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Airbnb: un Consiglio di ex sindaci per promuovere la condivisione

Anche Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma, aiuterà Airbnb a difendersi dalle Amministrazioni che le fanno la guerra Airbnb recluta ex sindaci che possano aiutarla a vincere la sua sfida contro le attuali amministrazioni decise a farle la guerra. Venerdì si sarebbe riunito, secondo quanto dichiarato da Bloomberg, il primo consiglio consultivo, formato da 4…

Anche Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma, aiuterà Airbnb a difendersi dalle Amministrazioni che le fanno la guerra

Airbnb recluta ex sindaci che possano aiutarla a vincere la sua sfida contro le attuali amministrazioni decise a farle la guerra. Venerdì si sarebbe riunito, secondo quanto dichiarato da Bloomberg, il primo consiglio consultivo, formato da 4 ex sindaci provenienti da Houston, Philadelphia, Roma, e Adelaide (Australia), ma si spera che presto possano unirsi anche altri vecchi sindaci di Asia, America Latina e altri Stati.

Airbnb è nata nel 2007, in un normale appartamento di San Francisco. Joe Gebbia e Brian Chesky, due compagni di stanza, ricevono una richiesta di aumento di affitto del 25%. I due giovani neo-laureati rischiavano di perder casa, fino a quando hanno deciso che una soluzione a tutto poteva essere quella di affittare ad estranei gli spazi non sfruttati offrendo un letto gonfiabile per dormire. Pubblicizzano la propria offerta su un sito creato da loro, con le relative fotografie di questi e letti gonfiabili (da qui il nome AIR).

AirbnbInizia l’avventura di Airbnb. I due giovani vengono affiancati da  programmatore Nathan Blecharczyk. Negli anni, l’idea di affittare una parte della propria casa (o l’intero appartamento) tramite un sito, in modo facile e veloce piace sempre a più persone.
Oggi Airbnb è una realtà nel mondo e anche in Italia. Ma non sempre i servizi che offre sono ben accetti.  Berlino ha vietato per legge l’affitto di interi appartamenti attraverso Airbnb, promettendo multe salate (fino a 100mila euro) a chi non rispetta la norma. La nuova legge, che prende nome di Zweckentfremdungsverbot, è entrata in vigore il primo maggio 2016 e vieta l’affitto a breve termine di interi appartamenti ai turisti senza un permesso della città. I cittadini, dunque, potranno quindi solo affittare singole camere tramite portali internet, non interi appartamenti e case.

Tre senatori degli Stati Uniti hanno tentato di portare la questione Airbnb a livello nazionale, inviando una lettera alla Federal Trade Commission, alla quale chiedono di indagare e dare nuove norme all’attività di affitto-case.

La strategia di Airbnb per farsi accettare in tutte le città

Airbnb sta costituendo un Consiglio di ex-Sindaci che dovrebbe riunirsi ogni trimestre e ricevere un
compenso per il loro lavoro, ha spiegato Christopher Nulty, un portavoce della società. Fanno parte dell’organo creato da Airbnb: Annise Parker di Houston, Michael Nutter di Philadelphia, Francesco Rutelli di Roma e Stephen Yarwood di Adelaide. A loro spetterà il lavoro di consulenti per ogni problema specifico le amministrazioni andranno a sollevare. Il Consiglio aiuterà la società di sharing economy ad impostare la propria difesa contro gli attacchi che le arrivano dalle diverse amministrazioni che non amano l’azienda e i suoi servizi.

Forniranno ad Airbnb tutte le “preziose informazioni che hanno acquisito in anni di servizio in alcune delle più grandi città del mondo”, aiuteranno la società a “rovedere le sue politiche” e forniranno un “feedback sui prossimi prodotti e iniziative Airbnb”.

Al lavoro dei vecchi sindaci, a favore di Airbnb, si contrappone quello di alcuni attuali primi cittadini. Come riferisce Bloomberg, infatti, alcuni sindaci (tra cui anche quelli di Parigi, New York eSeoul) stanno lavorando insieme per realizzare un libro che dovrebbe contenere le regole per trattare con Airbnb, Uber Technologies Inc. e altre imprese di sharing economy.

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