Yahoo ha acquistato la sua prima azienda di intelligenza artificiale (IA). Si tratta di Artifact, l’aggregatore di notizie IA avviata dai fondatori di Instagram, Kevin Systrom e Mike Krieger.
Promette di offrire agli utenti “più contenuti personalizzati in base ai loro interessi” ma, intanto, con l’avvicinarsi delle presidenziali statunitensi, continua a crescere la preoccupazione per l’impatto di questi strumenti.
COS’È ARTIFACT
Lanciata all’inizio del 2023, Artifact si è inserita nel panorama come un ibrido tra app di notizie e social network basato sull’intelligenza artificiale. Sul modello di Google News sfrutta l’IA per popolare il feed in base agli interessi dell’utente.
Il nome, come spiegato dai suoi cofondatori, deriva dai tre termini a cui mira il progetto: “articoli, fatti e intelligenza artificiale”. La prima volta che si entra in Artifact, spiegava un anno fa Engadget, quello che appare è un feed popolato da storie di testate come il New York Times e il Washington Post, ma via via che l’utente legge altri articoli l’app inizia a personalizzare il flusso di notizie.
L’UNIONE FA LA FORZA
Per The Verge, tuttavia, Artifact è uno “strumento potente e utile per consigliare le notizie ai lettori” ma che non è mai riuscito a raggiungere un vasto pubblico, mentre Yahoo pur avendo centinaia di milioni di lettori ha bisogno “di una dose di tecnologia all’avanguardia per distinguersi da tutti gli altri aggregatori di notizie online”. E, quindi, l’intesa dovrebbe favorire entrambi.
L’acquisizione, infatti, osserva l’articolo, arriva a poco più di un anno dal lancio di Artifact e a circa tre mesi dall’annuncio della sua morte da parte di Systrom e Krieger, che erano anche i soli investitori nel progetto fino a quando non ne hanno annunciato la fine e tra la decina di proposte ricevute c’era anche quella di Yahoo.
L’ACQUISIZIONE DI ARTIFACT DA PARTE DI YAHOO
La scorsa settimana Yahoo ha annunciato l’acquisizione di Artifact senza però condividere la cifra concordata. Tuttavia, le parti hanno riferito che Yahoo sta acquisendo la tecnologia e non il suo team. Nei prossimi mesi sarà integrata in tutto il motore di ricerca, compresa l’applicazione Yahoo News che, stando al comunicato, è stata classificata come la prima proprietà di notizie e informazioni negli Stati Uniti nel 2023.
“Questo investimento – ha dichiarato Yahoo – fa avanzare il nostro impegno nel portare notizie e informazioni affidabili a centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo e accelera la nostra visione di offrire un’esperienza più personalizzata per scoprire notizie e informazioni su tutte le piattaforme”.
Per Yahoo si tratta della sua prima acquisizione nel campo dell’IA ma ha dichiarato di non escluderne altre in futuro, senza però fornire ulteriori dettagli.
Systrom e Krieger, che collaboreranno con Yahoo in qualità di consulenti durante la transizione, si sono detti soddisfatti in quanto “Yahoo ha le dimensioni necessarie per aiutare il prodotto a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati, mantenendo la convinzione che collegare le persone alle fonti affidabili di notizie e informazioni sia fondamentale come sempre”.
RISCHIO CAMERE DELL’ECO
Nonostante la direttrice generale di Yahoo News, Kat Downs, abbia dichiarato nell’annuncio che “Yahoo è stato uno dei primi a combinare la cura umana e algoritmica dei contenuti”, questi algoritmi – osserva Quartz – sono stati messi sotto esame per la creazione di “camere dell’eco”, ovvero un ambiente, in questo caso virtuale, in cui “informazioni, idee o credenze più o meno veritiere vengono amplificate da una ripetitiva trasmissione e ritrasmissione all’interno di un ambito omogeneo e chiuso, in cui visioni e interpretazioni divergenti finiscono per non trovare più considerazione”.
Come ha scritto l’Independent, nelle “camere dell’eco” non esiste la verità dei fatti perché ciascuno ha selezionato e riceve solo le notizie e i commenti con i quali concorda a priori, il che rappresenta, tra l’altro, un pericolo per le imminenti elezioni presidenziali del prossimo novembre negli Stati Uniti.
Tuttavia, per Quartz, i controlli sugli algoritmi si sono rivelati per lo più infondati perché “gli utenti di Facebook e Instagram continuano a cercare contenuti polarizzati anche quando la ‘natura suggestiva’ dei loro algoritmi è disattivata” ma, di certo, l’IA non aiuterà a ridurre il divario tra le due parti.