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Cavi

Tutto sui cavi sottomarini danneggiati dagli houthi

Secondo fonti israeliane, i ribelli houthi avrebbero danneggiato dei cavi sottomarini di Internet nel mar Rosso. Ecco le comunicazioni interessate e le aziende coinvolte.

Stando al giornale israeliano Globes, è probabile che i ribelli houthi – yemeniti ma sostenuti dall’Iran – abbiano danneggiato quattro cavi sottomarini per le telecomunicazioni tra l’Arabia Saudita e il Gibuti, due paesi affacciati sulle sponde opposte del mar Rosso.

LE CONSEGUENZE

I cavi appartengono ai sistemi AAE-1, EIG e SEACOM. Le notizie sono scarse, ma sembra che l’interruzione delle trasmissioni da queste strutture impatterà principalmente sull’area del golfo Persico e sull’India, almeno in un primo momento.

Il danno sarebbe significativo ma non critico perché le comunicazioni tra l’Europa, l’Asia e l’Africa sono garantite dalla presenza di altri cavi passanti per la regione interessata dagli attacchi degli houthi: la cosiddetta “ridondanza” delle connessioni, cioè la posa di più cavi sottomarini in una stessa area, serve proprio a evitare che incidenti o atti di sabotaggio provochino un blocco totale delle trasmissioni.

E ORA?

La riparazione dei cavi danneggiati dal possibile attacco degli houthi potrebbe richiedere otto settimane di lavoro. E potrebbe inoltre non essere facile, per le società di telecomunicazione proprietarie dei cavi, trovare aziende disposte a lavorare nell’area per via del rischio di aggressioni da parte dei ribelli filoiraniani.

TUTTO SUI CAVI SOTTOMARINI COLPITI

Il cavo AAE-1 collega l’Asia orientale all’Europa attraverso l’Egitto, toccando paesi come Cina, India, Pakistan, Qatar, Gibuti, Grecia, Italia e Francia. Nelle aziende partecipanti al progetto figurano la cinese China Unicom e l’italiana Retelit.

Il cavo EIG (Europe India Gateway) mette invece in comunicazione il Regno Unito con l’India, passando per il Portogallo, la Francia, Monaco, la Libia, l’Egitto, l’Arabia Saudita, il Gibuti, l’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. È stato realizzato da Alcatel Submarine Networks, parte del gruppo finlandese Nokia, e da TE Subcom per un costo di 700 milioni di dollari; è entrato in funzione nel 2011. Tra i numerosi investitori compaiono le statunitense AT&T e Verizon e la britannica BT Group.

Il cavo SEACOM unisce la Francia, l’Africa e l’India: parte da Marsiglia, in Francia, e arriva a Mumbai, in India, passando per il Gibuti, il Kenya, la Tanzania, il Mozambico e il Sudafrica. La proprietà è principalmente africana: tra i maggiori partecipanti economici al progetto ci sono Industrial Promotion Services (Kenya) e Remgro (Sudafrica).

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