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Bilanci di fine anno secondo Apple. Cosa ci attende per il 2018?

Apple accusata di rallentare le batterie dei vecchi dispositivi per favorire nuovi acquisti. La casa a lavoro su nuove super-batterie   Apple, che ha ufficialmente dichiarato di rallentare temporaneamente i vecchi iPhone in caso di aggiornamento, ha detto di farlo con le migliori intenzioni: l’obiettivo sarebbe quello di evitare improvvisi spegnimenti o altri errori che…

Apple accusata di rallentare le batterie dei vecchi dispositivi per favorire nuovi acquisti. La casa a lavoro su nuove super-batterie

 

Apple, che ha ufficialmente dichiarato di rallentare temporaneamente i vecchi iPhone in caso di aggiornamento, ha detto di farlo con le migliori intenzioni: l’obiettivo sarebbe quello di evitare improvvisi spegnimenti o altri errori che li renderebbero inutilizzabili.  L’ammissione ha fatto tanto scalpore su testate nazionali quanto su quelle internazionali ed è stata diffusa dall’azienda come risposta a un confronto tra utenti nato su Reddit: questo confronto è seguito all’analisi sul comportamento iPhone quando sono quasi scarichi o hanno una batteria molto consumata.

Ma come si conclude l’anno per l’azienda di Cupertino?

L’accusa

appleL’analisi, condotta e commentata su Reddit dopo il post di John Poole, uno sviluppatore di Geekbanch (azienda che produce sistemi per valutare le prestazioni di dispositivi vari) che ha tenuto sotto controllo le prestazioni di un iPhone 6s e di un iPhone7 nel corso del tempo, arrivando alla conclusione che le versioni 10.2.1 e 11.2.0 di iOS hanno introdotto un sistema per ridurre temporaneamente la capacità di calcolo di questi modelli, lo stesso problema con i più recenti iPhone 7 con batterie vecchie o deteriorate in seguito ai numerosi cicli di carica/scarica. Il problema sembrava fosse avallato già ai tempi della versione 10.2.1, introdotta dall’azienda proprio con l’obiettivo di risolvere un problema che talvolta interessava gli iPhone 6 e 6s: si spegnevano improvvisamente e senza preavviso, anche se l’indicatore della batteria indicava ancora carica disponibile.

A sostegno della sua analisi, Poole ha pubblicato alcuni grafici in cui è praticamente evidente che il depotenziamento dei dispositivi entra in gioco nel momento in cui si verifica un “picco” di energia o, meglio, quando il processore del dispositivo inizia a richiedere più energia per elaborazioni e calcoli. In questi casi, il sistema operativo interviene e estende il lavoro del processore in un arco temporale più lungo per attenuare il picco e la richiesta inaspettata di batteria: questo movimento permette di preservare il device dallo spegnimento e consente di rendere più stabile la batteria probabilmente consumata, ma a pagarne le spese è l’iPhone che diventa temporaneamente più lento.

La risposta della Mela Morsicata 

Apple, dal canto suo, raggiunta dalle voci sul rallentamento “colposo”  o “obsolescenza programmata”,  creata di proposito per favorire un acquisto dei nuovi modelli di iPhone ogni volta, senza pensare alla possibilità di cambiare la batteria – possibilità comunque costosa se fatta in un Apple Store – ha deciso di rispondere a tono. In un comunicato si legge che l’azienda conferma una delle sue strategie utilizzate per migliorare le prestazioni degli iPhone: “Il nostro obiettivo – dice Apple nella nota – è offrire la migliore esperienza per i clienti, che comprende le prestazioni nel loro complesso, e prolungare la vita dei nostri dispositivi. Le batterie agli ioni di litio diventano meno in grado di rispondere ai picchi di corrente quando sono al freddo, hanno poca carica o sono vecchie, cosa che può tradursi in uno spegnimento inatteso del dispositivo per proteggere i suoi componenti.”

Batterie affidabili

Sono batterie affidabili non soltanto quelle che durano a lungo, questo non basta. Per fare in modo che una batteria sia definita affidabile è necessario che essa regga a una buona quantità di cicli carica/scarica, che sia stabile quando fa molto caldo o molto freddo e che non scoppi mettendo a rischio la sicurezza degli utilizzatori, come avvenne lo scorso anno con i Galaxy Note 7 di Samsung i quali sono stati anche interdetti a bordo degli aerei.

Partendo dalla motivazione di Apple, si comprende che l’obiettivo dell’azienda è fare in modo che i suoi iPhone più vecchi continuino a funzionare, compatibilmente alle loro batterie e alla loro capacità di calcolo, che spesso non sostengono i ritmi dell’innovazione tecnologica degli ultimi modelli.

Super batterie

appleSecondo l’ultimo report di Ming Chi Kuo – analista finanziario che più di altri si è rivelato affidabile nello svelare in anticipo mosse e prodotti di Apple, meritando il nomignolo di “Nostradamus apple”- l’azienda sarebbe a lavoro per nuove super batteri, che possano ridurre gli ingombri delle componenti interne che trovare nuove soluzioni per

Secondo Kuo, dunque, Cupertino starebbe valutando e sperimentando tecnologie come quella system-in-package che consiste di circuiti stampati simili a substrati e altri processi di produzione per ridurre sempre l’ingombro della scheda madre e lasciare spazio per batterie più grandi sia per gli iPhone 2019 che per gli iPhone 2020. Per quanto riguarda gli accumulatori alcuni prevedono che Apple impiegherà i circuiti stampati flessibili, siglati FPCB, già a partire dagli iPhone 2018. Questo permetterà una rivoluzione nel funzionamento delle batterie e potrebbe con ogni probabilità dare spazio a una evoluzione qualitativa del raccoglimento di energia all’interno degli elementi.

Apple in numeri

Buoni i numeri dell’ultimo trimestre.  I ricavi salgono a 52,6 miliardi di dollari, in crescita del 12% anno su anno, gli utili a 2,07 dollari per azione (+24%). A Wall Street il titolo ha chiuso il mese scorso a 168 dollari, sui massimi. Nell’ultimo trimestre Apple ha venduto 47 milioni di iPhone e rispetto a un anno fa la crescita dei ricavi di iPhone (oltre 28 miliardi) è del 2%, ma i dati più interessanti sono altri.

I dati più sbalorditivi riguardano i servizi, categoria che include app store, iTunes, Apple Music, Apple Pay, AppleCare e licenze: per la prima volta arriva a 8,5 miliardi di dollari, in crescita del 34% rispetto allo scorso anno. Subito dopo i servizi arrivano i Mac, con ricavi per 7,17 miliardi, in crescita del 25% anno su anno, gli iPad valgono quasi 5 miliardi e sono sostanzilalmente stabili (-3% sul trimestre precedente, ma +14% su anno) mentre la categoria “altri prodotti” con 3,2 miliardi dimostra una crescita importante rispetto a un anno fa raggiungendo un buon +36%.

Di solito gli acquisti salgono nel periodo natalizio: sarà così anche quest’anno? Lo dimostreranno i prossimi giorni.

 

Giovanni Malaspina

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