimenti della Sgr Cdp Venture Capital-Fondo Nazionale Innovazione

Quattro fondi già attivi. E due che saranno lanciati a breve: Corporate Venture Capital e Tech Transfer.

E’ quanto tra l’altro è emerso nel corso della presentazione del piano industriale della Sgr Cdp Venture Capital-Fondo Nazionale Innovazione. Ecco tutti i dettagli.

AZIONI E NUMERI DEL FONDO NAZIONALE INNOVAZIONE

Uscito notevolmente dimagrito rispetto agli annunci della prima ora (la dotazione è di circa 1 miliardo; parlò tempo fa di 3 miliardi il pentastellato che segue il settore Luca Carabetta), il Fondo Nazionale Innovazione è comunque una realtà da alcuni mesi.

LE PAROLE DEL NUMERO UNO DI CDP, FABRIZIO PALERMO

“Possiamo contare su 100 milioni di euro di investimenti a favore di circa 160 startup ed entro la fine dell’anno ne arriveranno altri 260”, ha detto Fabrizio Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), presentando il piano industriale 2020-2022 con i primi investimenti della Sgr Cdp Venture Capital-Fondo Nazionale Innovazione. L’obiettivo è finanziare almeno 1000 startup nel prossimo triennio, sviluppare più di 15 acceleratori di nuova generazione, formare più di 20 nuovi team di gestori, così da rendere il Venture Capital un asse portante dello sviluppo economico e dell’innovazione del Paese.

Fondo Nazionale Innovazione

“È il maggiore investitore di Venture Capital del Paese”, gli fa eco Francesca Bria, nominata lo scorso dicembre presidente del Fondo Nazionale Innovazione su gradimento in particolare del Movimento 5 Stelle. “Supporteremo tanto le startup, quanto gli incubatori e gli acceleratori”, precisa Bria, perché “le nostre 11mila startup sono ancora troppo piccole e fragili, soprattutto nell’emergenza Covid, che però può essere anche una opportunità, ma vanno tutelate perché sono un tassello chiave per lo sviluppo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte con un pacchetto pensato per superare le difficoltà post pandemiche”.

LA DOTAZIONE DEL SISTEMA FONDO NAZIONALE INNOVAZIONE

La dotazione dei fondi della Sgr è di circa 1 miliardo di euro (di cui circa 800 milioni di euro già sottoscritti), grazie alle risorse allocate pariteticamente dal governo – in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico – e dal gruppo Cdp (attraverso la sua controllata Cdp Equity). A oggi la sottoscrizione è prossima a raggiungere circa 800 milioni di euro, di cui 260 milioni di euro attraverso il Fondo di co-investimento Mise (dotazione target pari a 310 milioni di euro), che co-investirà sistematicamente con i fondi gestiti da Cdp Venture Capital.

PATUANELLI: CRISI SIA VOLANO PER SVILUPPO

Che la crisi possa rappresentare una opportunità lo sottolinea, dal dicastero dello Sviluppo economico, anche il ministro Stefano Patuanelli: “Il Covid-19 è stato un acceleratore di tecnologie, ci ha permesso di compiere in pochi mesi un balzo che, in tempi normali, avremmo visto in non meno di cinque anni”. “Ora – ha aggiunto – bisogna guardare però alle imprese più piccole perché sentiranno maggiormente la crisi. L’Italia – ha riconosciuto Patuanelli – è ancora troppo indietro nel settore ricerca & sviluppo, per questo bisogna supportare le startup: ogni startup è una possibilità di crescita per il Paese. Il principio è semplice: più si semina più possibilità Ci sono di raccogliere. Investiremo perciò tramite venture capital, con un Fondo che interverrà attraverso sostegni diretti e indiretti”, ha spiegato il numero 1 del Mise.

STARTUP ITALIANE PICCOLE MA RESILIENTI

“Le nostre ricerche hanno dimostrato – ha approfondito Enrico Resmini amministratore delegato del Fondo Nazionale Innovazione – che le startup italiane sono molto piccole ma molto resilienti: hanno un tasso di mortalità del 3%, contro il 30% riscontrato in Francia”. “In Italia, soprattutto – ha sottolineato Resmini elencando i deficit nostrani – nelle università italiane non si insegna ai giovani a fare startup. Abbiamo lo stesso numero di pubblicazioni rispetto a un Paese come la Germania ma un quinto dei brevetti: il cambiamento oltre a essere economico deve essere anche culturale”.

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TRE INIZIATIVE POST COVID PER RIPARTIRE

Presentate poi tre iniziative per aiutare il tessuto industriale italiano duramente colpito dal lock down ed esposto alla crisi post pandemica: “Allocheranno 15 milioni di euro e ne beneficeranno più di 70 startup”, ha spiegato Resmini. L’iniziativa Acceler-ORA!, in fase di avvio entro settembre 2020, ha l’obiettivo di finanziare prevalentemente startup seed/pre-seed con interventi fino ad un massimo di 300mila euro per un ammontare complessivo fino a 8,75 milioni di euro. Seed al Sud mira a finanziare, sempre entro settembre 2020, startup basate al Sud Italia in fase seed/pre-seed con interventi fino ad un massimo di 300mila euro tramite il Fondo Italia Venture II, per un ammontare complessivo fino a 6 milioni di euro. Infine, ItaliaXStartup: Web Series settimanali per favorire la condivisione di esperienze di startup che stanno affrontando la fase CoVid-19 e per creare opportunità di business/investimento su specifiche filiere.

Quanto al futuro, sempre Resmini ha illustrato che l’obiettivo del Fondo Nazionale Innovazione è creare una community italiana delle startup: saremo le “Pagine Gialle delle startup”. “Il miliardo deve essere una leva: deve riuscire a richiamare investitori internazionali”, ha concluso.

QUATTRO FONDI ATTIVI

Ricapitolando, quattro i fondi già attivi:

  • Fondo Italia Venture I: operativo dal 2015, investe in start up e PMI innovative in Italia. Opera principalmente nei settori digitale, biotech, medicale e high tech. Ha una dotazione pari a 80 milioni di euro e attualmente gestisce un portafoglio di 20 aziende in fase growth.
  • Fondo Italia Venture II – Fondo Imprese Sud: il fondo ha l’obiettivo di accelerare la competitività e lo sviluppo di start up e PMI innovative nel Mezzogiorno. Investe in tutte le fasi del ciclo di vita di un’impresa, dal seed al growth/expansion. Dispone di una dotazione di 150 milioni di euro.
  • Fondo di Fondi VenturItaly: investe in fondi di Venture Capital, inclusi first time team/first time fund, allo scopo di generare nuovi operatori sul mercato e nuovi team all’interno di gestori già attivi sul mercato, nonché supportare i fondi successivi di gestori esistenti. Ha una dotazione di 300 milioni di euro (sottoscritti da CDP Equity e dal fondo di co-investimento MISE).
  • Fondo Acceleratori: il fondo, diventato operativo a fine maggio 2020, ha lo scopo di aiutare la creazione e/o lo sviluppo di programmi di accelerazione verticali su settori strategici, investendo nelle start up che partecipano ai programmi supportati dal Fondo. Il fondo interverrà, in modo diretto e indiretto, per dare sostegno finanziario e/o manageriale a favore di acceleratori di impresa e di startup innovative ad alto contenuto tecnologico, operanti in settori ad elevato potenziale di crescita. Il Fondo ha una dotazione iniziale di 125 milioni di euro (sottoscritti da CDP Equity e attraverso le risorse del fondo di co-investimento MISE).

DUE I FONDI PREVISTI NEI PROSSIMI MESI

Due invece i fondi che Cdp dovrebbe avviare nei prossimi mesi:

  • Il Fondo Corporate Venture Capital, che coinvolgerà direttamente come Limited Partners alcune tra le principali aziende partecipate dal Gruppo CDP e che investirà direttamente in startup focalizzate su alcuni degli ambiti strategici del Paese. Il Fondo avrà una dotazione iniziale di 150 milioni di euro.
  • Il Fondo Tech Transfer, con l’obiettivo di supportare la filiera del trasferimento tecnologico mediante il co-investimento selettivo nelle start up più promettenti e l’investimento in fondi verticali specializzati. Il Fondo avrà una dotazione iniziale di 150 milioni di euro.

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