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Zuckerberg Twitter

Anche Zuckerberg vuole il suo Twitter, clonando l’originale

Se non puoi inventare qualcosa di nuovo, copialo. Sembra questa la filosofia di Zuckerberg, che a giugno potrebbe lanciare il suo Twitter, direttamene collegato a Instagram… Ecco come sarà

 

Non contento del flop del metaverso e già intento a sperimentare l’intelligenza artificiale generativa, il padre di Facebook, Mark Zuckerberg, sta lavorando anche a un altro progetto: copiare Twitter. Così afferma Quartz, riportando la notizia data dalla newsletter ICYMI di Lia Haberman che ne annuncia il potenziale arrivo il prossimo giugno.

E chissà come la prenderà il miliardario Elon Musk…

LE ALTERNATIVE A TWITTER

La travagliata e controversa acquisizione di Twitter da parte di Musk nell’ottobre del 2022 ha fatto spuntare come funghi social simili dove rifugiarsi: Mastodon, Post, Hive Social, T2 (creato da ex dipendenti di Twitter) o Bluesky, originariamente finanziato da Twitter come alternativa decentralizzata.

Con Zuckerberg, però, osserva Quartz, “un peso massimo sta salendo sul ring”.

COSA SAPPIAMO DEL TWITTER DI META

Del progetto, i cui nomi in codice per ora sono P92, Project 92 e Barcelona, aveva dato notizia lo scorso marzo il sito Moneycontrol e poco dopo era arrivata anche la conferma da parte di Meta, la società di Zuckerberg.

“Stiamo esplorando un social network decentralizzato autonomo per la condivisione di aggiornamenti testuali”, aveva dichiarato Meta a Platformer. “Crediamo che ci sia l’opportunità di uno spazio separato in cui creatori di contenuti (creator) e personaggi pubblici possano condividere aggiornamenti tempestivi sui loro interessi”.

COME È FATTO

Secondo quanto riferito ad Haberman da un creator che ha incontrato Meta, l’app è costruita sulla base di Instagram, ma sarà compatibile con altre app come Mastodon, avrà un feed centralizzato che mostrerà i propri follower e i contenuti consigliati, oltre che controlli per i creator e funzioni di sicurezza per gli account.

Sarà possibile pubblicare aggiornamenti di testo fino a 500 caratteri, allegare link, foto e video della durata massima di 5 minuti. Ci saranno funzioni quali i like, le risposte e i repost.

Si potrà inoltre controllare le risposte, le menzioni e bloccare o segnalare facilmente lo spam. Verranno applicate le stesse linee guida della comunità di Instagram.

COME GUADAGNERÀ

Sia Haberman che Quartz hanno fatto sapere che per il momento non è stata condivisa la strategia di monetizzazione che Meta intende adottare, “nemmeno negli incontri privati con i creator che sta corteggiando”.

Questo, per Haberman, potrebbe voler dire che forse all’inizio “non ci saranno annunci pubblicitari”.

UN RITORNO ALLE ORIGINI E IL VIZIO DI COPIARE

Se da un lato il progetto di Zuckerberg è quello di tornare alle origini, un social testuale semplice dove non domina l’immagine, come su Instagram, dall’altro si potrebbe osservare che è la copia più o meno esatta dell’originale.

E, questa abitudine, per il Ceo di Meta non sembra nuova. Già alcuni aggiornamenti di Instagram avevano fatto saltare sulla sedia influencer di tutto il mondo per essere diventato il clone di TikTok e anche Quartz nota che la storia aziendale di Facebook può essere suddivisa in tre fasi: fondazione (2004-2011), acquisto di altre aziende (2012-2015) e copia (2016-oggi).

Tra le società acquistate ci sono infatti Instagram per 1 miliardo di dollari nel 2012, VR Oculus per 2 miliardi di dollari nel 2014 e WhatsApp per 19,3 miliardi di dollari nel 2014.

Per quanto riguarda, invece, il periodo in cui ha iniziato a copiare, Quartz ritiene che sia iniziato “dopo che Facebook ha tentato e fallito di acquistare Snapchat nel 2013 per 3 miliardi di dollari”, da cui ha per l’appunto ripreso molti degli elementi di design e la sua funzione Storie, incorporandola per la prima volta in Instagram nel 2016 e aggiungendola successivamente a Facebook e WhatsApp.

Questa fase, inoltre, “ha coinciso anche con l’intensificarsi dell’esame di Facebook – ribattezzato Meta nel 2021 – da parte delle autorità antitrust mondiali”.

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