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Blockchain

A che punto è la Blockchain in Italia (e non solo)

L'approfondimento di Sebastiano Torrini

Tecnologie Blockchain e Distributed Ledger sempre più sulla cresta dell’onda nel settore finanziario, bancario e assicurativo. Soprattutto gli istituti bancari hanno compreso l’importanza di queste tecnologie, tanto che sono 275 i servizi basati su Blockchain e Dlt (di cui 40% annunci) promossi nel mondo negli ultimi 3 anni secondo la fotografia scattata dall’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano in una ricerca presentata recentemente al convegno “Fintech & Insurtech: l’Italia spiega le vele”.

GESTIONE PAGAMENTI E MERCATO DEI CAPITALI LE APPLICAZIONI PIÙ GETTONATE CON BLOCKCHAIN

Dalla ricerca emerge che dopo due anni (2016 e 2017) in cui le banche annunciavano l’avvio di servizi per cavalcare l’onda mediatica, nell’anno in corso abbiamo assistito a una maggior razionalizzazione e concentrazione su quei servizi dove Blockchain o Distributed Ledger portano realmente un valore aggiunto rispetto alle tecnologie più tradizionali. In particolare vengono usate in applicazioni per la gestione dei pagamenti (41%), del mercato dei capitali (27%), dei dati e dei documenti finanziari (10%), della Supply Chain Finance (8%) e dell’identità (7%).

RICONCILIAZIONE DI PAGAMENTI INTERBANCARI O LA CREAZIONE DI SERVIZI PER SEMPLIFICARE I TRASFERIMENTI DI DENARO TRA DIVERSE VALUTE I SERVIZI PIÙ USATI

Gli attori finanziari stanno utilizzando a livello internazionale le tecnologie Blockchain o Distributed Ledger per la gestione dei pagamenti (41% dei casi), con progetti per la riconciliazione di pagamenti interbancari o la creazione di servizi per semplificare i trasferimenti di denaro tra diverse valute (come ad esempio il progetto Santander in collaborazione con Ripple annunciato nel 2016 e operativo dal 2018); il mercato dei capitali (27%), con soluzioni per migliorare lo scambio di titoli finanziari (ad esempio al Nasdaq dal 2016) o l’emissione di bond (ad esempio, la World Bank con una versione privata della rete di Ethereum); la gestione di dati e documenti finanziari (10%), con iniziative per sfruttare le caratteristiche della tecnologia di immutabilità e trasparenza per adempiere a obblighi di compliance (come la sperimentazione sviluppata da Intesa Sanpaolo nel 2017), o per gestire documenti legati alle garanzie bancarie; il supporto al Supply Chain Finance (8%), con iniziative di sistema internazionali (come ad esempio we.trade con Unicredit e Marco Polo con Intesa Sanpaolo); la gestione dell’identità (7%), con progetti per semplificare e ridurre i costi del processo di identificazione dei propri clienti; la tracciabilità (5%), con progetti legati ad esempio alla tracciabilità delle donazioni o degli assegni; la gestione delle votazioni da remoto (2%), con progetti volti a permettere le votazioni da remoto nelle assemblee degli azionisti.

LE ALTRE INIZIATIVE BLOCKCHAIN

Anche gli istituti finanziari e le compagnie assicurative italiane stanno iniziando a investire nelle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, sia partecipando a soluzioni di sistema internazionali o italiane sia con progettualità individuali. Mentre alcuni istituti finanziari italiani partecipano a consorzi internazionali: Intesa Sanpaolo e Mediolanum al Consorzio R3 volto allo sviluppo della piattaforma Corda e delle sue applicazioni; Unicredit a we.trade, una piattaforma per la gestione di transazioni commerciali tra PMI; Intesa Sanpaolo a Marco Polo a una soluzione orientata al trade finance. Sono però nate anche iniziative di sistema tutte italiane. Un primo esempio è il progetto Spunta Interbancaria, sviluppato da 14 istituti finanziari in collaborazione con ABILab, NTT Data e SIA. Il progetto, che ha concluso la prima fase di test a inizio autunno 2018, ha l’obiettivo di applicare le tecnologie Distributed Ledger ai processi interbancari per migliorare la trasparenza e la visibilità delle informazioni scambiate tra gli istituti e aumentare la velocità delle operazioni utilizzando la piattaforma Corda. Un secondo esempio è la sperimentazione Anticipo Fattura promosso da SIA e GFT, che ha coinvolto diversi istituti italiani, tra cui Credito Valtellinese, che punta a impedire l’anticipo in diversi istituti di una stessa fattura. Alcuni istituti stanno poi sviluppando progetti internamente. Intesa Sanpaolo, ad aprile 2017, ha sviluppato una sperimentazione in collaborazione con la startup Eternity Wall per notarizzare dati relativi a transazioni finanziarie sulla Blockchain di Bitcoin. Banca Popolare di Sondrio ad agosto 2018 ha lanciato un servizio per registrare sulla Blockchain di Bitcoin il consenso al rinnovo della polizza RC Auto espresso dal cliente. Borsa Italiana in collaborazione con IBM ha invece testato la tecnologia Blockchain in un progetto volto a sostituire i certificati di trading cartacei emessi dalle PMI. Anche le assicurazioni in Italia stanno iniziando ad affacciarsi all’utilizzo di questa tecnologia sia con soluzioni di sistema internazionali, come il consorzio internazionale B3i (Blockchain Insurance Industry Initiative) a cui partecipano UnipolSAI e Generali, sia con soluzioni di sistema italiane, come il caso promosso da ANIA in collaborazione con Reply e 8 compagnie con un progetto legato al settore dei contenziosi nell’RC auto); sia con progetti individuali, come AXA con il lancio in Italia di Fizzy, una polizza che sfrutta Ethereum e gli smart contract per offrire in automatico un indennizzo in caso di ritardo di un volo aereo.

SELEZIONATI DAL MISE GLI ESPERTI PER STRATEGIE NAZIONALI AI E BLOCKCHAIN

Si sono concluse, intanto, le selezioni per i gruppi di esperti di alto livello che insieme al ministero dello Sviluppo Economico elaboreranno la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain. Le selezioni sono state effettuate in base ai criteri, riportati nell’avviso, di competenza ed esperienza comprovate e strettamente pertinenti, anche a livello europeo e/o internazionale, nell’ambito dei relativi settori di intelligenza artificiale e tecnologie basate su registri distribuiti e blockchain e nelle loro applicazioni, comprese le competenze di chiara rilevanza in ambito tecnologico, imprenditoriale, giuridico e scientifico; nonché la comprovata capacità di rendere note efficacemente le esigenze e le istanze degli stakeholder o dell’organismo di riferimento. Il Mise, ha chiarito “ritiene priorità fondamentale per il nostro Paese conoscere, approfondire e affrontare il tema dell’Intelligenza artificiale e delle tecnologie basate su registri distribuiti e blockchain, nonché aumentare gli investimenti pubblici e privati in tale direzione e nelle tecnologie strettamente connesse alle stesse, come già espresso nelle linee programmatiche presentate dal ministro Di Maio. Per assicurare trasparenza e poter beneficiare della massima condivisione e del contributo dell’intera comunità di interesse, le Strategie Nazionali Intelligenza artificiale e Blockchain, una volta elaborate, saranno poi sottoposte a consultazione pubblica”. La prima riunione degli esperti selezionati si terrà nel mese di gennaio 2019. “Le numerose e qualificate manifestazioni di interesse pervenute nell’ambito della selezione dei gruppi di esperti – ha sottolineato il ministero dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio – dimostrano il patrimonio di conoscenze ed esperienze che abbiamo in Italia sulle tecnologie emergenti. Ringrazio tutti coloro i quali hanno manifestato la propria disponibilità e sono certo che insieme agli esperti selezionati sapremo costruire delle Strategie cruciali per lo sviluppo del nostro Paese all’insegna dell’innovazione”.

ECCO CHI SONO GLI ESPERTI

Nel gruppo che si occuperà di intelligenza artificiale, si trovano il religioso francescano Paolo Benati, docente di etica delle tecnologie, neuroetica, bioetica e teologia morale presso la Pontificia Università Gregoriana, il Segretario Generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, ma anche il direttore dei laboratori software di Ibm Walter Aglietti e il presidente dell’Unc Massimiliano Dona. Nel gruppo che si occuperà di Blockchain ci sono diversi esperti in criptovalute (Stefano Capaccioli, Vincenzo Di Nicola, Giustozzi Lorenzo, Marco Monaco, Laura Emilia Maria Ricci, Federico Tenga), esperti in tutela dei consumatori come Gabriele Luigi che è anche vicepresidente della community Ong “Visionari No profit”. Diversi i professori universitari, fra questi: Gian Domenico Mosco, ordinario di diritto commerciale alla Luiss; Ernesto Damiani ordinario della statale di Milano e direttore del Center on Cyber-Physical Systems da lui fondato presso la Khalifa University di Abu Dhabi. (QUI TUTTE LE BIOGRAFIE DEGLI ESPERTI NOMINATI DA DI MAIO)

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